“È nata una stella all’Olimpico Lluis Companys de Montjuic”.
No, non è il 21 febbraio 2017 sennò saremo all’Etihad e no, non suona bene come l’iconica frase con cui Callegari battezzò l’enfant prodige Kylian Mbappé ma rappresenta al meglio ciò che oggi, nell’autunnale pomeriggio spagnolo è accaduto nel Clásico. Jude Bellingham ha stregato per l’ennesima volta il mondo intero, questa è la volta definitiva, nessuno da oggi non può neanche avere l’1% di dubbi sulle sue doti tecniche e attitudinali.
In data 28/10/2023 il Barcellona, che aveva sbloccato il big match dopo soli sei minuti, si ritrova difronte un alieno con la maglia numero cinque che prima spara un missile terra aria da fuori area che batte Ter Stegen e poi, sullo scadere del recupero, dopo un cross sporcato da Modric  si fa trovare in mezzo all’area e la butta dentro con tanta ferocia e convinzione. Jude Bellingham è il centrocampista del momento a mani basse; fisico, tecnica, visione di gioco, tempi di inserimento; non c’è nulla che madre natura si sia dimenticata di donargli. Poi il nome è una garanzia per chi gioca in centrocampo, i giovani capiranno questa mia affermazione.

Andando oltre i pensieri fantasiosi Bellingham ha espresso le sue doti sin da quando ha messo il primo piede sul manto erboso del Westfalenstadion. Al Borussia Dortmund, bottega di mastri artigiani nella ricerca di talenti, nonostante la giovane età ha subito trovato la titolarità ed ha segnato gol sia in campionato sia in Champions League.
Dopo essersi fatto le ossa, ecco arrivare il salto di qualità; estate 2023 il Real Madrid, senza badare a spese e nonostante abbia un centrocampo da far invidia al mondo intero, decide di acquistare il centrocampista inglese. Modric, Kroos, Tchouaméni, Camavinga e Valverde; questi sono i nomi dei colleghi che quest’estate Jude ha trovato al centro d’allenamento. Avrà fatto fatica a trovare la titolarità che dite? Assolutamente no! In un Real Madrid che si trova per una stagione senza una vera punta in attesa di Mbappé (e se arriva si salvi chi può) il maestro Carlo Ancelotti ha improvvisato un Bellingham seconda punta ma senza una prima punta (falso nueve non è un termine adatto perché non è il gioco fa parte del gioco del Real). In questo inedito ruolo anche per il calciatore stesso è riuscito a fare la differenza e scrivere già un pezzo di storia dei Blancos: 13 reti in 13 partite, dieci in campionato come Ronaldo il Fenomeno, numeri di un attaccante ma bomber lui non è. Pensare che un centrocampista possa firmare così tante reti a questo livello è in questi match è impossibile fino a quando non si vede con i propri occhi quel ragazzino inglese con la cinque sulla camiseta.

La cosa che ancora più mi sorprende è la mentalità che il ragazzo ha; arrivare nel club più forte della storia calcistica e imporsi con così tanta determinazione non è cosa scontata. A soli 21 anni tener testa, caratterialmente parlando, a giocatori del calibro di Modric, Kroos o Carvajal non è cosa comune ma la sua sicurezza nelle sue capacità tecniche hanno fatto si che sin dal primo minuto i senatori avessero la massima stima. Aggiungo che la sua fortuna è stata quella di trovare Ancelotti, un allenatore di grande empatia in grado di instaurare un legame quasi più padre – figlio che mister – giocatore, legame che porta i giocatori a vivere questo “giganterrimo” ambiente con molta serenità e la tranquillità per giocare bene è tutto.

Insomma, signori, stiamo vivendo con tutta probabilità la parte finale della genesi di un futuro campione che seminerà il panico su tutti i principali cambi europei.
Siete avvisati, prepariamoci a godere di grande calcio con questa generazione nuova di fenomeni e non raccontateci la storia che il calcio di oggi presenta giocatori di più basso livello; i tempi cambiano, i cicli mutano, ma i talenti c’erano, ci sono e ci saranno.