Primo Maggio, festa dei lavoratori, perfetta da abbinare a questo splendido Milan che, se latita di "squisita qualità tecnica", non tradisce certo per impegno e sacrificio. La squadra allenata da Mister Pioli ha vinto contro la Fiorentina, una partita complicata, contro un avversario forte e messo in campo nel modo migliore da Mister Italiano. Vince proprio come aveva anticipato l'allenatore milanista nella conferenza stampa di presentazione, con calma e determinazione.

Finisce 1 a 0, grazie ad una splendida parata di Maignan che salva la propria porta quando il risultato era ancora fermo alle reti bianche e che Leao sblocca, approfittando di una incertezza nel rinvio lungo del portiere viola Terraciano, impeccabile fino a quel momento.
Il discorso portiere merita un approfondimento, poichè eravamo in molti a pensare che il portiere francese, ex Lilla, non avrebbe potuto garantire i livelli del giovane portiere di Castellamare, che tanto avevamo amato. Invece il calcio, da e toglie ed oggi stiamo assistendo a ciò che mai avremmo potuto preventivare, con Donnarumma fra la "polvere", per quanto d'orata di Parigi e Maignan a guidare con sicurezza i compagni nel tentativo di cogliere una vittoria che a tutti sembra tutt'oggi impossibile. 

L'Inter risponde nel modo migliore alla vittoria rossonera espugnando il Dacia Arena di Udine grazie ad un Peresic in splendida forma, che come a Bologna segna nei primi minuti, questa volta con un colpo di testa e a Lautaro Martinez, che trasforma un eloquente cacio di rigore per atterramento di Dzeko.
L'Udinese accorcia le distanze nel finale, ma la squadra di Mister Simone Inzaghi non si fa sfuggire la meritata vittoria, restando incollata alla capolista, mettendosi alle spalle il passo falso di Bologna e specialmente superando di slancio quella pressione che poteva complicare la giornata. Tutta l'attenzione è già rivolta alla prossima giornata, che vedrà l'Inter giocare a Milano, contro l'Empoli già il venerdì poichè la settimana successiva affronterà la Juventus nella finale di Coppa Italia, mentre il Milan dovrà giocare, domenica, a Verona, in un campo storicamente insidioso.
A tre giornate dalla fine il Milan deve riuscire a vincere due partite e pareggiarne una per avere la matematica certezza dello Scudetto. Considerando che in trasferta si è sempre espresso meglio che in casa, sapere che due partite si giocheranno a Verona e Sassuolo e solo una a San Siro,  contro l'Atalanta, dovrebbe trasmettere fiducia, ma la sensazione che l'Inter faccia il pieno negli ultimi tre incontri e quindi 9 punti, non consente ne distrazioni, ne conteggi astratti.
Ieri San Siro era pieno, i tifosi festanti hanno incitato la squadra per tutto l'arco della partita e quando Leao ha scaraventato in rete il pallone della vittoria il popolo rossonero, allo stadio e non, ha gioito come non succedeva da tempo.

Tornando alla partita è una vittoria costruita sul gruppo, fatta di attenzione, ma anche delle scelte di Mister Pioli che, grazie ai recuperi di Ibra e Rebic, ha la possibilità di portare variazioni tecniche raramente proposte in passato. Il campione svedese, per quanto con un'autonomia limitata, mette in campo la sua esperienza e di conseguenza riesce a mettere pressione a qualsiasi avversario. E' lui a 41 anni a far pressione al portiere della Fiorentina che rinvia malamente il pallone che Leao intercetta e trasforma in gol. Così come l'ingresso di Rebic, non più come sostituto del portoghese, ma come attaccante aggiunto, dà un peso più offensivo a tutta la manovra.

Ora testa a Verona, una squadra "tosta", che gioca un buon calcio ed è allenata benissimo da Mister Tudor. Partita sicuramente difficile, ma a guardare le partite già disputate, sono quei tipi di incontri che il Milan riesce ad affrontare nel modo migliore. Pochi mesi fa, nel derby, perdevamo 2 a 0, eravamo staccati dall'Inter di molti punti e oggi a sole tre giornate dalla fine, siamo davanti con due punti di vantaggio, sembra un sogno.
Allora Verona non deve farci paura, non sarà "fatal", ma la splendida città di Romeo e Giulietta, di Ibra e Giroud, di Tonali e Bennacer, di Kalulu e Tomori, o semplicemente del MILAN e dei MILANISTI.