Siamo in due probabilmente a fare, come si dice a Milano, una retromarcia consistente. Che si riassume nel detto “Prendi su, incarta e porta a casa”.
Il primo, ma lo immagino per onore di scritto solamente, è Arrigo Sacchi che alla vigilia dell'incontro tra la Dea e il Milan a San Siro non vede campioni nel Milan e si avventura in una distinzione calcistica tra tattica e strategia che io “porello”, in tutti i sensi, non ho capito e che spero tanto possa magari riprendere in altri interventi, per una migliore comprensione.
Un mio insegnante al Liceo sulle cose scritte mi ha trasmesso un pensiero che è il seguente: ”Se leggi uno scritto e non lo capisci la prima volta è sicuramente colpa tua, se lo leggi una seconda, la situazione è incerta e se lo leggi una terza e continui a non capirlo la colpa è dello scritto”.

Zardoronz, Magister Maximus Tacticorum, scriverà sicuramente su questa partita. Probabilmente non va a scrivere sulla Rosea, ma chi lo sa, visto che su questo Forum scrivono molti in modo illustre, e comunque trova e legge situazioni di uno che potrebbe scriverci benissimo e quindi lascio perdere ogni considerazione tattica, se non con qualche accenno.
Quindi me ne guardo da capire se sia stato davvero il geniale 4141 di Pioli in mettere in buca quella volpe di Gasperini.
Comunque quando i due si incontrano il fosforo la fa da padrone, perché le mosse e le contromosse sono all'ordine del giorno. I due si fregano con mucho gusto reciprocamente ormai da tempo e questa volta, e Zardo ci spiegherà, sicuramente meglio del commentatore della Rosea, come ha fatto Pioli ad ottenere un 70% di superiorità mettendo costantemente alle corde il suo rivale prediletto, cosa del tutto inusuale per il tecnico di Grugliasco.
Non mi permetto certo di rivolgere l'invito di cui sopra al grande Arrigo, ovviamente, che invece rivolgo esclusivamente a me stesso, anche se per la verità, ma non sempre, perché il ragazzo dà ansie continue, spesso non l'ho nemmeno io definito tale, ma Rafael Leao, nato ad Almada il 10 giugno del 1999, del segno dei Gemelli può essere davvero definito un “Campione” e spero ora, dopo quel gol lì, lo sia anche negli scritti del Grande di Fusignano, almeno lui, perché per me, modestamente, di campioni nel Milan ce ne sono altri.

Ma per ora teniamoci questo, se ci riusciamo.
Dopo aver lasciato sul posto a guardarsi due tipetti che ci sanno fare come incontristi, come Holm e Scalvini, magari con un poco di fortuna, ma questa aiuta gli audaci, il portoghese se ne va sempre con il sorriso sulla bocca e lascia partire un missile alla Mbappé, pure da posizione angolata, su cui l'ottimo Carnesecchi non osa nemmeno metterci la manona.
Forse il francese dopo un gol così penso che avrebbe sicuramente concesso una deroga al suo recente copyright sulla tipicità della sua esultanza, perché tra campioni in fondo ci si capisce.
Forse non tutti hanno considerato la tipicità astrale del segno di Rafa e qui invoco un intervento di Frankie che ha dissertato magistralmente sull'argomento, ma ieri ho visto forse il miglior Leao da quando è sbarcato poco più che ragazzino in quel di Milanello.
Uno dei segni distintivi dei gemelli mi sembra sia la comunicazione e ieri il ragazzo, ora quasi uomo direi, a 24 anni, dopo aver gonfiato la porta della Dea accennava vagamente alla loquacità spesso fuori luogo e a sproposito sulle sue capacità.
Credo che a Gasp abbiano offerto qualche pasticca del vecchissimo antico analgesico a forma di dischetto e avvolto in una sottile carta come le odierne ecologiche cialde del caffé, perché il portoghese, fino a sfiancarsi, e non capita spesso, ha letteralmente fatto impazzire una Dea che è andata sotto di brutto per quasi tutta la partita.
E francamente frantumare il quadrato magico costituito da palleggiatori di alto livello capaci di fare tutto dalla interdizione, alla costruzione e alla finalizzazione, composto da Ederson De Roon dietro e Miranchuk Kopmeiners davanti non è cosa così facile e Pioli non so se ci riesca con il suo 4141 e Zardo lo spiegherà meglio, spero, ma credo finalmente, disegnando un centrocampo più in verticale dove i suoi uomini dimostrano qualità secondarie di altissimo livello.
Non credo che in campo scendano gli schemi, ma sicuramente scendono gli uomini e, riprendendo l'invito in testa al mio intervento, ieri Adli ha fatto una straordinaria partita difensiva salvando pure su Kopmeiners servito da CDK su un errore di Pulisic che insieme a Theo fa parte della mossa a centrocampo che inguaia la Dea.
Non solo ma devo prepararmi opportuno pacco anche su Luftus, il mio caro Bronzo di Riace, che ieri finalmente gioca una partita maiuscola alla Savic tanto per intenderci e contribuisce e non poco a quell'oltre 70 per cento di possesso palla nel primo tempo, mantenuto, anche poco sotto il 70 per cento, nel secondo tempo.

L'unico appunto, non so forse perché la Dea sa soffrire bene in difesa, rimane sul magnifico Milan di ieri, è quello di non aver finalizzato di più con Pulisic e lo stesso Luftus che ciabatta malamente fuori, mentre Pulisic sfiora il palo, una così netta superiorità.
I commenti degli esperti nell'intervallo vertevano sulla tenuta fisica del Milan nel secondo tempo avendo surclassato una squadra che fa della corsa e della tecnica le sue armi preferite.
Questo si verifica per una certa prima parte del secondo tempo ma si riprende il Milan a chiudere la Dea e a tenerla in apprensione dopo il pareggio regalato con rigore dal VAR.

Le armi di Gasp date dalle sue frecce esterne e dal raffinato palleggio con improvvisi cambi di fronte sono state tutte bloccate e le punte, prima CDK e poi il solito indisponente Scamacca, con il consueto approccio superficiale, hanno trovato attentissimi centrali in Gabbia e Thiaw oggetto di critiche ma finalmente la superprestazione di Adli e la disposizione del centrocampo rinforzato da infaticabili Pulisic e Theo hanno distrutto queste armi micidiali.
Come nel dipinto pompeiano che ho messo come immagine dove viene ritratta la Dea con Meleandro dopo la caccia, penso che gli stessi in uno scenario di immaginifica trasposizione possono ben guardare il Gasp con un gran sospiro dopo essere tornati dalla caccia non sbranati a dovere dai diavoli rossoneri.
Un monumentale De Roon e una difesa rinforzata pragmaticamente da Gasperini consentono così alla Dea di uscire indenne, con ottima sponda degli assurdi regolamenti VAR, da un San Siro foresta molto poco ospitale per la Grande Cacciatrice.
Anzi avrebbe potuto esserci pure una beffa, cosa che il calcio regala spesso a chi domina, se Maignan non fosse volato a prendere una improvvisa legnata di Lookman e Scamacca non fosse stato così evanescente su una ripartenza da un errore, uno dei pochi, del Milan.
Se il tecnico orobico presenta lo stesso atteggiamento con l'Inter devastante di questi tempi non penso possa avere vita facile e alla fine la Dea si dimostra molto deludente rispetto a premesse che consideravo diverse ma francamente rese vane da una delle migliori prestazioni dei rossoneri.

Un pari che va quindi molto stretto al Milan, che consolida il suo terzo posto e, viste le ambasce della Juve, può continuare a puntare al secondo posto, perché con il primo occorre rassegnarsi allo strapotere Inter.
Quando il tabellone sarà completo con i recuperi si potranno fare delle considerazioni sul mio parametro preferito.
Le sue sono comunque cifre impressionanti tra le migliori non solo in Italia ma pure in Europa e confermano che contro la Beneamata quest'anno c'è ben poco da fare.
Alla cacciatrice si prospettano nuove occasioni ma da san Siro ne esce un poco ridimensionata.