La differenza tra una grande squadra e una che non lo è, oppure rimane un eterno progetto di grande squadra, può essere esemplificata dalla partita di ieri della Dea contro il Bologna.
Tecnicamente non vedo una vera differenza tra la Dea e il Bologna eppure ieri il Bologna ha dimostrato di essere una grande squadra e la Dea continua ad essere solo un progetto.
Non ho visto comunque il Bologna oggi magnificato dalla stampa sempre pronta oramai ad esaltarne il gioco offensivo.
Ho visto in altra partita invece una buona giovanissima Juve dove Allegri, il cui sciagurato centravanti sballa tre occasioni su errori del Napoli, sarà nuovamente messo in croce per il suo gioco difensivo.
Con un centravanti solo degno della metà per cui è costato avrebbe avuto ragione di un Napoli che comunque sta piano piano ritornando ad antichi schemi vincenti.
Gasperini ama molto prendersela un po' troppo al di fuori della sua sfera tecnica, e delle sue responsabilità, a mio avviso, dimenticando che questa volta la proprietà non ha certo badato a spese sia in estate e sia in inverno.

Prima di concentrarsi sugli episodi, che sicuramente lo hanno danneggiato, forse occorrerebbe ragionare, nel corso di questo campionato, sulle troppe spregiudicate corse dei suoi a correre dietro gli opposti per velenose perdite di palla che lasciano voragini per letali ripartenze, oppure sulla generale peggiore conduzione di quest'anno.
Mentre Motta alla giornata 27 quest'anno ha solo 4 sconfitte contro le 10 dello scorso anno, Gasperini inanella ben 9 sconfitte contro le 8 dello scorso anno.
Mentre Motta tranne la prima partita molto svagata contro il Milan con le grandi se la vede benissimo e perde solo contro degli outsider come l'Udinese e il Cagliari e di poco contro la Fiorentina, Gasp contro le grandi e contro lo stesso rivale le perde quasi tutte.
Ancora una volta mi dispiace, ma io sono rimasto difensivista, la differenza la fa la difesa, o meglio il “gioco difensivo” che sia chiaro non significa solo difendere ma soprattutto prenderne di meno, perché Motta lo scorso anno aveva 35 gol sul groppone e quest'anno ne ha solo 24 ben 11 gol in meno e ovviamente la grande differenza la fa anche l'attacco con 8 gol in più, 41 contro i 33.
Quindi è giusto concentrarsi sui due episodi, due errori della Dea, ma è anche giusto avere una visione di insieme dove l'allievo quest'anno fa decisamente meglio del maestro, sapendo anche pragmaticamente approfittare degli errori e portare a casa 3 punti difendendo ottimamente e che lo consolidano ad un insperato quarto posto, all'inizio di questo torneo.

Può essere anche per molti versi la partita dei rimpianti. Per la Dea trovare contro un giocatore come Freuler vero perno geometrico e baricentrico del gioco di Motta e per noi milanisti, vedere lo scatenato Saelemaekers, che da solo praticamente stende la Dea nel secondo tempo.
Ma il rimpianto atalantino penso si possa rivolgere all'oscuro lavoro di quello che si può considerare uno dei tecnici più raffinati ed esperti del campionato, pure lui ex milanista come calciatore, seppure in rapido passaggio, che è Giovanni Sartori, vero artefice della costruzione di questo splendido Bologna che Motta mette altrettanto splendidamente in campo.

Sia Motta e sia Gasperini scendono in campo per vincere la partita che mantiene nel primo tempo ritmi elevati e toni tecnici di buon livello.
Rientra Calafiori che ancora una volta dimostra di essere un prospetto di grande avvenire. Rimane un poco assente sul tap-in vincente di Lookman ma Gasp sa benissimo che è un'arma micidiale anche nelle percussioni.
Lo prende con Pasalic in posizione più arretrata. Non viene contrastato ma è comunque in imperioso stacco su un corner che Carnesecchi para d'istinto, poco prima del terribile doppio gancio pugilistico con il quale il Bologna stende una Dea che non riesce più a trovare la rimonta.
Il Maestro vince il suo confronto con l'Allievo nel primo tempo. Non si avventura più di tanto nei suoi assalti, questa volta.. Tiene fuori Ederson e Miranchuk in partenza. Fa ottimo filtro un poco a uomo e un poco a zona con un eccellente gioco a due di De Roon e Kopmeiners oggi molto arretrato e soprattutto mette in grande difficoltà Motta sulle fasce dove Posh e Orsolini sono in grande affanno sul duo Ruggeri, oggi in splendida prestazione finchè ha tenuto e un Lookman veloce e ispirato.
Un evanescente Fabbian viene imbrigliato nelle rete del centrocampo atalantino e quello petroniano deve molto lavorare per dare collaborazione alle fasce. Soprattutto con Freuler e Ferguson che deve limitare le sue consuete incursioni.
A sinistra non va sicuramente meglio a Motta, perché Zappacosta e CDK, che cicca malamente dopo pochi minuti una conclusione alta, prendono di infilata spesso con tocchi sapienti del belga che però dimostra ancora una volta numeri di alta classe ma ancora troppo poca consistenza nel contrasto e nella tenuta di palla, Ndoye, un poco fuori da zolle meglio conosciute a destra e Kristiansen non tengono e il gol atalantino arriva puntuale sul settore sinistro felsineo. Motta tiene malamente anche a destra e quindi i cambi campo avvolgenti della Dea sono efficaci. Infatti Posh becca quasi subito giallo. Si affaccia il Bologna raramente e in particolare con un colpo di testa di Fabbian.
Spreca un poco con Ruggeri e lo stesso Lookman la Dea che mette decisamente sotto il Bologna nei primi 30 minuti.
Il gol concretizza puntuale queste situazioni e vede il Bologna cedere a sinistra dove Ndoye viene saltato e Zappacosta, invitato con tocco vellutato da DeKate, va al tiro di potenza.
Dormicchiano sulla respinta del portiere un poco tutti in difesa e Lookman di rapina mette dentro.

Ha reazione rabbiosa il Bologna, che non ci sta a perdere e questo spiega alla fine del primo tempo il maggior possesso palla dei felsinei con un 51% e 5 tiri, contro iil 49% e 6 tiri della Dea di cui uno vincente. Un forcing che viene contenuto bene dalla Dea, perché Gasp si copre arretrando Pasalic e avvicinando le due punte per sfruttare al massimo, cosa che purtroppo per lui non si sfrutta appieno, la superiorità sulle fasce.
Cambia tutto Motta nella ripresa.
Effettua due mosse vincenti. Fuori uno spento Orsolini del resto ottimamente schermato da un super Ruggeri, per il nostro ex folletto belga, e pure Posh in grande difficolta per Lucumi. Il più tosto Beukema si porta in fascia destra, Ndoye va a destra e Saele si mette a imperversare da subito a sinistra.
Gasp ha forse il torto di non reagire a questa mossa con la dovuta tempestività. Sfiora infatti il pareggio il Bologna con la gran zuccata di Calafiori ma lo raggiunge poco dopo su un appoggio sbagliato dello stesso portiere che il pareggio lo aveva salvato poco prima.

Non è la prima volta che il giovane e comunque promettentissimo portiere atalantino, che praticamente ha mandato un panca Musso che non è certo uno qualsiasi, commette errori gravi di appoggio. Un fondamentale in cui deve sicuramente migliorare avendo un gioco di piede ancora non al livello delle altre sue qualità.
Non reagisce ancora Gasp quando Motta toglie lo spento Fabbian per Urbanski per dare più consistenza a una ripresa molto più energica in attacco e contenimento della sua squadra.
Prende gol sull'errore del portiere e su una magia di “Mago Silvan”/Zirkzee che, pure circondato, tocca di delizia allo scatenato Saele che viene steso da Kopmeiners.
Lo stesso con la calma dei campioni porta il pareggio sul giusto rigore.
Gasp, piuttosto tardivo non ha nemmeno il tempo di ragionare perché il Bologna trova una respinta fortunata su cui si avventa Ferguson che, con un gran gol di volo trova ancora una volta Carnesecchi non al meglio delle sue possibilità.
Un uno-due da stendere un toro.
Reagisce comunque questa volta Gasperini e massicciamente. Holm entra per Zappacosta che ha speso tanto, mette Ederson per avviare una riscossa, tenuto a riposo per il prossimo impegno europeo, Entra Pure Scamacca per un DeKate sparito dalla contesa, e va all'attacco a oltranza con Miranchuk al posto di Scalvini. Pressione che porta a poco anche perché oltre ad attaccare Motta dimostra anche di saper difendere bene con mosse azzeccate a contenere la pressione del resto molto confusa della Dea. Inserisce Odgard al posto di Zirkzee notevole per qualche tocco dei suoi ma soprattutto per la sua magia, e Aebischer per Ndoye a fare muro a centrocampo.
Gasp può sicuramente prendersela con gli episodi, ma dovrebbe considerare che se vince la sfida nel primo tempo non è così nel secondo non reagendo alle mosse di Motta che vince alla fine con un possesso palla del 45% e 11 tiri cioè con un prodotto di 4,95 contro il 55% e ancora di 11 tiri e un prodotto di 6,05. Se non si vince con questo divario, quello più efficace e anche più cinico e pragmatico non è stato certo Gasperini.
Superata da una Roma in grande crescita, la Dea è incalzata da un Napoli a soli 3 punti.

Quello che poteva essere un sogno di Europa, se continua così, dopo un filotto straordinario, rischia di divenire un incubo da media classifica.

Ha comunque mezzi per riprendersi e anche forze nuove da mettere in campo. Gasperini deve ritrovare schemi che non lo espongano eccessivamente in difesa se vuole competere.
Con le grandi e con le concorrenti le ha perse quasi tutte e così in Europa non si va di certo.