Alla giornata 28 i giochi europei major rimangono apertissimi dietro la lepre Inter che praticamente ha già scollinato, un poco come quando correva Fausto, il mio grande conterraneo, ”un uomo solo al comando...”.

La Dea inchioda la Juve con una rarissima partita di accorta difesa di Gasp, che è sicuramente evento da registrare. Sfodera un Koopmeiners oggetto del desiderio dichiarato della Juve in fase molto difensiva che conferma comunque le sue grandi doti balistiche, ponendosi forse anche come ideale ed eventuale sostituto di Rabiot.
Un Gasp più difensivo inconsueto, probabilmente perché gli manca il suo interditore principe De Roon, il migliore nel ruolo, a mio avviso, del campionato. Avesse Marten anche il tiro e magari un poco più coraggio quando gli capita, ma forse il Gasp glielo vieta, sarebbe un mediano di assoluto valore mondiale.
E in ogni caso il suo compatriota si posiziona degnamente sulle sue zolle e pure va a segnare e fa agguantare un punto che alla fine si farà sentire nella corsa per l'Europa, almeno una delle tre.

Passa la Dea con una furbata in punizione, che riesce benissimo, e poi in una rara azione corale va a pareggiare una partita che la Juve aveva il dovere di vincere stante il mio parametro preferito di partita.
Alla Juve è cominciato un calo forse per due motivi. Il primo è la perdita del contatto con la locomotiva Inter, il che costituisce un calo anche mentale e il secondo il fatto che sia sparito da un poco di tempo per vari motivi l'apporto del suo uomo migliore di centrocampo, un Rabiot in grande spolvero quest'anno, che ha dato quel valore aggiunto e quella carica per cercare di tenere il passo con una squadra di livello superiore.
Se ritorna il francese di inizio campionato si riapre una posizione di secondo posto finora tenuta dal criticatissimo Allegri, ma per ora l'altro criticatissimo collega, soprattutto sui social, lo sta superando, prima degli ultimi tornanti.
E soprattutto se ritrova un Chiesa al suo livello e schierato secondo logica.
I “miei” numeri di partita dicono che l'incontro Allegri doveva vincerlo e non lo ha fatto.

Magari sono approssimativi ma cercano di esporre sempre una cosa che potrebbe essere interessante. Se c'è sproporzione a favore e non si vince, qualcosa non ha funzionato e alla fine è sempre lo skipper che decide e si prende la colpa. Anche se in una Luna Rossa, come è una squadra da serie A, ci sono tanti che hanno la loro influenza e oggi più che di allenatore giova parlare di un team con allenatore a guidare la barca.

La Juve fa possesso palla del 51% e ben 18 tiri e quindi un prodotto di 9,18, la Dea ritorna fondamentalmente vincitrice dalla sua caccia con il 49% e solo 7 tiri con 3,43.
Grande efficacia perché dei tre che ne fa in porta due sono gol. Quando si ha un rapporto di quasi tre volte si deve vincere anche se l'allenatore non va in campo lui a segnare.
Se Allegri ha fatto benissimo lo scorso anno praticamente un poco come il mitico Atlante, quest'anno in acque meno tempestose non sta migliorando più di tanto.
Ha 4 sconfitte contro le 5 dello scorso anno e una differenza reti di 21 contro le 24. Quindi sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più, ma Piccio avrà sicuramente risposte tecniche sulle quali non metto parere.

Sulla Dea che dire. Nel cuore mi sta per affezione alla città, ma con Gasp si è sempre sulle montagne russe.
Se solo fosse meno garibaldino avrebbe oggi uno score decisamente superiore negli anni e tanti che ha passato con la “sua” Dea. Ma Berghem, occorre sempre ricordarlo è la Città dei Mille e in una sua leggiadra rotonda campeggia austero l'Eroe dei due Mondi.
Segna un poco di più e becca uguale ma un pareggio con una grande è un poco un evento perché finora le ha perse quasi tutte ma, come ho detto, più demerito dei bianconeri che merito suo, questa volta.

La Lazio chiude la giornata in RP, “rottura prolungata” come si direbbe in linguaggio ippico. Non è solo la partita che perde con numeri totalmente a favore e cioè possesso del 69% e 18 tiri e quindi un prodotto di ben 12,42 contro il 31% e 14 tiri e un prodotto di soli 4,34 dei friulani
Ma è il suo campionato che risulta francamente inguardabile rispetto ai suoi standard usuali.
Una differenza reti di due soli gol contro i ben 25 dello scorso anno e le 12 sconfitte contro le sole 5 dello scorso anno narrano di qualcosa di inspiegabile anche con l'uscita di un uomo fondamentale come Savic.
Ma forse nel calcio, pur essendoci un team, anche un solo uomo, se di grande caratura, può fare la differenza.

Il Milan ripete con Empoli più o meno gli stessi numeri che contro lo Slavia. 64% di possesso e 18 tiri cioè un prodotto di 11,52 e seppure con praticamente la campagna acquisti in campo fa 62% e 16 tiri con Empoli, quindi 9,92, squadra che mi sembra di molto inferiore alla Slavia.
Con lo Slavia infatti si è raddrizzata un poco la proporzione ma solo nel finale con due gol di scarto, rischiando pure il pareggio, e ce ne sarebbero stati almeno 3, con questi valori. Quindi con l'Empoli la campagna acquisti, al contrario, partorisce il classico topolino dalla montagna.
Qualche preoccupazione nel ritorno nella ormai Europa Minor salvastagione con i cugini in seconda stella, che forse è quello che più fa male, ce l'avrei.
“Li vachi li rŭmmia tŭta la noc”, si dice in dialetto milanese e, sia che ci siano i titolari e sia che non ci siano, i giocatori che ovviamente non sono come le mucche, nel Milan di oggi ruminano calcio e tanto.
Ciò nonostante, Pioli al contrario di Sarri fa meglio rispetto allo scorso anno. Fa un +8 di differenza reti, segnando di più e prendendo di meno nonostante l'emergenza continua in difesa con solo 5 sconfitte contro le 7 dello scorso anno.
In tutto questo giova comunque sempre ricordare che Pioli lo scorso anno è arrivato quinto.
Dalla campagna acquisti emerge un notevolissimo Pulisic e un Luftus che può dare di più. Bene Reijnders ma uno come Tijjani era forse già in casa. Lampi arrivano da Okafor e Jovic, buio totale da Chukuwueze, ma più che i lampi serve e molto un sostituto di Tonali che, a mio avviso non esiste, e il criticatissimo Pioli si è arrangiato spostando in avanti il gioco e pure non di poco.
E' secondo ora, fa meglio, ma se esce dall'Europa, anzi se non la vince, esce.

Per il Napoli rientra, a mio avviso prepotente il grande Eduardo con la sua meravigliosa “Napoli Milionaria”.
Il suo motto, totalmente adottato a livello nazionale “Adda passà 'a nuttata” si sposa benissimo con il nervosismo di un intero ambiente.
Il terzo allenatore fa quello che può con una squadra che è una pallida copia di quella dello scorso anno con una differenza reti di -9 e ben 8 sconfitte contro le 3 e l'ultima alla 28esima dello scorso anno proprio contro un Milan in una delle sua migliori partite di Pioli con sonante 4 a 0.
Un Napoli che proprio da quella partita inizia una notevole fase calante anche lo scorso anno, avendo raggiunto il suo massimo di 1,77 proprio la partita precedente a quella contro il Milan con una differenza reti di 44 per le 27 giornate giocate fino ad allora.
Il Napoli non raggiungerà infatti mai più quel valore terminando con un 1,28 e quindi il problema non è solo dovuto all'uscita determinante di Kim ma forse è qualcosa di più generale e il nervosismo che lo attraversa a tutti i livelli, pure Presidenziali, lo spiega.
Stasera contro il Barcellona gioca una partita importante e forse chiave di svolta di una intera stagione.

Dell'Inter ho detto. I suoi livelli sono praticamente irreali con +25 di differenza reti. Fa 70 reti contro le 47 dello scorso anno e ne subisce solo 13.
Se esce dalla Champions ritorneranno inevitabili le considerazioni sulla scarsità tecnica del nostro campionato a inficiare i formidabili risultati fin qui raggiunti.
E' infatti sempre più vero che il confronto sia sempre più spostato verso la capacità di prevalere oppure di ben figurare in Europa anche alla luce dell'aumento dei partecipanti italiani.
Come avevo scritto quando avevo altro Nick, la concorrenza della SuperLega è sempre la benvenuta e attiva le risposte dei monopolisti, con qualche idea creativa in più sulle competizioni Europee.
Ma soprattutto con tanti soldi in più, cosa che rende comunque sempre meno importanti i campionati nazionali, se non per andare nel giro più grande.

Infine la Roma alla 28esima fa meglio dello scorso anno. Fa +7 di differenza reti con ben 16 gol in più e ciò non può essere solo tutta farina del sacco di De Rossi che deve avere comunque grandi doti di motivatore.
Le statistiche parlano di un possesso palla Roma del 67% e 10 tiri e di un 33% e 10 tiri di Italiano. Quindi un 6,70 contro un 5,28. Ci starebbe una prevalenza Roma e rimane strano un possesso palla così basso della Viola.
La Roma acciuffa all'ultimo secondo un pareggio di una partita che la Viola forse considerava già vinta e questo non è proprio il massimo come giudizio per la partita della Roma da rivedere, ma la squadra con il Bologna azzoppato del suo gioiello ha prospettiche ottime chances europee di primo livello.
Metto il tarantolato Chiesa in evidenza non solo per la Juve, ma pure per la nostra Nazionale.