Preferisco un Presidente/Propretario sanguigno, magari che esca un poco fuori dalle righe, che cambi allenatori come umore improvviso, magari che pensa di licenziare su due piedi Garcia, che comunque ha cercato di fare qualcosa di diverso, addirittura nel giorno in cui lo presenta, che altre recenti situazioni in casa Milan. E comunque chi vivrà vedrà.
I tifosi napoletani non possono che essere orgogliosi del loro Napoli che esce con onore dalla massima competizione.
Per loro con la classica pragmaticità, antica di secoli, si può, in franco mio abbraccio ideale di tifoso, comunque e sempre, quando scendono in campo in Europa le squadre italiane, cantare la strofa di Simme 'e Napule paisà...

Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto
Chi ha dato, ha dato, ha dato
Scurdámmoce 'o passato
Simme 'e Napule paisa!

Non so se lo farà il suo focoso presidente, ma i tifosi devono proprio cominciare a “Scurdare 'o passato” e pensare al futuro.
Magari un futuro che alcuni componenti della squadra che, solo poco tempo prima questo futuro lo avevano proposto con un campionato vinto in grande stile, e che ore pongono lo stesso presidente nel dilemma se continuare o cambiare radicalmente.
Non cosa da poco, perché ieri tutto l'attacco del Napoli è mancato clamorosamente in occasioni da chiudere , due particolarmente, la prima di Osimhen e la seconda di Lindstrom che avrebbero almeno allungato la partita ai supplementari in tutta probabilità.
Deve giustamente recriminare su un rigore non concesso, con VAR che fa come le classiche tre scimmiette, e sorvola su un chiaro fallo sul nigeriano.
Purtroppo le tre scimmiette in campo internazionale a volte si presentano in chiara possibile sudditanza nei confronti delle squadre più blasonate, ma non voglio fare dietrologia, perché il Barca ha vinto con pieno merito e i numeri lo dimostrano ampiamente.
Ma sai, se si dà quel rigore forse c'è un'altra partita, ma il calcio, soprattutto senza il “mostro” attuale del Var, è bello, perché è sempre un poco alla ricerca di tempi perduti e quindi più umani nella giustizia e pure nella ingiustizia. E' il Calcio signori, Non la IA che si vuole far diventare!

Ma ieri sera Osimhen e Kvara sono state comunque le ombre dei grandi trascinatori dello scudetto.
Un centrocampo gagliardo solo nell'irriducibile Lobotka, ma impreciso, spento e pure penso di qualità piuttosto inadeguata in Traoré e Anguissa per il livello della competizione, è stato superato da quello del Barcellona.
Xavi manda il promettentissimo Lopez a controllare lo slovacco che comunque orchestra e tiene in piedi quello non certo irresistibile dei blaugrana con Gundogan piuttosto pallido parente, tranne che nel passaggio decisivo sul 3 a 1, del grande conductor visto nel City, e Chistensen pure acciaccato quasi subito, un difensore adattato in un Barcellona che Xavi arrangia come può.

I tifosi del Barca al contrario possono forse intonare i versi della splendida My Romance che mi suona sempre nelle orecchie con la calda e angelica voce di Ella oppure quella più baritonale e arrochita di Sammy Davis jr.

Wide awake I can make my most fantastic dreams
come true
My Romance doesn't need a thing but you”

I sogni ad ampio spettro che diventano realtà si focalizzano su un “but you” che costituisce la prodigiosa “cantera” catalana.
Ieri con due strepitosi ragazzini in campo che insieme fanno 33 anni più o meno.
Il primo Yamal ha già battuto tutti i record immaginabili ascrivibili “alla prima volta del più giovane” in tutte le competizioni.
Ha saltato a piè pari tutte le giovanili spagnole per andare subito in nazionale, il più giovane a esordire e segnare nella Liga. Insomma il più “giovane” di tutto.
Pure cattivello il pulzello che non tira mai indietro il piede e si prende un giustissimo giallo. Ma la rabona con cui inchioda Lobotka anche se lo slovacco si fa colpevolmente risucchiare fuori posizione, e certe percussioni lo indicano come un qualcosa di già tanto di più di un prospetto.
L'altro, Cubarsi, è di qualche mese più “vecchio”. Si fa per dire, beati loro.
Annulla Osimhen tranne che per il rigore non dato. Per il resto, anche aiutato dal roccioso Araujo un classico difensore uruguagio di tanta grinta, la palla proprio la nascondono al nigeriano in ombra di se stesso.
Non solo, ma il ragazzino pesca in un lancio di almeno 40 metri il razzente Lopez che mette alto malissimo. Quindi ha proprio tutto per diventare un formidabile difensore, capaci di uscite e di lanci di alta classe.
Kvara si è involuto in un aumento di frenesia e ricerca di finte, controfinte, finte delle controfinte e ha perso quella letale lucidità dello scorso anno.

Xavi mette bene i suoi con un triangolo basso fatto da Christensen e Gundgan davanti ai tre della difesa, e vertice alto Lopez, una difesa a tre con Kounde, pure lui fuori ruolo, Araujo e Cubarsi. e Cancelo, quarto flottante, che difendeva male e continua a farlo ma offende benissimo, libero di andare all'assalto, insieme ad un incontenibile Rafinha.

I due devastano il settore destro del Napoli dove Politano latita difensivamente e Di Lorenzo è preso in mezzo.
I centrali, si può tranquillamente rimpiangere Kim, non serrano bene e così il Napoli in un paio di minuti prende un uno due da atterrare il più tosto dei ciucci.
Cancelo dimostra le sue ineliminabili lacune difensive sul gol del Npoli ben condotto e qui Politano innesca Rahmani a rimorchio per il gol.
Accusa il colpo il Barça e il Napoli sale e dà pure la sensazione di agguantare il pareggio. Il Barca esce dalla partita per buoni 15 minuti e riappare rabbioso solo sul finire del primo tempo. Di Lorenzo va infatti di testa a colpo sicuro ma ter Stegen risponde volando da campione.

Il secondo tempo può essere quello dei rimpianti per i partenopei, perché al pareggio ci va davvero vicino. Una staffilata di Kvara sibila vicino al palo.
Yamal paga qualche ingenuità su un Rui che cresce. Non dura tanto perché Meret deve superarsi su una conclusione di Rafinha in fotocopia del primo gol.
Il 3241 del Barca a poco a poco prende il sopravvento. Xavi azzecca il cambio con Rodri e soprattutto Romeu per Christensen che aggiunge forza al centrocampo Blaugrana, anche perché Anguissa e Traoré calano vistosamente.
Yamal non aggiunge di poco una prima volta in gol pure in Champions e c'è pure il grande Lewandowsi a impegnare Meret in grande intervento. Poco prima cambia anche Calzona con Olivera e Lindstrom per Rui e Politano. Non serve a molto perché il Barca ritrova energie e Meret deve superarsi in più di una occasione anche su Gundogan.
All'80 il Napoli ha l'occasione del pareggio e Lindstrom, quella della partita,  la sciupa sciaguratamente e gol mancato, gol subito, si ripresenta con tragica puntualità.
Il solito duello perso da Osimhen porta alla rimessa laterale e Rodri in tandem con il subentrato Felix, pesca Gundogan che fa la cosa più bella della sua partita. La difesa un poco statica del Napoli non legge bene e si prende il tocco filtrante su cui va Lewandowski, da falco di area, che insacca.
Gameover per il Napoli che pure va ancora vicino al gol con Kvara e anche il subentrato Raspadori crea pericolo della serie “le partite non finiscono mai”.

Non saprei dire francamente quanto un Raspadori al posto dell'evanescente Osimhen avrebbe potuto fare in un trio con Politano e Kvara che aveva offerto in passato ottime soluzioni in mobilità con un Barca non certo imperforabile, ma anche questo può far parte dei rimpianti.
A ognuno quindi le sue canzoni e il Barca legittima il successo pur con un possesso palla del 47% ma con una quantità industriale di tiri, ben 24 dei quali ben 10 in porta e si può apprezzare il Meret migliore dei suoi e sicuramente lo scarso filtro del centrocampo partenopeo.
Il prodotto è 10,32. Il Napoli con 53% di possesso e 14 tiri, non pochi comunque, il che dice che il Barca non era imperforabile, dà un prodotto di 7,32 che giustifica forse un gol di troppo oppure uno di meno subito dal Napoli, perché quei 4 tiri in porta dovevano, più che potevano, dare molto di più.

Ma questo è il calcio e ognuno può ora intonare melodie diverse, soprattutto in chiave di futuro.
Dei due ragazzini quello che mi ha impressionato di più è il difensore, ma io sono un inguaribile difensivista. A tifare, come sempre, anche l'Inter di stasera.