In questi giorni, dopo l'accorato annuncio della vera Dea di VXL, e non certo di quella che ora rappresento, ho letto una serie di articoli di altissimo livello, quasi un fuoco di artificio come quelli nello spettacolo finale delle grandi feste patronali a festeggiare, però non un arrivederci all'anno successivo, ma una chiusura di un fenomeno che penso rimarrà unico.

Storicamente ci dobbiamo e ci dovremo chiedere in futuro come sia cambiata l'Umanità dopo il COVID che io personalmente interpreto come un segnale molto più consistente di cosa attende questa umanità fondamentalmente predatrice del meraviglioso mondo che le è stato donato, di quelli che sono confinati in un'area di pericolosità molto più ristretta, chiamati “cambiamenti climatici”
Questo fuoco di artificio giustamente premiato con voti altissimi ad apporti di altissima qualità testimonia ancora una volta come oggi ormai siamo fondamentalmente dominati da una logica di profitto che alla fine passa sopra a tutto.
Una testimonianza finale del valore fondamentalmente culturale di VXL che ha trasceso, per causa ancora una volta del COVID, quelli che erano in sostanza, insaporendoli pure in ambito competitivo, gli scopi iniziali di un approccio di “stampo giornalistico new age” applicato fondamentalmente al mondo del pallone.

Non conosco i motivi della cessazione di VXL, ma ritengo che siano molto probabilmente legati più ad una sostenibilità economica difficile da raggiungere che magari ad una differente impostazione editoriale.
O forse l'elevato livello culturale assunto non era più attrattivo dal punto di vista economico?
Oggi infatti, a mio avviso, assistiamo ad un fenomeno della cultura che, per sostenersi deve assumere il valore della massificazione.

Nelle città d'arte vagano greggi di turisti, pure grandi consumatori di bibite e street food, tra monumenti e testimonianze di storia millenaria della quale viene percepita solo una minima parte e quindi quello che conta alla fine è solo una sorta di visibilità, un “esserci” che magari con il tempo diventerà un puro divertimento olografico e virtuale e capace di riprodurre sensazioni visibili del tutto simili.
Tutto ciò ha un aspetto fondamentale ed è che viene consumato come la bibita o altro che si fagocita vagando dietro alla guida con ombrellino, un novello signifer di antiche legioni che un tempo conquistarono il mondo.

Probabilmente se VXL avesse assunto che so, il tono e le modalità di un Grande Fratello, attraendo quindi pubblicità in ambito di maggiore visibilità, oggi saremmo qui ancora a cimentarsi con elevato tasso culturale in una manifestazione fondamentalmente e virtuosamente competitiva.
Ma ovviamente questa è solo una mia impressione e valutazione del tutto personale.
Infatti non conosco affatto il mondo complesso della editoria, ma non è un caso che un fenomeno che assume certe rilevanze culturali se non viene in qualche modo sponsorizzato, ad esempio con qualche iniziativa che apporti dei fondi di sostentamento, e quindi non è destinato a finire nella logica della ingurgitante massificazione culturale, non possa quindi autosostenersi.
Questi ultimi articoli assumono quindi quasi un toccante coro greco che saluta una uscita senza alcuna speranza e ai quali mi associo con questo saluto e lo faccio mantenendo la mia “linea editoriale”, assunta con nick differenti.

Così come nelle feste patronali importanti, e succede anche qui a Berghem, il finale pirotecnico è quello più straordinario, ugualmente in questi ultimi giorni credo sia difficile vedere e leggere una concentrazione di così alto livello come negli ultimi interventi e quindi questo ancora di più testimonia, da una parte il valore di questa iniziativa e, dall'altra l'amara considerazione che ne traggo sul suo termine.

Parlo ancora una volta solo di calcio e di Milan, parlando di Calcio Milan. E non della Società Milan.
Questa sulla Società Milan è una domanda che può avere una risposta ovvia come si dice da una parte, quella oggi indagata persino nei supporti elettronici che tutto sono tranne che essere sicuri, oppure no e allora si aprono scenari un poco inquietanti.
Penso che il gioco di una squadra di calcio si basa sempre su un crinale instabile da cui si aprono sempre due scenari, soprattutto da un punto di vista mentale, cosa molto trascurata dal massificante mondo attuale.
Da un lato si perde per così dire il filo del discorso e dall'altra lo si acquista.
Con buona pace dell'amico Zardo, che saluto con sincero affetto spesso non condividendone la visione troppo critica nei confronti di Pioli, sono arrivato alla seguente conclusione che ovviamente sarà smentita dai fatti, oggi statisticamente contrari e ritenuti inattuabili.
Se Pioli e la squadra che mi sembra oggi molto unita con lui ci credono, possono ancora mettere paura alla strepitosa Inter fin qui giunta e dico fin qui.
Perché proprio la batosta mentale, perché di tale sentimento si tratta, subita da una eliminazione contro una squadra totalmente alla sua portata tecnica, e non si dica che il nostro è un campionato scadente, può avere effetti non valutabili e di cui si sono viste le avvisaglie sia in Coppa e sia nell'ultima partita con un Napoli tuttora in piena crisi di identità.
Mi sembra che l'Inter stia scivolando dal crinale verso il non gioco e il Milan stia entrando quasi improvvisamente in quello del gioco in cui ci sono tre protagonisti che stanno danno un contributo indispensabile e che sono Theo, Leao e Pulisic e molti altri che lo stanno dando in maniera importante.
E il fondamentale 424 di Pioli, per rimanere in ambito “tecnico”, perfettamente congeniale ai tre individuato anche come 415 dal grande Zardo, può dare delle sorprese rilevanti.
Nove giornate e un derby da giocare magari non alla abissale distanza di oggi possono dare motivazioni insperate.
Ovviamente questo è solo un augurio da un vecchio di “vecchia” fede milanista.


Mando quindi anche io il mio razzetto nella sarabanda finale.
Magari solo uno spruzzetto molto meno importante di quelli usuali a sbuffo come fugaci petali bianchi a contorno di fuochi ben più importanti ed imponenti.
Quello che dispiace che alla fine ci siano solo i botti finali come nel più classico degli spettacoli pirotecnici a rimbombare un cielo ormai privo di colori.
Grazie a tutti e soprattutto grazie alla Dea di questo sito.