Gli Annales cominciano già in epoca romana e, come dice la parola, riportano in maniera sintetica gli eventi più importanti della storia di un popolo su periodi anche di molti anni.
Tanti di essi erano “eponimi” cioè riportavano il nome di chi li aveva redatti oppure curati. Poiché la permanenza di un allenatore è di solito piuttosto breve nel caso di Simone Inzaghi si può, già, a mio avviso, sicuramente parlare di Annales.

Inzaghi, dopo la vittoria sul Nuovo Bologna che, come ho detto in altro intervento, “ritremare” il mondo fa, penso possa rientrare in questa categoria storica, almeno per quanto riguarda i periodi calcistici.
L'incrocio con i petroniani del resto costituisce davvero storia del Calcio Italiano, fin dal lontano '64 dove il Bologna conquista il suo ultimo scudetto.
Un'infausta caduta con il Bologna nell'anno del recente scudetto Milan, come sembra sia di comune sentire, per me a torto, facilitò l'ultimo scudetto milanista.

Narrano che una vivace discussione tra i due maxi presidenti di allora, cioè il sanguigno Dall'Ara e Moratti fosse stata un poco un evento scatenante l'infarto che, pochi giorni prima dell'unico spareggio che ha risolto uno scudetto, stroncò la vita a chi oggi è dedicato lo Stadio di Bologna.
Ma questa è una facile drammatizzazione di un fatto noto ed era che la passione di un “vero” presidente/proprietario, almeno di come magari un poco romanticamente lo intendo ancora io, aveva allora comunque il sopravvento sulle ben note precarie condizioni del cuore di Dall'Ara.
Perché usare questa parola di Annales? Penso che Inzaghi si stia avviando a battere record storici con questo campionato 23/24 stradominato dai nerazzurri in maniera ancora più perentoria di quanto abbia pure fatto il magnifico Napoli di Spalletti dello scorso anno.

Per il Napoli sembra ormai che l'impresa, come purtroppo è sempre successo nella storia del nostro calcio, sia un evento sporadico rispetto alla solita triade dominante di Juve Inter Milan, per il Milan molto meno negli ultimi anni per la verità-
Del grande Simone, addirittura in non tanto antico odore di licenziamento, il suo secondo posto dietro a Sarri, nel 19/20 con un ottimo 1,18. la sua vittoria del 2000/01 con un notevole 1,42 un secondo posto dietro a Pioli con un 1,37, il terzo con un più deludente 0,67 dietro a Spalletti e ancora Sarri lo scorso anno, e lo stratosferico attuale 2,03 di quest'anno, penso che contribuiscano insieme alle Coppe e Supercoppe Italiche di cui è indiscusso maestro a citare la parola Annales, visti i tempi di permanenza media sopra indicati.

E la facilità con cui si fanno saltare gli allenatori.
Lo dico in funzione del mio parametro di giudizio preferito che mi permetto di tirare in ballo senza tanto poi entrare nei meriti tecnici di una singola partita che lascio a chi è molto più bravo di me a coglierli, magari di giustamente oggi orgogliosa fede interista.
Occorre anche ricordare che con Inzaghi la Benamata ricompare sul podio oro/argento/bronzo, dopo parecchi anni e l'ultima volta che vi era apparsa fu nel 2010/11 con il duo Benitez/Leonardo. Non solo ma che bene o male ci è rimasta da quando Inzaghi vi compare per la prima volta.

Se considero, lo ricordo, il parametro dato dal rapporto tra differenza reti e partite giocate, Inzaghi ha attualmente oggi il miglior valore prospettivo dal campionato 1946/47 rigiocato a girone unico.
Il più alto valore mai visto è del campionato 47/48 ed appartiene nientemeno che al Grande Torino di Sperone con un incredibile 2,30. Ma quello fu un campionato giocato su 40 partite e quindi se adottiamo un valore proporzionale a 38 partite il record da battere del Grande Torino sarebbe di qualche punto inferiore, cioè di 2,20 circa.
Non mi sembra poi così lontano da quello attuale di Inzaghi, e comunque è il secondo in quasi 80 anni di campionato, almeno per ora.

Ovvio è il valore attuale e può scendere, come è successo con il Napoli ma almeno così non sembra potrà avverarsi poi tanto visto che anche l'accreditatissimo Bologna non ha fatto tremare l'Inter, pure molto modificata di ieri sera con un dosaggio perfetto di cambi e di energie.
La finale europea con il City, considerata la squadra più forte del mondo, persa di misura e non sfigurando affatto, accredita l'Inter in un  tempo ovviamente molto più ridotto di un Annales, di vera caratura internazionale, che trova già la prossima settimana nell'Atletico del Cholo una conferma di alto impegno, ma non la diminuisce certamente in sede nazionale nonostante che molti tendano a minimizzare il valore del nostro campionato, anche qui a torto, a mio modesto avviso.

Il valore sopra indicato non è dato solo dai gol segnati ma soprattutto, secondo la mia personale visione calcistica, dai pochi gol subiti, solo 13.
Difficile che possa battere il record di Capello di soli 15 nel campionato Milan del 93/94 che, sempre riparametrato sulle 38 partite, darebbe un teorico di 17 gol.
E' comunque anche qui, prospetticamente il secondo miglior risultato in termini di gol incassati, almeno finora.
Quindi parlare di Annales di Simone Inzaghi non sembra davvero improprio se si esce dalla logica del tifo di parte.

Pure le mosse a sorpresa fanno parte degli Annales del calcio italico e quella di Motta, me la si passi, ricorda un poco quella di Bernardini nel '64 quando mise un terzino, Capra, all'ala temendo molto l'asse Inter di sinistra di Helenio con il dirompente Facchetti e l'estro di Corso.
Quella fu una mossa vincente, quella di Motta con un centravanti all'ala non mi è sembrata altrettanto.
Giusto che tema il veloce Carlos e il piede sinistro magico di Bastoni che ogni giorno di più dimostra di essere uno dei migliori del nostro campionato e non solo, ma così ha snaturato il gioco corale molto apprezzato della sua squadra.

Odgaard, che di professione fa l'attaccante, svolge diligentemente il suo compitino ma neanche poi tanto perché è proprio dal piede fatato di Bastoni che arriva il gol interista che sblocca un braccio di ferro, giocato soprattutto a centrocampo tra due squadre che sembrano avere in testa più il pareggio che una vittoria.
Ma riduce, con una presenza mai pesante in attacco, la coralità a 180 gradi del gioco offensivo bolognese. Ma quello che è francamente da Annales è il modo con il quale la Beneamata e quindi anche chi la conduce può tranquillamente entrarci in citazione perenne.
Molti gol arrivano dai difensori direttamente e magari in gioco a due in area, uno di testa mi ricordo dai difensori del Gasp, ma francamente un gol condotto, giocato e realizzato solo da difensori non mi sembra di averlo mai visto.

Il tutto avviene al 37' del primo tempo.
Già prima un errore grave di appoggio dal basso della difesa bolognese aveva concesso a Barella una conclusione solitaria sventata da un grande intervento di Skorupski.
Riceve palla Carlos, che è un difensore più che ala quinto, la gioca su Bastoni che è il centrale di sinistra, mi rifiuto di usare la parola braccetto, che la fa spiovere con un giro perfetto in area bolognese.
Il difensore/ala quinto di destra che è Darmian si trova in posizione di centravanti in area e si porta via la marcatura di Kristiansen, arriva il centrale di destra Bisseck che la mette in rete da vero centravanti, non andando direttamente, ma facendo rimbalzare la palla sul terreno nel modo più difficile da prendere per un portiere, quindi da vero centravanti. Un poco colpevole lo è Saele che non chiude , ieri piuttosto confusionario, ma la mossa vincente è quella di Darmian.

Non so quanto sia voluta, ma nell'azione con i difensori in attacco, mi è sembrato di intravedere i mediani in difesa al loro posto, e quindi non credo sia facile vedere un gol a reparti totalmente invertiti e quindi da Annales sicuramente.

A parte la sventagliata di Ferguson che Sommer controlla da par suo, solo un errore di appoggio di Thuram permette a Zirkzee il peggiore dei suoi, dal mio punto di vista e spiego poi il perché, di sparare a rete e purtroppo per lui ...salva Freuler!
Bastoni ne commette un altro, unica pecca di una partita maiuscola,  e una magia di tacco di Zirkzee non ha fortuna.
Quello più grave lo commette però Asllani subentrato a Calha che sbaglia un appoggio in modo grossolano, mettendo il Bologna in un due contro uno davanti alla porta con Zirkzee in controllo e Odgaard che pure di mestiere fa la punta in appoggio.
Invece di darla al compagno che non è in fuorigioco, Zirkzee vuole fare tutto da solo da vero “ganassa”, come si dice a Milano, e mette un velleitario tiro pure fiacco tra le braccia di Sommer che sicuramente aveva visto le streghe!

Per questo, anche se alcuni colpi rimangono da citare, ma comunque molto meno rispetto ai suoi standard, si becca il mio personale peggiore in campo!

Il migliore lo è lo straordinario Bastoni ma sopratutto il regista che difende come una grande squadra deve fare un risultato prezioso anche per gli Annales oltre che per un campionato che sembra praticamente già vinto, con gli ovvi scongiuri di rito di fede nerazzurra.
E poi Bisseck che entra con la sicurezza di un veterano fa vedere anche un lavoro di scelta tecnica di altissimo livello.
Motta rimedia alle sue “stranezze” nella ripresa ridando al suo notevolissimo Bologna un assetto usuale nella ripresa ma l'Inter tiene benissimo.
Il mio numero riassuntivo di giudizio della partita è decisamente impietoso con Motta che sbaglia sicuramente la sua partita, capita ed è tutta esperienza.
Il Bologna ha un possesso palla del 60% finale, lo aveva del 53% nel primo tempo con ben 19 tiri che dà un prodotto di 11,40. L'Inter con il 40% e 5 tiri fa un prodotto di 2,0.
Con un rapporto di oltre 5 le partite si vincono e non si perdono oppure al massimo si pareggiano ma dicono anche che il Bologna per essere una grande squadra deve sicuramente migliorare, ma la strada, se non si cedono i pezzi migliori è già tracciata.

L'Inter non fa alcun tiro in porta nel secondo tempo (sic!) e questo credo sia cosa ancora da Annales per vincere comunque.
Infatti il Bologna ha alla fine del primo tempo il 53% con 7 tiri e l'Inter il 47% con appunto 5 tiri. I due prodotti di 3,71 e di 2,35 parlano di una partita più equilibrata di grande pressione finché si vuole ma sempre con molta attenzione a non prenderle.

Per concludere occorre citare un marchio di fabbrica del gioco Inter, poco prima della fine del secondo tempo. La palla viaggia velocissima indipendentemente dagli interpreti da un lato all'altro del campo.
Un centrocampista fa da perno centrale al lancio sull'esterno quinto oppure il centrale, quasi sempre il sinistro di Bastoni, di precisione poggia sulla corsa in lato opposto e sono guai per chiudere l'incursione e il cross sugli immancabili avanzanti nerazzurri qualunque essi siano.
Bernardini ci riuscì e Motta no, e nella vita c'è sempre da imparare anche dal passato lontano.
Per l'Inter vediano ad ogni partita personaggi e interpreti anche diversi per un copione ben definito...da Annales, davvero!