Ho scoperto VxL troppo tardi.
Troppo tardi ho realizzato che c’era una piattaforma dove potevo parlare di uno dei miei argomenti preferiti, il calcio, senza timore di immotivate censure. Sì perché, per quanto suoni assurdo, la censura è arrivata perfino nel mondo del calcio. Con la scusa della “moderazione” necessaria per bloccare troll e maleducati, esistono siti popolati da troll e maleducati (!) nei quali riesco a scrivere solo in determinate ore del giorno: in altre, molti miei commenti vengono costantemente cancellati dal "moderatore" di turno. Non uso parolacce, non vado fuori tema, argomento ogni mio pensiero, ma vengo censurato. E non sono il solo.
Fino a poco tempo prima dell’introduzione della “moderazione”, erano molti i commentatori che rispondevano alle persone che utilizzavano la nota piattaforma (CM…) per insultare Allegri. Ora i loro commenti sono limitati a certe ore del giorno, esattamente come i miei; ed alcuni di quei commentatori, stanchi di scrivere post poi censurati, hanno smesso semplicemente di scrivere. Continuano a imperversare, invece, gli odiatori professionisti, con i loro epiteti odiosi e spesso volgari.

VxL no. Questa era un’oasi felice, e fa sempre rabbia assistere alla chiusura di un’oasi felice. E sapere di averla vissuta troppo poco, quell’oasi, fa ancora più rabbia. Avrei potuto parlare di fatti reali, episodi lieti o importanti della mia vita; o avrei potuto uscire dall’anonimato e, in qualche modo, pubblicizzare i miei libri; oppure, molto più facilmente, considerando la mia riservatezza, avrei potuto limitarmi a scrivere un racconto.
Non ho fatto nulla di tutto questo, e non l’ho fatto perché mi sono sempre detto “tanto c’è tempo”, ed allora il mio desiderio di rispondere ad altri commentatori che parlavano di calcio prendeva il sopravvento.
“Tanto c’è tempo”. E invece…

E invece c’è spazio per un ultimo articolo. E anche se non c’è più tempo, non scriverò comunque nulla di me, e non pubblicizzerò i miei libri, e non pubblicherò un racconto scritto apposta per Vxl, perché adesso non avrebbe senso, cambiare registro rispetto a quanto ho scritto fino ad ora.
Non mi resta quindi che parlare ancora una volta del mio sport preferito, il calcio, e della mia squadra del cuore, la Juventus (Jea, perdonami...). E nel tentativo di resistere quanto più possibile alla chiusura dell’oasi felice, voglio farlo parlando di futuro. Il futuro della Juve, quello che mi immagino, quello che vorrei.

Per parlare del futuro, occorre partire dal presente, cioè dalla rosa attuale. Nel 2024/25 andrà cambiata completamente, come molti tifosi sostengono? A mio avviso no. Parteciperemo alla nuova Champions e al Mundialito per Club, e quindi sarà necessario, oltre a migliorare la rosa, anche ampliarla. Ed entrambe le cose possono essere ottenute in un colpo solo semplicemente facendo sì che i titolari di oggi diventino le seconde linee di domani.
Ma procediamo con ordine, reparto per reparto.
Ovviamente l’allenatore era, è e deve rimanere Allegri, che anche in questi tre anni ha dimostrato di poter raggiungere posizioni più alte di quelle che la rosa consentirebbe. Abbiamo giocato l’intero girone di andata del 2021/22 senza un centravanti, l’anno scorso abbiamo giocato in balia del calendario giudiziario, con Pogba fuori dal campo, Chiesa ancora condizionato dall’infortunio e Vlahovic debilitato dalla pubalgia, ed è da tre anni che non abbiamo un centrocampo, eppure siamo sempre in zona Champions. Grazie ad Allegri. I tre portieri possono essere tranquillamente riconfermati. E non ci sono problemi nemmeno per quanto riguarda i difensori centrali: Bremer, Danilo, Dyalo, Gatti e Rugani, insieme al rientrante Huijsen, permettono di avere titolari e riserve di una difesa a tre per tutte le competizioni.
Ma siccome Allegri non è un integralista dei moduli, che anzi cambia spesso durante la stagione a seconda delle partite o dello stato di forma dei giocatori, ecco che occorrono anche quattro terzini, che attualmente non abbiamo, o perlomeno non sono tali da garantire uno schema diverso in difesa. Alex Sandro se ne andrà, De Sciglio ha passato l’anno in infermeria, Weah non ha mai convinto del tutto e Danilo non ha più la mobilità di un tempo. L’unico potrebbe essere Cambiaso, ma il suo rendimento come esterno è tale da suggerire di non modificarne il ruolo. Supponendo quindi di tenere come riserve Weah e in casi estremi anche Danilo e Cambiaso, occorrerà trovare un terzino destro e un sinistro titolari. Mi piace l’idea che siano italiani, quindi faccio due nomi: Bellanova e Calafiori.
A centrocampo “disponiamo” attualmente di Locatelli, Rabiot, McKennie, Miretti, Fagioli, Alcaraz, Nicolussi Caviglia, Pogba, oltre a Nonge in Next Gen e ai rientranti Arthur e Barrenechea. Confermerei i primi cinque (Locatelli, Rabiot, McKennie, Miretti, Fagioli), terrei Alcaraz solo in caso di ulteriore prestito, venderei Nicolussi Caviglia, Arthur e Barrenechea e chiuderei il rapporto con Pogba.
Per completare il reparto, occorre un regista vero e di esperienza internazionale, come Jorginho, e centrocampisti bravi a costruire come Koopmainers e Thuram. Non trascurerei neanche le piste che portano a Sudakov e Samardzic, ma per ora mi fermo ai primi tre nomi. Per quanto riguarda Nonge, credo che abbia una classe e una eleganza fuori dal comune. Difetta di esperienza, ma ritengo che, nella Juve che vorrei, non ci sia spazio per farsi una esperienza: personalmente quindi, pur con rammarico, lo manderei un anno in prestito in qualche squadra di Serie A.

Capitolo esterni: confermato Cambiaso, rimangono le incognite riguardanti Iling Junior, Kostic e Chiesa. Per quanto riguarda i primi due, il dubbio è sul loro reale apporto alla squadra, visto che difficilmente li ho visti fare una partita in cui abbiano saputo interpretare bene entrambe le fasi, sia quella offensiva che quella difensiva, cosa ormai indispensabile nel calcio moderno. Ecco perché terrei uno solo dei due come riserva di Cambiaso. Sull’altro lato, invece, bisogna vedere quelle che saranno le necessità economiche del club, visto che l’anno prossimo ci sarà il rientro di Soulè. Si potrebbe quindi pensare che quella zona del campo possa essere coperta da Chiesa e Soulè, ma le incognite sono diverse.
Per quanto riguarda Chiesa, ipotizzando che l’anno prossimo non risenta più dei problemi fisici che lo hanno condizionato negli ultimi due anni, occorre comunque valutarne la posizione: è un esterno o una seconda punta? A mio avviso è un’ottima seconda punta (come provato dai 4 gol in 5 partite di inizio stagione) che fa movimenti da esterno.
Ma al di là dei movimenti, il gol col Napoli, triangolazione e tiro a rete dai limiti dell’area, è il tipico gol da seconda punta. E per Soulè pesano la necessità di fare cassa e, anche nel suo caso, le scarse capacità in fase difensiva. C’è però McKennie, che in questo campionato ha giocato diverse partite da esterno e sempre ad alti livelli. Se poi guardiamo l’attacco, con Vlahovic come prima punta e Yildiz e Chiesa seconde punte, abbiamo attualmente Milik e Kean, il primo spesso in infermeria, il secondo scalpitante e desideroso di cambiare squadra. Una soluzione che permetterebbe di avere diverse alternative sia a destra che in attacco è ancora un italiano: Zaniolo.

Ed eccomi quindi arrivato alla rosa finale. I tre portieri, i sei difensori centrali, Bellanova e Calafiori terzini, a centrocampo Locatelli, Rabiot, Miretti, Fagioli, Jorginho, Koopmainers e Thuram, esterni Mckennie, Cambiaso e Kostic, col jolly Zaniolo che può completare anche il reparto d’attacco, composto da Vlahovic, Chiesa, Yildiz e Milik. In tutto, fanno 26 giocatori, di cui 6 nuovi. E si arriva quindi all’ultimo problema: come permetterseli? Una prima, parziale soluzione arriva dalle cessioni: quelle di Alex Sandro, De Sciglio, Nicolussi Caviglia, Pogba, Barrenechea, Soulè, Iling Junior, Kaio Jorge, Kean, quand’anche non portassero soldi, abbasserebbero comunque il monte ingaggi (nota: per Soulè ed Iling Junior, eserciterei comunque il diritto di ricompra).
Ma la vera risposta sta nel motivo per cui sono necessari sei nuovi giocatori: partecipare alla Champions e al Mondiale per Club, due competizioni che, solo per il fatto di esserci, portano in dote 80 + 50 milioni. Due piattaforme tali da risultare estremamente appetibili sia per i giocatori, che per gli sponsor che per la Exor stessa.
Ed ecco quindi che, pur di entrare in una delle pochissime squadre che l’anno prossimo potranno partecipare ad entrambe le competizioni, ci saranno giocatori disposti a chiedere qualcosa in meno e ci saranno sponsor disposti a dare qualcosa in più. E la stessa Exor potrà forse riaprire nuovamente le casse, visto che l’accesso a fasi avanzate dei tornei permetterebbe di rientrare più velocemente del capitale investito. E tornare ad essere vincenti. Perché alla Juve, vincere, non è importante: è l’unica cosa che conta.

E con questo ho chiuso.
Non mi resta che salutarvi tutti, ringraziarvi per l’attenzione e per la pazienza, e ringraziare in particolar modo la redazione e ancor più Jea.
Auguri a tutti per l’imminente Pasqua e per un radioso futuro.