Premessa: non sarò breve. I ragionamenti argomentati richiedono tempo, la brevità è negli slogan e gli slogan li lascio volentieri agli ultrà antiallegriani, quelli per intenderci che accusano Allegri di tutto, senza nemmeno rendersi conto di come le loro tesi si scontrino con i fatti. E allora, andiamo a vedere tesi e fatti.

Con Allegri, perfino CR7 ha segnato poco. Falso.
Basta andare a vedere la storia di CR7 per rendersi conto che, in qualsiasi squadra abbia giocato per più di un anno, il portoghese il primo anno ha sempre segnato meno gol che negli anni seguenti.

Allegri non fa giocare i giovani. Falso. Anche qui, basta un po’ di documentazione per vedere che il tecnico livornese ha fatto giocare i giovani come e più dei suoi colleghi: da Astori ed Acquafresca nel Cagliari a El Shaarawy, De Sciglio, Merkel, Cristante, Pato, M’Baye Niang, Balotelli, Krkic nel Milan, a Coman, Pogba, Fagioli, Miretti, Kean, Iling Junior (giusto per citarne alcuni) nella Juve.

Allegri fa giocare i giovani solo se non ha alternative o se sono fortissimi. Falso. E ridicolo. Premesso che molti dei nomi sopra citati hanno giocato anche in presenza di alternative, mi spiegate quale allenatore schiera giocatori deboli purché siano giovani?

Allegri fa perdere valore ai giocatori. Falso. Nessuno dei giovani citati sopra ha perso valore, l’hanno tutti acquistato. E che dire, per fare un altro esempio, di Rabiot? Tutti a prendere in giro Allegri quando diceva che era un centrocampista da dieci gol all’anno, e quest’anno il francese ne ha fatti 11, giocando il suo miglior campionato. A ben guardare, quindi, gli ultrà antiallegriani accusano Allegri per la pubalgia di Vlahovic e i traumi di Chiesa e Pogba. Che dire…

Allegri ha perso lo scudetto con un Milan di campioni. Falso. Allegri è arrivato secondo dietro alla Juve avendo una squadra che non era nemmeno da secondo posto. C’erano grandi nomi, ma si trattava di un bell’album di figurine, visto che molti di loro, da Nesta a Gattuso a Inzaghi a Seedorf a Zambrotta, l’anno successivo o si ritirarono o andarono a militare in squadre di seconda fascia di campionati minori.

Allegri nel Milan non schierava Pirlo. Falso. Anche qui, basta documentarsi un po’ per scoprire che Pirlo saltò 17 partite per infortunio. Ciononostante, in assenza del maestro, Allegri riuscì comunque a trovare una quadra.
E qui arriva la critica successiva: Allegri non ridiede a Pirlo il suo ruolo neanche quando ritornò dagli infortuni. Cioè, tu sei l’allenatore di una squadra che si sta giocando il campionato e che ha vinto senza Pirlo trovando un suo assetto, e siccome Pirlo è tornato, anche se chiaramente con uno stato di forma approssimativo, dovresti cambiare nuovamente assetto!?! Ma perché mai? Ma il detto “squadra che vince non si cambia” non lo avete mai sentito? L’importante era che la squadra vincesse o che Pirlo giocasse? Che poi, si può cambiare tutto, tranne il regista: è come cambiare l’alzatore nella pallavolo, una mossa disperata quando le cose vanno male, non certo una mossa da fare quando le cose vanno bene!

Allegri ha vinto perché la Juve era quella di Conte. Falso. Allegri prese in mano una rosa leggermente più debole di quella lasciata da Conte e dopo tre mesi cambiò totalmente schema, passando dal 3-5-2 al 4-3-1-2. E quella rosa abbandonata da Conte perché secondo il pugliese non era in grado di competere in Europa, arrivò in finale di Champions.

Allegri vince solo se ha grandi giocatori. Vero. Ora ditemi in quale campionato, negli ultimi vent’anni, ha vinto una squadra di brocchi. In Francia il PSG? In Germania il Bayern? In Spagna il Real o il Barcellona? Perfino il Leicester tutto era tranne che una squadra di brocchi, e infatti Ranieri ha vinto col Leicester, non con la Roma, la Samp o il Cagliari. Gli allenatori vincono solo se hanno grandi giocatori, e questo vale per tutti, che si chiamino Conte, Mourinho, Guardiola o Zidane.

Allegri ha perso il Campionato avendo la rosa più costosa di tutte. Vero. Ma, a prescindere dal fatto che non è stato lui a redigere quei contratti e che molti giocatori sono stati comprati per Sarri e per Pirlo (Danilo, Deligt, Rabiot, Ramsey, Kulusevsky, Arthur, Chiesa, McKennie, Morata) e non durante le sue gestioni; a prescindere da questo, dicevo, “la più costosa” non vuol dire “la più forte”, altrimenti il PSG sarebbe monopolista delle Champions da anni, e invece non ne ha vinta una. Perché una squadra è forte non solo se i giocatori della rosa sono forti, ma soprattutto se è completa. Fossero anche i migliori 22 del mondo, una rosa di 22 portieri non sarebbe una squadra forte, perché non sarebbe completa. E completa, la Juve, non lo è più da anni. C’è mancato un centrocampo all’altezza e da due anni in qua anche un attaccante all’altezza. E sono gli attaccanti che segnano, non gli allenatori.

Allegri ha perso il Campionato 2021-22 avendo la rosa più forte di tutte. Falso. La rosa dello scorso anno non era tra le prime sette (e nel girone d’andata perfino otto) del campionato. Davanti a noi c’erano le due milanesi, le due romane, il Napoli, l’Atalanta e nel girone d’andata perfino la Fiorentina.
E non sono solo io a dirlo, ma perfino i numeri. Perché se è vero, come è vero, che tutti gli allenatori sono concordi nel dire che una squadra per essere forte deve avere una colonna centrale forte (portiere, centrale di difesa, centrocampista e centravanti), se anche ci limitiamo a guardare il reparto avanzato, i numeri dicono che non c’è una squadra, tra quelle citate, che non avesse nelle gambe più gol della Juve. Ad Immobile-Milinkovic Savic, 38 gol, Lautaro (o in alternativa Dzeko) – Perisic 42, Abraham-Pellegrini 26, Osimhen (o Mertens)- Ruiz 32, Pasalic- Zapata (o Muriel) 32, Leao (o Giroud o Ibra)-Kessie 36, Vlahovic-Gonzales 24, noi rispondevamo con Morata, che nei vari campionati in cui ha giocato non ha mai segnato più di 15 reti, e Locatelli, il cui record è di 4 reti! A ben guardare, perfino Verona e Sassuolo avevano attaccanti più prolifici.

Allegri ha perso il Campionato 2022-23 avendo la rosa più forte di tutte. Falso. E palesemente. La scorsa estate sono andati via Chiellini, De Ligt, Bernardeschi, Dybala, Morata e praticamente tutto il centrocampo, ad eccezione di Rabiot e Locatelli; e sono arrivati Bremer, Di Maria, Paredes, Pogba, Kostic, Milik, Gatti e Fagioli. Sulla carta, un cambio alla pari in difesa, vantaggioso a centrocampo e sulle fasce e svantaggioso in attacco. Di fatto, complici gli infortuni, gli unici cambi favorevoli, rispetto allo scorso anno, sono stati sulla fascia sinistra con Kostic e a centrocampo con Fagioli. E se siamo così poco migliorati rispetto alla pessima squadra dello scorso anno, come si può pensare che la nostra fosse la migliore rosa del campionato? La verità è che sul campo siamo stati più forti di squadre meglio assortite di noi, Milan e Inter su tutte.

Con Allegri Vlahovic ha smesso di segnare. Falso. Nel campionato 2021-22 la media gol su azione di Vlahovic è rimasta invariata, anzi, è leggermente migliorata. Non è quindi per Allegri che Vlahovic segna di meno, ma per la pubalgia che l'ha colpito lo scorso anno.

Per colpa di Allegri quest’anno non siamo mai stati competitivi, le penalizzazioni non c’entrano. Falso. Anche qui basta osservare i dati. A parte i primi due mesi, dove come detto, tra infortuni e tempi necessari per i nuovi innesti abbiamo pagato il fatto di avere una rosa addirittura peggiore di quella dello scorso anno, la Juve ha praticamente vinto sempre, tranne in concomitanza con le decisioni della Ingiustizia Antisportiva. Dalla 10a giornata alla 17a abbiamo sempre vinto, poi abbiamo perso col Napoli e col Sassuolo e pareggiato con l’Atalanta. Le date? Dal 13 al 29 gennaio, e la preannunciata penalizzazione è arrivata il 20…
Poi altre sette vittorie e una sconfitta con la Roma (l’unica non legata al calendario giudiziario…), prima di arrivare a perdere altri punti con Lazio, Napoli e Bologna, guarda caso nello stesso periodo in cui si sono chiuse le indagini sugli stipendi, si è riunito il collegio di garanzia e si è rimandato tutto a un altro processo.
Poi altre vittorie fino al 22 Maggio, giorno in cui l’Ingiustizia Antisportiva ha aspettato la fine della partita della Roma e l’inizio di quella della Juve contro l’Empoli per punire nuovamente i bianconeri. Calendari alla mano, come si fa a negare come quanto accaduto fuori dal campo abbia influito in campo?
E come si fa a negare la bravura di Allegri nell’ottenere, nonostante tutto, i risultati che ha ottenuto? C’è qualcuno che crede davvero che, se fosse stato il Napoli a subire una simile sorte per la faccenda Osimhen, i partenopei avrebbero continuato a macinare gioco anche dal centro classifica, senza perdere motivazioni e punti?!? Suvvia!

Allegri ha perso due finali Champions. Vero. Ma c’è arrivato. Battendo in semifinale squadre sulla carta molto più forti della Juve.

Allegri è un difensivista, un gioco che ormai non gioca più nessuno. Falso. Lo scorso anno, tre delle quattro semifinaliste di Champions sono arrivate a quel turno giocando in modo ancora più difensivista di Allegri, e lo stesso si può dire della Roma quest’anno in Europa League. In Conference, il West Ham ha vinto con il 37% di possesso palla e quattro tiri in porta.

Allegri sbaglia le formazioni. Questo slogan l’ho sentito dire anche quando i giocatori erano contati! E la riprova quale sarebbe? Che i nuovi entrati segnano! In sostanza, mentre per qualsiasi altro allenatore azzeccare un cambio diventa sinonimo di bravura, per Allegri sarebbe la dimostrazione che non sa allenare!

E infine, l’ultimo, immancabile slogan: Con Allegri la Juve non ha gioco. Se non ce lo avesse, non vincerebbe una partita, quindi da un punto di vista oggettivo questa frase è falsa. Diventa comprensibile se per “gioco” si intende “bel gioco”, ma la bellezza è soggettiva, al contrario del risultato. E la Juve ha il dovere, prima di tutto, di guardare al risultato. Il Lecce di Zeman era bello a vedersi, ma subì più gol di quanti ne fece: molto meglio vincere 38 partite per 1 a 0. E la strada per vincere Allegri la conosce bene. Ciò che però gli ultrà antiallegriani faticano ad ammettere o a capire è che il gioco non lo fanno gli schemi, ma i giocatori. Lo abbiamo visto ai mondiali dell’'82, quando Bearzot cambiò un solo giocatore, Oriali per Marini, e la brutta Italia vista nel girone di Vigo divenne Campione del Mondo.
Bearzot non cambiò schemi: semplicemente, Oriali aveva caratteristiche diverse da Marini, era più fluidificante, e tutta la squadra se ne giovò. E lo abbiamo visto anche quest’anno, quando Chiesa o Di Maria erano in palla, o nelle poche giocate di Pogba: bastava il suo ingresso per illuminare il gioco. La bravura di Allegri è stata valorizzare al massimo giocatori che queste caratteristiche non le hanno. Non è un caso se ha richiamato Pogba: e se l’anno prossimo il francese dovesse tornare ai suoi livelli, questa storia del gioco non potrà più raccontarla nessuno. Come d’altra parte non si poteva raccontare nei primi anni quattro anni di Allegri alla Juve. Il grave errore del quinto anno è stato non capire che, se quella squadra aveva perso smalto, non era per colpa di Allegri, ma per l’incompletezza della rosa (mancava il centrocampo).
Chi vuole cacciare Allegri commette lo stesso errore.