Se c'è un parametro che dalla mia analisi segue e indica in maniera abbastanza inequivocabile la possibilità di vincere un campionato, questo non è dato dal punteggio ma bensì dal rapporto tra la differenza reti e il numero di partite giocate. Prendendo in considerazione i 19 campionati giocati sulla lunghezza delle 38 partite dalla tabella seguente direi che emergono dei dati abbastanza significativi e probanti, a mio avviso.

Ecco la tabella che riporta il primo e il secondo posto a partire  dal primo campionato a 38 partite che è il 2004 2005. Per ogni campionato viene indicato il vincitore e il secondo arrivato e viene indicato il rapporto tra la differenza reti e il numero di partite giocate.

Campionato 2004 2005  Juve 1,05;  Milan 0,95

Campionato 2005 2006 Inter 1,00 ;  Roma 0,74

Campionato 2006 2007 Inter 1,21;   Roma 1,05

Campionato 2007 2008 Inter 1,13;   Roma 0,92

Campionato 2008 2009 Inter 1,00;   Juve 0,84

Campionato 2009 2010 Juve 1,08;   Roma 0,71

Campionato 2010 2011 Milan 1,08; Juve 0,71

Campionato 2011 2012 Juve 1,26;  Milan 1,08

Campionato 2012 2013 Juve 1,24; Napoli 0,97

Campionato 2013 2014 Juve 1,50; Roma 1,24

Campionato 2014 2015 Juve 1,26; Roma 0,61

Campionato 2015 2016 Juve 1,45; Napoli 1,26

Campionato 2016 2017 Juve 1,32; Roma 1,37 ***

Campionato 2018 2019 Juve 1,05; Napoli 1,00

Campionato 2019 2020 Juve 0,87 ***;Inter 1,18 ***

Campionato 2020 2021 Inter 1,42; Milan 0,87

Campionato 2021 2022 Milan 1,00; Inter 1,37 ***

Campionato 2022 2023 Napoli 1,28; Lazio 0,79

Campionato 2023 2024 Inter 2,00; alla decima giornata Napoli, Atalanta, Juve 1,00

Credo che questa tabella evidenzi un risultato abbastanza sorprendente da me già indicato in altri interventi specifici al riguardo. Per prima cosa occorre dare una spiegazione agli asterischi che indicano dei risultati “anomali” cioè che non rientrano in una continuità e congruità di significato rispetto a quelli rimanenti. Tralasciando per ora il campionato in corso che comunque fornisce, per le poche partite, un risultato approssimativo, se poi in maniera non così tanto approssimativo ma siamo comunque troppo all'inizio, su 36 risultati di una statistica averne solo 4 anomali, 11% dica molto semplicemente che questo modo di abbinare il vincitore ad un parametro non sia poi così peregrino. Direi, al contrario che rappresenti un valore valido di corrispondenza per vincere essendo un valore assoluto e non legato ai punti ma semplicemente alla prestazione sul campo di una squadra come risultato di una forza offensiva e difensiva. Un valore che, se non supera 1,00 , sicuramente il campionato non si vince, oppure si hanno ben poche possibilità di vincerlo. Diventa pertanto un valore asettico, pure non legato a interventi esterni, a penalizzazioni e quant'altro.

Se dovessi usare una terminologia matematica potrei affermare che condizione necessaria e sufficiente per vincere un campionato sia avere un parametro  uguale e superiore a 1, e che condizione necessaria ma non sufficiente sia quella, fenomeno però molto più raro, per vincerlo, di avere un parametro superiore al primo.

Per cui, se fossi un allenatore e avessi un risultato superiore al primo arrivato mi porrei serie domande, vista la congruenza dei valori sopra indicata, sul perché non sono riuscito a vincerlo.

Cosa dicono però in questa tabella le sue “anomalie”?

La prima considerazione è che solo una volta su 18 il campionato è stato vinto con un valore inferiore a 1, nel campionato 2019 2020, e solo 3 volte il secondo ha avuto un punteggio superiore al primo. Se poi si considera che la Roma nel campionato 2016 2017 è solo di pochissimo inferiore alla Juve e nei due casi rimanenti è coinvolta l'Inter, squadra “pazzerella” per definizione, devo concludere che alla fine che questo valore, di almeno 1,00 e il suo superamento, sia molto ben correlato con la possibilità  di vittoria finale.

Proseguire quindi nel rilevamento dello stesso dato e del suo andamento può essere anche un modo predittivo di come si può orientare il campionato stesso.

Se allora, il parametro 1,00, cioè in qualche misura bilanciare vittoriosamente e con costanza l'azione offensiva e difensiva data dalla differenza reti, oppure, meglio superarla, può anche fornire, in corsa, delle indicazioni sullo svolgimento del torneo, è chiaro come in questa corsa, per ora il Milan, nonostante i laudatores della Rosea, per ora non ci sia, ma sicuramente Inter e Juve, e sorprendentemente la Dea e il tanto bistrattato Napoli di Garcia. Ovvio che siamo solo all'inizio di un percorso ma vale sempre il vecchio detto che “il buongiorno si vede dal mattino”.

E vediamo l'oggetto della ira dei social come dice oggi, in un sorprendente articolo della Rosea in cui si parla di miracoli e che quindi vedo come una sorta di Te Deum al nuovo sole e vento che dovrebbe fugare tutte le nuvole esistenti, a sproposito secondo il zelante ed entusiasta commentatore: Pioli.

Sempre secondo il mio parametro Pioli fornisce uno 0,45 nel campionato 2019 2020, uno 0,87 in quello successivo e un 1,00 in quello vincente, salvo poi scendere a 0,55 nell'ultimo. Oggi si trova a 0,70, quindi in risalita su una, per ora probabile  parabola discendente. Quindi il laudator maximus della Rosea di oggi ha in parte ragione e in parte risulta un tantinello euforico sulle reali possibilità di questo Milan, con o senza l'arrivo di Sole/Vento Ibra. Per cui criticarlo troppo o elogiarlo troppo, visto che comparativamente 1,00 non è poi che sia un risultato così eclatante penso non sia corretto e, almeno per ora un buon  “in medio stat virtus”, seppure attendista, ci sta tutto, così come il giudizio sulla validità della campagna acquisti da lui voluta e di cui è il principale responsabile.