Ieri il Milan è sceso in campo a Colonia per la prima uscita stagionale. Ha disputato un match di un certo impegno contro un avversario dignitoso, 7° nell'ultimo campionato di Bundesliga. Il confronto era valido per l'assegnazione di uno dei tantissimi trofei estivi messi in palio per far circolare il nome degli sponsor.
Per l'occasione, i rossoneri hanno schierato una formazione molto simile a quelle che, di solito, si mettono in campo nel primo impegno di Coppa Italia, con tante seconde scelte. A volte si tratta di riserve di lusso, ma pur sempre di seconde scelte. Hanno vinto senza soffrire più del lecito contro un avversario bellicoso, ma molto corretto, spinto da un pubblico entusiasta e, tuttavia, rilassato. I gol dei rossoneri sono stati di Giroud, entrambi nella prima fase, mentre quello tedesco è stato di Dietz.
Pioli ha schierato un assetto il più simile possibile a quello tradizionale. Davanti a Tătăruşanu c'era una linea con Florenzi, Kalulu, Gabbia e Ballo-Touré. Il centrocampo prevedeva un Bakayoko basso davanti alla difesa, alla Tonali o alla Kessie quando giocano in quel ruolo. Pobega era più avanzato, alla Bennacer, ma anche alla maniera degli stessi Kessie e Tonali, quando si muovono più avanzati. Diaz era il regista offensivo, che galleggiava in mezzo al campo senza compiti di marcatura, se non occasionali. In attacco c'erano Giroud con il confermato Messias e Rebic. Il croato, talentuoso e un po' matto, giostrava più centrale e prossimo alla prima punta rispetto al poetico e sfarfalleggiante Leao. Nessun giocatore può essere Leao. Può solo sostituirlo, magari benissimo come ha fatto Rebic, ma giocando secondo le proprie caratteristiche.
In realtà, le caratteristiche dei giocatori erano tali che i rossoneri, al di là dell'assetto teorico, non potevano fare le stesse cose che normalmente fanno con la formazione titolare. Bakayoko è un frangiflutti e, infatti, si è rivelato valido solo nel fare muro davanti alla difesa o, quando l'azione del Colonia spingeva indietro i rossoneri, nel battere via da ultimo uomo o quasi. Di certo non saliva (o saliva pochissimo e occasionalmente) per scambiarsi il ruolo con il compagno di centrocampo, come fanno Tonali, Kessie e Bennacer. Era quindi un Milan dal centrocampo molto rigido, direi scolastico, nel quale Pobega, in leggero ritardo sulla velocità, si vedeva poco. Il ragazzo appariva un po' isolato, non solo per l'atteggiamento guardingo di Baka, ma anche perché Diaz riempiva poco il campo.
Diaz, tuttavia, preso singolarmente, appariva in gamba e in palla, già avanti di condizione, favorito in ciò dal fisico leggero che, con ogni evidenza, va presto in forma. Successe anche l'anno scorso con l'inizio sfolgorante nelle prime settimane della stagione. I problemi potrebbero risorgere quando tutti, avversari compresi, si saranno allineati al suo stato di forma.

Il Colonia praticava un calcio molto all'inglese, comunque nordico, nel senso tradizionale della parola (nulla a che vedere col calcio attuale della Premier). La palla andava larga alle ali, schierate sulla fascia del piede preferito (a destra il destro e a sinistra il sinistro), che mettevano dentro cross su cross per Modeste, un attaccante all'antica molto prolifico nel suo campionato. Era un calcio divertente, direi anzi che è quello che mi diverte più vedere, il quale non può essere, tuttavia, eseguito in maniera monocorde, come invece hanno fatto ieri i tedeschi. Il Colonia, alla resa dei conti, in assenza di significative variazioni sul tema, ha buttato dentro palloni prevedibili, causando solo mischie.
Il Milan, ripartendo con 3-4 uomini, l'ha prima messa dentro con uno scambio veloce e preciso Rebic-Messias-Rebic-Giroud.
Il francese, lasciato libero e bello nell'area teutonica, ha ricevuto un tacco delizioso di Rebic e ha scavalcato il portiere con uno scovolino zuccherato per poi insaccare tranquillo. Nel secondo caso, Kalulu ha impostato l'azione uscendo alla Baresi e ha servito Giroud, il cui tiro a giro ha dato l'impressione di diventare ancora più a giro per una deviazione. Il trio Rebic, Messias e Giroud avrebbe potuto realizzare il terzo gol, ma ha gestito l'occasione con eccessiva accademia. E poi, per quanto il Colonia creasse solo mischie, sarebbe stata una punizione ingiusta per i bavaresi, sempre molto leali e corretti nel loro sano agonismo senza perfidia.
Nel secondo tempo, Diaz ha lasciato il posto ad Adli, che si è schierato a sua volta in posizione di regista offensivo, anche se rispetto a Diaz galleggiava meno al centro, perché avendo le leve più lunghe, riusciva a giostrare con più efficacia a destra e a sinistra. Era anche più fresco degli avversari e questo lo favoriva. Lo stesso Pobega dava l'impressione di essere cresciuto rispetto alla prima fase. Un po' iniziava a trovare i meccanismi nella posizione assegnatagli da Pioli e un po', se anche mancava ancora di brillantezza, dimostrava di essere già messo very well quanto a fondo.
Il Colonia, dal canto suo, si produceva in un inizio di ripresa molto dinamico, che chiudeva un po' lì i rossoneri, i quali si difendevano, tuttavia, con molta grinta ed efficacia intorno a Mirante. Il terzo portiere, subentrato a Tătăruşanu, faceva valere la sua indubbia esperienza.
La partita vera e propria finiva al 60°, quanto Pioli iniziava a schierare anche i massaggiatori.
Si vedevano quindi alcune facce ormai in partenza o in transito, come Maldini e Michelis, più alcuni nomi della Primavera. Questo manipolo di giocatori, comunque, Primavera compresi, ha retto bene nei 10 minuti che hanno preceduto i cambi analoghi del Colonia. Forse il problema della Primavera di Giunti non erano i giocatori, ma il tecnico. Speriamo che Ignazio Abate, ottimo finalista nel campionato under-17 vinto dalla Roma, faccia meglio. La primavera precede l'estate. E' il futuro e non si può trascurare.
Il gol del Colonia, probabilmente in fuorigioco, arrivava dopo un'azione flipper, confusa come la maggior parte degli attacchi dei tedeschi. In ogni caso, arrivava quando la partita non aveva più senso come test, se non per l'assegnazione del trofeo estivo.
Da quel punto di vista, anche con i giovanissimi in campo, la partita avrebbe continuato ad avere un suo perché fino al 90°.

Quali conseguenze dobbiamo trarre da questo primo match del Diavolo? E' indubbio che sia un segnale chiaro per le rivali ovvero che il Milan ha un parco giocatori con delle seconde linee di tutto rispetto. Rebic, veterano della nazionale croata e vicecampione del mondo, fa la riserva. Gabbia e Ballo-Touré (autore di una sola sbavatura in attacco, ma sulla quale ha poi recuperato bene in difesa) sono in fondo gli ultimi rincalzi del reparto arretrato. Tătăruşanu e Mirante non hanno sfigurato come sostituti di Maignan. Insomma, il gruppo c'è ed è competitivo.
Una vittoria a Colonia, del resto, 7^ forza della Bundesliga, non sarebbe stata da buttare via neanche per Bayern e Borussia Dortmund.
C'è anche un rovescio della medaglia, però. In estate le seconde scelte partono sempre molto forte, in quanto il loro scopo è imporsi all'attenzione dell'allenatore.
Il loro entusiasmo si spegne sempre un po', man mano che, nel corso della stagione, le riserve si accorgono di essere rimaste riserve. In secondo luogo, il Colonia ha giocato con molto impegno ed entusiasmo, ma senza spirito carognesco o praticando un calcio colloso (courtesy by Pellegatti), come invece potrebbe fare un Udinese, solo per fare un esempio, fra non molti giorni con i punti in palio. 
Il Milan sarebbe, anzi è, competitivo anche ora, ma competitivo non vuole necessariamente essere in grado di vincere lo Scudetto o avere garanzie di andare avanti in Champions. Il Diavolo è una squadra migliorabile che non sarebbe male rinforzare con profili, anche giovani, ma di qualità. Sanches? Per quel che mi concerne, non lo considero più, ma Onana sarebbe un bel profilo che, oltretutto, si integrerebbe bene con Adli. Tanganga, Theate, come lo stesso usato sicuro Acerbi, non sarebbero male. De Ketalaere e/o Ziyech rappresenterebbero la/le ciliegine sulla torta.

Fra l'andare in fibrillazione con la motivazione che non si compra e pensare di essere invincibili perché si è vinto a Colonia, c'è una via di mezzo, il principio di ragionevolezza, il giusto medio aristotelico
Questo principio ci dice che le cose vanno bene, ma che è sempre meglio cercare di farle andare... meglio.