Quante volte, tra una chiacchiera e l'altra si sente parlare del Calcio come uno Sport evoluto, plasmato  da un ventunesimo secolo intriso da progressi, stravolgimenti, che ne hanno cambiato di fatto i connotati? Un quesito retorico, poiché l'ubiquità di tale argomento è giunta ormai ad una condizione di pervasività assoluta. Non è più un tema discusso, argomentato esclusivamente nei Bar o in altre località e situazioni di spensieratezza collettiva. Ormai lo sanno anche le pietre, può piacere o meno, il football è lo Sport che non ha pericoli di scendere di posto nelle gerarchie, esso è paragonabile al pane quotidiano. Se proprio vogliamo dirla tutta, per fortuna, si è scardinato anche quel fastidioso e insopportabile pregiudizio, secondo cui tale materia di interesse fosse solo per uomini. Un aspetto, quest'ultimo, che lo rende ancor di più universale. Negli ultimi anni infatti, tra gli spalti dello stadio, nelle pagine ufficiali social delle rispettive società, in particolare nella sezione commenti, è in continua crescita la partecipazione alle discussioni, ai consensi, tramite likes, del mondo femminile. Ebbene sì, un vento di cambiamento, di quelli che per una volta possiamo definire positivi, sembra aver fatto cambiare le idee. A rafforzare ancor di più questa ventata di rosa in questa disciplina agonistica, è senza ombra di dubbio una maggiore attenzione nei riguardi dei tornei femminili e l'introduzione di arbitri donna a dirigere le partite di Serie A maschile. Riguardo quest'ultimo punto, un esempio calzante è stato quello della partita andata in scena allo stadio Olimpico di Roma, domenica 14 gennaio, Lazio vs Lecce, arbitrata in maniera eccellente da Maria Sole Ferrieri Caputi.
Chiudendo questa parentesi, doverosa, che lascia un timido e dolce sorriso sulle labbra, provo ora a portare l'attenzione su un focus molto particolare, di cui nessuno forse se ne è reso conto, o magari non ha ritenuto opportuno farlo.
Tra i vari pour parler calcistici, si sentono spesso affermazioni dure ma che sottolineano la realtà più fedele ai fatti...
Il Calcio e i suoi valori storici sono andati perduti!
Quei ragazzacci che correvano dietro al pallone, che si sporcavano di fango, con quella rabbia agonistica sul volto è ormai un lontano e malinconico ricordo...
Conta solo il Dio Denaro!
L'attaccamento alla maglia non esiste più! 
Sono tutti dei mercenari!
Pensano solo a mettere la firma sul contratto!
Per quello che percepiscono dovrebbero fare le fiamme in mezzo al campo!
Ha deciso di abbandonare la barca per andare a fare soldi altrove! Questo sarebbe l'attaccamento alla maglia?

In quanti, presi da un po' di rabbia per l'andamento della propria squadra, per lo scarso impegno o per addii dolorosi da parte dei propri beniamini, hanno pronunciato tali espressioni?   

Viste le cifre esorbitanti percepite da lor signori che scendono in campo è inevitabile! Così si giustificherebbe.

Poi c'è chi come sempre cerca di trovare una spiegazione a determinati atteggiamenti, situazioni, e arriva alla conclusione di affermare che sono ormai dei professionisti, un po' come un lavoratore dipendente, operaio, che va dove c'è più guadagno. Sicuramente sono espressioni, confronti coraggiosi, ma alla base non fanno una piega!   
Sono sacrosante, concrete, fondate sui fatti le idee esplicitate e analizzate finora, eppure c'è un organo, un'équipe che milita nella Serie A di Calcio maschile, che sembra fare uno strappo alla regola: la Lazio di Claudio Lotito.

Potrebbe essere azzardato affermare ciò, ma lavorando, costruendo mattone su mattone, il patron biancoceleste vanta un ecosistema peculiare, l'eccezione in un algoritmo sopraffatto esclusivamente dal denaro, l'ozio e l'alienazione dall'identità del sistema di appartenenza. È questa la realtà dei fatti, la società capitolina con i colori legati alla sponda nord del Tevere è un sistema operativo inedito.

A questo punto è lecito domandarsi: perché?
La risposta a questo si può dare approfondendo di più la stessa situazione che ad oggi ha lo spogliatoio guidato dal tecnico toscano Maurizio Sarri. Quest'ultimo è con ogni probabilità l'unico allenatore, nel Calcio di oggi, ad avere una formazione composta da ragazzi, che ancor prima di essere giocatori, e quindi atleti professionisti, ad avere la passione per le cromature della squadra in cui giocano, in questo caso bianche e azzurre:

Danilo Cataldi, nato e cresciuto a Roma, fin da piccolo tifosi biancoceleste, esattamente nove anni fa riuscì a coronare il suo sogno vestendo la maglia del cuore.

Alessio Romagnoli, nel segno del numero 13 sulle spalle, lascia il Milan dopo esserne stato il capitano per diversi anni e aver vinto l'ultimo scudetto con Pioli. Quel bambino di Anzio, divenuto uomo, cresciuto con il mito di Alessandro Nesta, esaudisce il suo desiderio nell'estate del 2022, legandosi a vita con la Lazio e rinunciando anche agli interessi di natura economica.   

Luca Pellegrini, dopo tanta gavetta, arrivato a vestire anche una delle maglie più prestigiose del Calcio italiano, come quella della Juventus, nella finestra di Calciomercato invernale 2023 riesce ad arrivare in prestito dove aveva sempre voluto: la Lazio. Per questioni contrattuali, al termine della stagione 22/23 torna momentaneamente alla Continassa, ma per poco, poiché dopo qualche mese, Luca fa ritorno a casa, questa volta con una formula che lo legherà  definitivamente ai colori biancazzurri.  

Poi c'è chi addirittura è diventato innamorato pazzo del mondo laziale dopo i primi giorni:
Mattia Zaccagni
, arrivato alla fine dell'estate 2021, partita dopo partita si è amalgamato completamente con l'ambiente. Ad oggi è uno dei senatori indiscussi, spesso è proprio su di lui che va l'attenzione in partite fondamentali come il Derby.

Matteo Guendouzi, calciatore francese, classe 1999, arrivato dall'Olympique di Marsiglia, fin dal giorno zero, pur essendo arrivato alla fine della finestra di Calciomercato, e quindi non avendo svolto la preparazione nel ritiro estivo, si è preso il centrocampo! Già nella trasferta contro il Napoli, d'inizio stagione, aveva fatto capire le sue intenzioni, ovvero di scrivere pagine di storia con il club biancoceleste.

Nicolò Rovella, è un altro ragazzo giovane, di ottime prospettive, arrivato nella Capitale nell'estate 2023. Non è passato neanche un anno, eppure i colori della Lazio sembrano essergli entrati nel sangue. È clamoroso un video divenuto virale sui social che lo immortala in un momento pre-gara in cui canta, a squarciagola, insieme ai tifosi, l'inno "Quant'è bello esse laziali".

Nella lista di certo non potevano mancare Ciro Immobile e F. Anderson. Due leaders: il primo vanta un record assoluto di gol, tanto da essere l'attaccante più prolifico della storia della S.S.Lazio. Ciro, anche soprannominato il King, pur essendo campano, di certo non ha dubbi su quale possa essere la sua squadra del cuore. Il 7 brasiliano invece, ha festeggiato proprio nella partita contro il Lecce la sua trecentesima presenza con l'aquila sul petto. Una giornata che ha arricchito anche con un gol. Una rete pesantissima, che di fatto ha permesso alla Lazio di vincere contro i giallorossi salentini. F. Anderson, ha una storia lunga e piena d'amore all'ombra del Colosseo. Egli, dopo aver giocato dal 2013 al 2018, decise di cambiare aria, prima al West Ham Utd, poi al Porto, ma dato che al cuor non si comanda, nell'estate 2021 non ci pensò due volte quando Sarri, neo allenatore delle aquile, lo richiamò a rapporto.   

Da questo excursus, da questa analisi, il marchio di fabbrica Made in Lotito è inequivocabile: una squadra che in ogni partita scende in campo con l'intenzione di combattere con la passione del tifoso. Una caratteristica apparentemente innocua, ma che in realtà funge da vaccino contro l'ozio, un virus che colpisce sempre più spesso gli atleti contemporanei.   

Tra gli spogliatoi e il quartier generale del Training center di Formello pare ci sia un motto ben preciso che non conosce ozio, alienazione ne altre forme che remerebbero contro la mission.  
Un fenomeno losco: "Ozio, con questa maglia non ti conosco!"  

Mattia Savinelli