Il mondo del Calcio è in lutto, cuori in frantumi per la triste notizia arrivata nella serata di lunedì 22 gennaio: all'età di 79 anni si è spento Gigi Riva, la grande stella del Calcio Made in Italy.   

Rombo di tuono, nella giornata di domenica, aveva avuto un primo malessere, tanto che la sua famiglia aveva deciso di farlo ricoverare nel reparto di cardiologia all'ospedale Brotzu di Cagliari. Dopo una situazione apparentemente stabile, un secondo malore improvviso non gli ha lasciato scampo...

Se ne è andato un grande uomo in grado di contrastare uno dei peggiori mali della vita: la depressione. Un esempio di Sport, stella del Calcio, della Nazionale italiana ma soprattutto del Cagliari, al quale ha deciso di legarsi a vita. La Sardegna e la città di Cagliari, di fatto, sono divenute nel tempo la sua seconda regione e città di appartenenza. Un ragazzo di Varese, destinato però a scrivere pagine d'oro della sua vita agonistica con i colori rossoblù, un mix cromatico e forti emozioni che portò sul tetto d'Italia, poiché Gigi, con le sue eccelse capacità, ha fatto conquistare alla società cagliaritana il suo primo e unico scudetto nel 1970. Con la maglia azzurra è stato campione d'Europa nel 1968, in quella storica finale a Roma contro la Jugoslavia.
Quella dell'europeo fu una delle prime soddisfazioni, poiché nel Mondiale di Messico Settanta, dopo una doppietta ai quarti, siglò una rete nella partita con la Germania contribuendo alla vittoria che portò l'Italia a giocarsi la finale contro il Brasile. Gigi, oltre a rimanere per sempre una bandiera del club sardo, sarà ricordato anche come un recordman azzurro: poiché detiene il primato di aver siglato 35 reti in 42 presenze. Dopo aver chiuso la sua carriera da giocatore, egli ha continuato a vivere nel mondo del pallone, sempre a Cagliari in cui ha anche aperto una scuola calcio. Il legame sportivo con questa città continuò sotto altri ruoli fuori dal campo: in particolare, per un breve periodo, negli anni Ottanta, divenne presidente della società rossoblù, mentre negli anni Novanta ne fu il dirigente accompagnatore. Successivamente divenne team manager della Nazionale fino al 2013. Dal 2019 invece era stato nominato presidente onorario del Cagliari Calcio.   

Il soprannome Rombo di tuono
In una partita a San Siro, contro l'Inter, dinanzi a circa settantamila spettatori, Gigi, rifilò due reti alla squadra di casa che quel giorno perse 3-1. Ed ecco che un giornalista, sul Guerin sportivo, lo soprannominò Rombo di tuono. Un appellativo che stava a sottolineare la potenza di questo attaccante che possedeva un sinistro micidiale.

Gigi porta via con se l'essenza pura di questa disciplina agonistica, di quel Calcio con foto e video in bianco e nero, raccontato sia sui giornali, nelle pagine di gazzetta, la cui fragranza, profumo ne è una peculiarità unica e speciale, un tratto costituente di storia, di narrazione degli eventi sul rettangolo di gioco, ma anche attraverso quelle telecronache didascaliche fatte da telecronisti appartenenti al vecchio stampo, quello dei tempi del monopolio televisivo pubblico.
Per quanto possa essere materiale antico viene la pelle d'oca, ancora oggi, sentire audio che racchiudono periodi in cui questo Sport non conosceva ancora il fenomeno della spettacolarizzazione. Il tutto era incentrato su quei ragazzi giovani, che correvano per conquistare quella sfera di cuoio, con la sete di vittoria, perché insaccare la palla in rete e portare a casa il risultato era l'unica motivazione per cui si scendeva in campo.  

Grazie di tutto Gigi. Tutta l'Italia ti stimerà e ricorderà per sempre.  
Riposa in pace Leggenda.

Mattia Savinelli