NOTA della redazione per i blogger: per il mese di febbraio, sono stati sospesi i voti agli articoli, ecco perché tutti i blogger ricevono una bassa valutazione con il voto 1; vogliamo dunque chiarire che non è un giudizio negativo al pezzo qui proposto. Grazie per continuare a scrivere su VxL.


Il tratto caratteristico più affascinante dello sport è senza ombra di dubbio la storia. Nella maggior parte dei casi, durante la nostra quotidianità, presi da una miriade di pensieri rivolti agli impegni da portare a termine, può capitare, almeno inizialmente, riflettendoci in maniera superficiale, di pensare che lo sport sia un qualcosa di futile, per il quale non vi si possono ritagliare dei momenti importanti, se non per intrattenere una banale conversazione da Bar. Questo, forse, potrebbe essere un pensiero comune, appartenente a molte persone, giustificato, ovviamente, dal proprio modo, giustamente libero, di vedere la vita. Quando invece si parla con un appassionato (un appellativo apparentemente associabile a tutti, ma che in realtà non lo è assolutamente), colui che sa vedere oltre la copertina di un libro, perché spinto dall'amore assoluto e incondizionato, quello che può essere il Tennis, il Basket, la Pallavolo, il Rugby, il Nuoto, il Calcio, ha un valore inestimabile! Soffermandoci e facendo un'analisi più accurata della questione, specialmente con il football (non a caso lo sport più amato al mondo) nessuno può considerarsi totalmente impassibile, in quanto esso racchiude in se pagine e pagine di storia, delle date che in qualche modo fanno risorgere in noi quei frammenti di memoria, di un passato lontano ma incredibilmente reso vivido attraverso la semplice citazione di una partita, di un risultato che l'ha caratterizzata, di video e foto, entrate per sempre nell'immaginario collettivo, come l'urlo di Tardelli in quel famoso Mondiale in Spagna del 1982 che laureò l'Italia campione del mondo per la terza volta nella sua storia.

Chissà in quanti, rivedendo quel frame o quell'immagine, riconducono quel giorno a qualche altro ricordo, divenuto anch'esso indelebile?

È sbalorditivo pensare che un evento agonistico diventi un materiale così prezioso, una storia che si lega, come un filo rosso, ad un'altra, riferita ad un ricordo che non ha nulla a che vedere con l'evento stesso. Eppure, per una delle peculiarità più affascinanti legate alla nostra materia grigia, ovvero alla memoria, il tutto divine nel tempo un materiale da inserire nel diario dei ricordi. Ebbene sì, il Calcio, senza che ce ne accorgiamo, scrive pagine della nostra vita. Se questo discorso è valido per noi spettatori, lo stesso, in maniera, naturalmente molto più intensa, caratterizza inevitabilmente la vita dei protagonisti che scendono in campo, ovvero dei calciatori. Tra le tante imprese, tra i vari eventi, c'è un storia che vorrei definire una fiaba, di un calciatore che non è ne un attaccante, ne un centrocampista, ne tantomeno un difensore, ma un portiere: Ivan Provedel. Come si può notare, prima di fare il nome del giocatore, sul quale vorrei focalizzarimi, ho elencato tutti i ruoli della scacchiera del rettangolo di gioco dal manto erboso, anche conosciuto come il prato all'inglese. Questo perché, spesso e volentieri, si notano numerosi articoli, di elogi e critiche, in riferimento agli attaccanti per via della loro caratteristica fondamentale nel Calcio, ovvero di buttare la palla in rete. Alcuni invece, parlano del regista, ovvero di quel centrocampista che funziona come un faro che illumina il gioco e dirige le geometrie in campo. Altri sottolineano la bravura o l'incompetenza del reparto difensivo, quindi dei difensori, per essere stati bravi o meno a leggere le azioni offensive della squadra avversaria. Per quel che concerne l'estremo difensore, il portiere, quella figura che sembra essere una sorta di jolly, già per il fatto di indossare un completo diverso dai compagni, per essere l'unico a portare i guantoni e a poter prendere (entro l'area di rigore, si intende) la palla con le mani, difficilmente si trovano dei pezzi in cui si elogia. Quasi sempre viene menzionato qualora non abbia salvato la squadra per non aver parato un calcio di rigore fatale per un esito in una competizione, per il resto... il nulla cosmico! Facendo riferimento al portiere e al discorso del non poter prendere la palla al di fuori dalla linea dell'area di rigore, c'è una squadra che paradossalmente deve ringraziare un portiere per averlo fatto e per essersi quindi messo nella condizione di farsi sostituire perché automaticamente espulso: stiamo parlando della Lazio, in particolare di Maximiano, il portiere che nella prima partita di campionato della stagione 2022/2023, nelle mura dello stadio Olimpico, contro il Bologna, esordì rendendosi protagonista di un evento più unico che raro. Egli prese, fuori dalla linea che separa l'area di rigore con il resto del campo, la sfera di gioco con le mani, procurandosi l'espulsione e facendo entrare al suo posto un altro nuovo portiere, che esordì con l'aquila sul petto, dalla chioma bionda: Ivan Provedel. Se fino a quel giorno, qualcuno faceva fatica a credere nel destino... si è dovuto ricredere! Da quello storico 14 agosto del 2022, l'estremo difensore, prelevato dallo Spezia, è diventato una pedina inamovibile dagli undici titolari di Sarri per via delle numerose parate, interventi e salvataggi provvidenziali. Il gol di testa poi, quello realizzato allo scadere dei tempi regolamentari, contro l'Atletico di Madrid del Cholo Diego Pablo Simeone, è ciò che lo renderà per sempre un giocatore indimenticabile nella storia del club e in quella di questa competizione, proprio per essere stato il quarto portiere della storia ad aver siglato una rete. Dopo quella notte magica non ha di certo smesso di rendersi protagonista, viste le grandiose parate effettuate ad esempio contro l'Empoli lo scorso dicembre e quelle nell'ultima trasferta contro il Cagliari. Tutto materiale divenuto oggetto di studio per quei ragazzi che vorrebbe entrare nei campionati di massimo livello ricoprendo questo tipo di ruolo.   

Naturalmente, tutti i tifosi biancocelesti reputano questo ragazzo come una manna dal cielo, poiché in tanti anni, quasi nessuno si era mai reso protagonista di prestazioni così eccelse nel ruolo da portiere. Inevitabilmente, a preoccupare sono le sirene di mercato sia dal campionato nostrano che estero. Una notizia di pochi giorni fa però sembra aver placato ogni tipo di paura relativa al fatto di vederlo partire l'estete prossima. Sembra essere sempre più vicina la firma del rinnovo da parte del classe 1994, con un prolungamento di contratto fino al 2028 e una cifra che cambia: da 1mln percepito finora, passerà a 2,5 mln di euro.   

Pensando a come è avvenuto il suo debutto e a quanto successo dopo, viene naturale pensare che il destino di questo portiere era già scritto, come se fosse la favola di un gatto (viste le sue doti di tuffarsi a destra e a manca con riflessi e precisone fuori dal comune) ambientata all'ombra del Colosseo. No, non è Romeo, il meglio gatto del Colosseo. Lui è Ivan Provedel, un gatto dalle insolite tonalità oro zecchino per via del suo colore di capelli e il valore del suo contributo nella squadra in cui milita, sempre più prezioso!  

In conclusione, 2 domande sorgono spontanee.
1) Mister Spalletti, avrà notato le qualità galattiche del portiere della Lazio?
2) Qualora l'avesse fatto, non potrebbe considerarlo una risorsa più che necessaria, se non addirittura un pretendente al posto da titolare, in vista del prossimo europeo in Germania?
La favola del gatto dalle insolite tonalità oro zecchino. 
 

Mattia Savinelli