Martedì 16 gennaio 2024, apparentemente una giornata normale, in cui, come di consueto, ognuno ha svolto attività, azioni, rispettato degli impegni, chi a lavoro, chi a scuola...

Per alcuni, tutto sembrava procedere nell'ordine programmato. A volte però, non tutto va come si aveva previsto, può bastare poco per far saltare gli schemi. Quest'ultimo è un termine che richiama subito alla tattica, al sistema calcistico e alla sua figura, il suo autore, colui che mette la firma, definito meglio con il nome di Allenatore, o se preferite Tecnico. Il secondo giorno di questa terza settimana del 2024, per diverse persone di fede giallorossa, e quindi legate alla sponda sud del Tevere, non è stata di certo costituita da ore piacevoli. Dopo l'annuncio ufficiale da parte della società dell'AS Roma, un fulmine ha squarciato il cielo sopra Trigoria: José Mourinho non è più l'allenatore della Roma. Uno scossone di forte magnitudo, di cui ancora si sentono quelle di assestamento, ha stravolto la vita calcistica di molti tifosi. Una scelta che non si può dire inaspettata, forse il termine più corretto è inappropriata. Ma andiamo con ordine.

Ovviamente non si può fare finta di niente, poiché l'esonero dell'allenatore portoghese era già nell'aria, tutto frutto dei continui flop, e quindi di scarsi risultati. Dopo il derby di Coppa Italia perso contro la Lazio di Maurizio Sarri, era già stato fatto trapelare che, qualora la Roma avesse subito un'altra sconfitta nella trasferta contro il Milan a San Siro, lo special one sarebbe stato esonerato. Tra chi era scettico, chi non voleva credere a questo drammatico scenario, alla fine della fiera il tutto ha trovato conferme tramite le decisioni prese nella mattina del 16 gennaio. I supporters della lupa non sono stati impassibili: un gruppo di persone si è recato nei pressi del centro sportivo per salutare l'ultima volta un Mourinho scuro in volto, deluso e soprattutto inedito per il fatto di essere stato silenzioso, per non aver risposto con qualche frase ad effetto, tipica del suo essere. Tra i presenti, c'era chi urlava "Tirana non si scorda Mister!", "Grazie di tutto Mister!". Tutte frasi, esclamazioni a favore del portoghese, che trovano poi conferme con il pensiero di un'altra buona parte di tifosi, viste le scelte prese in ottica sostituto, ovvero quella di puntare sull'ex giocatore e capitano giallorosso Daniele De Rossi.

Per quanto possa risultare la scelta migliore nella testa della società, rimangono delle forti perplessità: tra queste ci si chiede se sia stata la soluzione migliore quella di mandare via un allenatore la cui scadenza contrattuale era prevista per giugno 2024, quindi tra qualche mese. Un'altra è sicuramente quella di porsi il quesito che trova forma nel dilemma relativo alla scelta di sostituirlo con un profilo poco esperto.
Ma soprattutto: siamo sicuri che l'origine del problema era Mourinho?

Analizzando i vari compartimenti, effettuando una diagnosi, dallo scanner risultano diversi focolai, tra cui quello di una rosa che è stata "rinforzata" con alcuni innesti che a quanto però hanno influito sul bilancio societario e decisamente poco sul campo. Tra questi figurano inevitabilmente il portoghese Renato Sanches, l'argentino Paredes, ma anche il beniamino Paulo Dybala, al quale è stato chiesto di fare decisamente di più e di non avere più la scusante Mourinho.   

Con un calciomercato invernale mai decollato, un allenatore il cui nome è, sì di grande rilevanza per il club, vista la sua storia nei panni da calciatore, ma al contempo di poca esperienza visto che non ha mai allenato in Serie A, e avuto di fatto solo una piccola parentesi con la Spal in Serie B, la musica potrà mai cambiare? Forse è questo ciò che si stanno chiedendo la maggior parte dei tifosi. Una domanda che racchiude una forte perplessità e la paura di vedere le cose peggiorare ancor di più. Perché sì, quella di Daniele De Rossi è sicuramente una figura importante, positiva per l'ambiente, di potenziale freschezza e speranza, ma inevitabilmente le aspettative non possono essere alte.   

Come sarà la Roma di De Rossi?   
Il Cv dell'ex capitano giallorosso non contiene caratteristiche e risultati degni di nota, solo 17 partite sulla panchina della Spal in Serie B e un esonero arrivato dopo 3 sconfitte. Ad oggi si prepara con gran coraggio a prendere il timone di una Roma che sta affrontando un periodo estremamente delicato. Sabato 20 gennaio sarà subito tempo di un grande test nella prima all'Olimpico contro il Verona, dove la vittoria dovrà essere l'unico esito. Il modulo che con ogni probabilità deciderà di mettere in campo vedrà una difesa a 3. Da monitorare saranno le decisioni del centrocampo in cui potrà schierare la linea a 5 o a 4, mentre in attacco 2 punte o una sola. Lo staff tecnico, oltre che al campione del mondo del 2006, sarà composto da Guillermo Giacomazzi, secondo allenatore, Francesco Checcucci il match analyst, Simone Farelli il preparato dei portieri, Gianni Brignardello, preparato atletico, mentre Emanuele Mancini sarà collaboratore tecnico.

Curiosità
Nel primo giorno da allenatore giallorosso, Daniele De Rossi ha deciso di passare la notte al centro sportivo di Trigoria.

Formule contrattuali
Egli si legherà al club di Friedkin con un contratto valido fino al 30 giugno senza opzioni di rinnovo
. Il suo incarico previsto quindi è da traghettatore fino a fine stagione, con l'obiettivo di rientrare nelle prime quattro posizioni. Nel caso in cui riuscisse ad esaudire le richieste della presidenza, gli verrà dato un riconoscimento sotto forma di bonus economico.

Dalle formule di contratto si evince qualche contraddizione...
Perché esonerare un allenatore esperto con un contratto quasi concluso, per assumerne un altro privo di esperienza e un accordo che prevede la stessa scadenza?   
Ci saranno state altre motivazioni?   
Dalle dichiarazioni raccolte non risultano altre versioni oltre a quelle relative all'andamento negativo della squadra. In molti però sostengono che vi sia stata qualche parola o pretesa di troppo da parte dell'allenatore portoghese nei riguardi dei piani alti. 
La verità forse non conoscerà mai la luce del sole, ma si può affermare che da questa situazione è futile appellare tutta la colpa ad una singola parte. Entrambe hanno delle responsabilità.   

Al momento ciò che viene spontaneo dire, viste le scelte prese, è che la presidenza giallorossa ha operato alla cieca, senza rendersi conto che quella di De Rossi obiettivamente è una mossa troppo azzardata. Tra lo zoccolo duro del tifo giallorosso c'è già chi mormora sul fatto che Mourinho sia stato il penultimo agnello sacrificale di una società incompetente.  
Perché il penultimo?
L'ultimo è da poco arrivato e sarebbe proprio Daniele De Rossi.

La paura di infangare un nome storico con una débâcle in panchina è piuttosto elevata...
Non rimane, da sportivi, che fare un in bocca al lupo a Daniele De Rossi nella sua nuova avventura all'ombra del Colosseo. Un'esperienza che questa volta però, dopo tanti anni come unità di combattimento sul campo, la vivrà da condottiero, all'esterno.    

Mattia Savinelli