Il 12 marzo 2024 è una data che i tifosi della Lazio non dimenticheranno facilmente: Maurizio Sarri, dopo oltre 2 anni alla guida della panchina biancoceleste, si è dimesso.
Una notizia che non si può di certo definire un fulmine a ciel sereno, poiché tale scenario era nell'aria già da tempo.  

Prima o poi si sapeva che la corda si sarebbe spezzata! Ebbene sì, non si tratta di un esonero, di un allontanamento della società, è stato proprio Mister Sarri a decidere di fare un passo indietro per via di un tradimento da parte di coloro che dovevano essere i suoi uomini e da parte di quella che doveva essere la sua società! 
A fare scalpore, per quanto successo nel mondo Lazio, nelle ultime 48h, non è tanto l'addio del Comandante, ma il modo in cui ciò è avvenuto. La cosiddetta "goccia che ha fatto traboccare il vaso" è senza ombra di dubbio l'ennesima sconfitta stagionale subita in casa contro l'Udinese nel match di lunedì sera, dove i friulani si sono imposti per 2-1 nei confronti dei padroni di casa. 
Ma come già accennato, la sconfitta contro la squadra di Cioffi è solo la punta dell'iceberg...

Potrebbe risultare elementare il motivo di questa pesante decisione da parte del tecnico: la stagione negativa fin qui disputata. Sì, sicuramente è un fattore che ha inciso, ma cercando di non soffermarci troppo sulla superficie del problema, andando quindi a scavare, ad approfondire la vicenda, si può constatare, con la massima certezza, che questa decisione è frutto di una frattura venutasi a creare già nell'estate scorsa, in cui i rapporti tra il patron Claudio Lotito e l'allenatore Maurizio Sarri si erano già inclinati a causa di un mercato (per il secondo anno consecutivo) al di sotto delle aspettative e per nulla vicino alle richieste fatte.
Dunque, alla radice sembra esserci proprio la mancata fiducia, dove il presidente ha trascurato le esigenze dell'allenatore che richiedeva un ampliamento della rosa con innesti di qualità in vista di una stagione ricca di impegni. 

Avete presente quando si gonfia troppo un palloncino? Cosa succede? Prima o poi esplode!
Questa potrebbe essere la metafora perfetta del biennio (quasi triennio) Sarriano nella Capitale.

Ora, come se non bastasse, anziché trovare una nuova figura da mettere al timone e un nuovo equipaggio, si è pensato bene di sostituire Sarri con il suo collaboratore... Giovanni Martusciello.
Una scelta priva di un senso logico, se non quello di puntare al risparmio dopo aver ottenuto 40mln di euro di utile nel primo semestre 2023/2024. Inoltre sembrerebbe esserci l'intento di riaprire un ciclo anonimo, in quanto la matematica non è un'opinione e 2+2 non fa 5.
Cosa si intende?  Se il cambio dall'allenatore poteva tenere accese delle speranze per la qualifica ad un posto in Europa League e per la finale di Coppa Italia, tenendo il vice di Sarri la situazione non potrà mai cambiare in positivo, ma in negativo, in quanto il modus operandi sarà sempre lo stesso. Così facendo è lampante che, se la Lazio non va in Europa, la campagna acquisti estiva 2024 non potrà di certo decollare, e automaticamente, dai piani alti, si avrà la scusa pronta per non fare mercato.    

Se qualcuno pensa che sia stato solo "il fattore società" a favorire le dimissioni di Mau... dispiace dirlo ma non è così. È solo una prima coltellata (delle 23) data a Giulio Cesare!   
Le altre 22? Sono quelle dei calciatori, dei "grandi atleti" che pensano di essere dei giocatori di talento quando in realtà sono solo interessati alla propria tasca!
Perdonate l'espressione, ma come dovremmo chiamarli questi signori che non vincono mai una partita e rifiutano il ritiro rinfacciando anche di non aver preso i bonus sul contratto?
 
Avete capito bene! Un'altra causa delle dimissioni di Maurizio Sarri sembrerebbe essere un sabotaggio architettato dai componenti della rosa biancoceleste, dove i giocatori, già da inizio stagione, avrebbero smesso di seguire le linee guida del tecnico.   

Al netto di ciò, la situazione della sponda nord del Tevere sembra essere più grave del previsto: se fino a qualche mese fa sembrava trattarsi di una struttura solida, ben consolidata... ad oggi si tratta di una capanna pronto a cedere da un momento all'altro con un soffio di vento, di un castello di sabbia sul bagnasciuga pronto a cadere con l'arrivo delle onde del mare...

L'intento di questo articolo non è quella di far risultare l'allenatore come colui che non ha delle responsabilità, anzi... ma non è nascondendo la polvere sotto al tappeto che il pavimento si pulisce. A buon intenditor poche parole!

L'unica nota positiva, di questa ennesima triste pagina per i tifosi della Lazio, è la grande generosità di Maurizio Sarri che si è dimostrato un grande uomo e un gran signore, poiché, dando le dimissioni, ha rinunciato ad una parte del suo stipendio previsto dal contratto (un'azione che nessun allenatore riesce mai a fare).

L'epilogo di Maurizio Sarri alla Lazio è simile, metaforicamente parlando, a quello di Giulio Cesare nel 44 a.C: un uomo, ritenuto il capo supremo, imperturbabile, immune a qualsiasi tipo di attacco, ha ceduto dinanzi ad una situazione ingestibile provocata da un ambiente che gli si è rivoltato letteralmente contro.
Giulio Cesare è morto due volte!

Mattia Savinelli