E’ sempre la stessa storia: Milan orribile, nessuna capacità di incidere in attacco, nessuna manovra convincente, nessuna voglia  di chiudere la qualificazione Champions che con una squadra matura e consapevole sarebbe stata pratica archiviata a febbraio. Quindi ci riconfermiamo, per l’infelicita’ di un tifo sempre più allibito, lo studente che, nonostante le mazzate prese negli anni passati, tra esami a settembre e bocciature, continua ad arrivare a 20 giorni dalla fine dell’anno scolastico senza sapere se supererà il verdetto dei docenti  per il rotto della cuffia o verrà gentilmente invitato a riprovarci l’anno seguente.

Inutile imbastire proclami sulla lungimiranza di Elliott: se non si riesce a superare un Parma che non ha nulla da dire, così come si è stati protagonisti per tutta l’annata di prestazioni vergognose sotto tutti i punti di vista, non si è squadra all’altezza di onorare in modo accettabile la Champions League. E, sia chiaro, non lo si è perché non si è disputato un campionato entro i limiti della decenza.

Sono ormai diverse le settimane in cui ho smesso di credere alle buone capacità di Gattuso: i suoi limiti clamorosi ed evidenti hanno detto di una squadra che non c’e quando va dato il colpo di grazia, non è mai pervenuta negli incontri con le presunte pari livello, sprofonda nel suo black hole tecnico e di personalità quando, come oggi, basterebbe una media squadra per mettere in cassaforte i tre punti che, al contrario, noi non siamo capaci di difendere nemmeno se il recupero concesso dall’arbitro di turno fosse di una settimana.

Ed in tutta onestà mi sono anche stufato di arrovellarmi in ipotesi di formazione, modulo o atteggiamento da tenere perché da una parte tra tecnico e quattro quinti dell’organico è come predicare nel deserto, dall’altra è ormai tristemente chiaro che un obiettivo che per noi significa la vita, non è mai dipeso da noi ma dagli scivoloni degli altri.