Con gli ultimi 90 minuti di domenica sera è giunto a termine la stagione sportiva 20/21.
Una stagione anomala, intensa ed estenuante, che ha sottoposto tutte le squadre di tutti i campionati a ritmi veramente insostenibili, a tal punto che iniziavano a diventare tremendi anche per noi spettatori. Personalmente, da appassionato a 360° ho fatto molta fatica a seguire tutto quello che mi interessava, con partite ogni sera che spesso, per forza di cose, si sovrapponevano, o partite anche in orari e giorni eccezionali, come il venerdì o il lunedì pomeriggio. Questo per dire che se abbiamo faticato noi, semplici appassionati da divano, c’è da fare di certo un grande applauso a tutti i calciatori e gli allenatori che ormai da un anno fanno gli straordinari per regalarci un po’ di calcio in questo periodo difficile. Proprio per questo va celebrato ancora di più chi tra mille difficoltà, come positività in rosa, aumento degli infortuni a causa delle partite troppo ravvicinate e mille tipi di pressioni interne ed esterne, è riuscito a fare una grande stagione, a vincere un campionato, raggiungere un obiettivo, o anche solo far divertire e sognare i propri tifosi. Allo stesso modo, anche per chi è incappato in una stagione negativa vanno considerate diverse attenuanti legate ad una situazione davvero particolare e avversa, specie per squadre che si sono trovate a cominciare proprio quest’anno un nuovo corso, con un nuovo allenatore e/o con grandi cambiamenti nella rosa. È proprio questo il caso della Juventus, oggi sotto la mia lente di ingrandimento al termine di una stagione di transizione, che però, nelle ambizioni della società bianconera, non doveva lasciare spazio a una flessione nei risultati, che poi invece è arrivata, seppur non così disastrosa come ha rischiato a un certo punto di diventare. Si leggono e si sentono pareri molti discordanti sull’annata dei bianconeri, con Pirlo che inevitabilmente è al centro del dibattito.
Cambiare o proseguire insieme? È questo l’interrogativo che si pone già da mesi il popolo bianconero, che se fino a qualche settimana fa aveva perso la fiducia nel tecnico e invocava l’esonero addirittura immediato, ora sembra essersi in parte ricreduto, convinto da un finale di stagione in cui si è finalmente vista una Juventus combattiva, affamata, ma anche efficace e bella, che ha saputo far anche divertire e quindi riaccendere l’entusiasmo, mettendo al centro la qualità dei suoi campioni, che poi nel momento del bisogno hanno saputo salvare una squadra che se la stava vedendo brutta. E allora ecco il bilancio in termini di risultati: due trofei (Supercoppa conquistata a gennaio e la recentissima Coppa Italia) e anche qualificazione in Champions League, strappata in extremis vincendo a Bologna all’ultima giornata e ringraziando il Verona, o forse il Napoli, che ha dimostrato una volta di più un limite probabilmente mentale, che gli impedisce di tagliare il traguardo proprio quando sembra ormai fatta, mentalità forte che ha invece la Juventus, che però le vittorie di quest’anno le ha trovate tirando fuori l’orgoglio dopo i brutti inciampi che l’hanno fermata. Non è stata la solita Juve schiacciasassi e in pieno controllo del campionato, ma una Juve che ha avuto diversi cali di concentrazione, in un percorso molto altalenante nel quale proprio gli ingiustificabili e sistematici inciampi contro le ultime della classe hanno  segnato negativamente la stagione della Signora accendendo anche le critiche dei suoi tifosi. Tifosi evidentemente abituati troppo bene dopo gli anni di Conte e Allegri, in cui lo scudetto a maggio era diventato quasi scontato. Ma occhio a considerare normale ciò che non lo è. Già 3 scudetti di fila sono straordinari, 5 ancora di più e 9 sono stati leggendari e irripetibili. Dopo 9 scudetti di fila non mi sentirei di essere così esigente da lamentarmi per una stagione inferiore al solito, al contrario dovremmo toglierci tutti il cappello (juventini e non) davanti a una striscia così vincente che ora si è conclusa, ma che forse celebreremo come merita solo fra qualche anno. Se c’è una cosa che si può chiedere alla Juventus è di porre le basi per nuovi successi e direi che questo è stato fatto, dato che in una stagione che definita all’unanimità fallimentare sono arrivati due trofei e una qualificazione in Champions, bottino che credo per qualsiasi altra squadra sarebbe più che soddisfacente.
Quindi si può essere soddisfatti della stagione della Juve? La risposta è sì, e ribadisco, dopo questi ultimi nove anni, è quasi fisiologica una stagione di transizione che si deve accettare. I migliori dimostrano di esserlo non nella loro partita o nella stagione migliore, ma nei momenti peggiori, quelli più bui in cui riescono comunque a rialzarsi, e credo che la Juventus lo farà presto e anzi, anche nel suo anno peggiore non è poi andata tanto male. Poi è giusto analizzare e capire se si sta andando nella giusta direzione, perché è nella fase di cambiamento che si rischia di compiere errori che poi ci si porta dietro e si pagano.

SU CHI COSTRUIRE LA PROSSIMA STAGIONE?

E a questo punto si torna a lui, Andrea Pirlo. Avevo anticipato ed era intuibile che la maggior parte dei discorsi sul futuro sarebbero ruotati attorno a lui, quindi anche se ho fatto una lunga premessa non mi sono dimenticato di Pirlo, anzi. La domanda è la seguente: “continuare insieme o separarsi?” Di sicuro non è una scelta da poter fare a cuor leggero, perché è vero che non bastano qualche partita buona e due trofei per salvare una stagione come questa, ma non bisogna nemmeno dimenticarsi dei risultati finali tutto sommato buoni e delle ultime prestazioni della squadra, che è riuscita a rendere difficile la scelta sulla guida in panchina. Cosa farei io? Per quel che può importare, io proseguirei con Pirlo. Se mi metto nei panni di Agnelli capisco che una conferma sarebbe un’altra scommessa. Ma chi è che dieci mesi fa ha messo un Pirlo privo d’esperienza alla guida della squadra campione d’Italia? Proprio per il fatto che Agnelli ha scommesso su di lui l’anno scorso, quando era ancora privo di qualsiasi tipo di esperienza in panchina, ora che ha messo due trofei in bacheca e una cinquantina di partite nel suo bagaglio di formazione, rinnoverei questa scommessa, perché credo che possa pagare, anche in virtù di una continuità che manca sulla panchina della Juve da quando Allegri ha dato l’addio. Agnelli si aspettava davvero che Pirlo conquistasse uno scudetto alla prima esperienza da allenatore? Sinceramente faccio fatica a crederlo sapendo che persona intelligente è il presidente juventino. E allora se ci si poteva aspettare una stagione senza scudetto perché tradire la scelta fatta allora?
Il gioco della Juve non ha convinto? Concordo, ma questo è un problema che la Juve si porta dietro dall’ultimo anno di Allegri ed era irrealistico pensare che un esordiente lo potesse risolvere in un solo anno. La Juventus ha messo in mostra degli insoliti cali dal punto di vista mentale? Non c’è dubbio, ma anche qui le prime avvisaglie di questi problemi erano arrivate con la gestione Sarri e potrebbe essere dovuto al fatto che la vecchia guardia sta andando via via in pensione e che i giovani non sono ancora pronti per dare la continuità che avevamo avuto fino a un paio di anni fa. Quindi se questi potrebbero essere i motivi di un possibile esonero di Pirlo si dovrebbe fare i conti anche con l’altra faccia della medaglia e con altre diverse attenuanti. Anche queste non mancano e molte le ho già accennate. Causa pandemia è stato impossibile per Pirlo rodare la squadra in un pre-stagione che gli sarebbe servito e non poco, poi le partite ogni tre giorni non hanno aiutato un tecnico così inesperto. Poi c’è il capitolo infortuni, uno su tutti quello di Paulo Dybala, uomo chiave nella Juve di Sarri, uomo infermeria quest’anno con Pirlo, che la sua mancanza l’ha patita. Poi Chiellini, De Ligt e Alex Sandro hanno saltato buona parte di stagione, Morata nel suo momento migliore è stato stroncato dal covid e non si è più ripreso, Arthur e Ramsey non sono mai stati in forma e hanno contribuito a lasciare un vuoto a centrocampo. Se poi vogliamo aggiungere anche una motivazione di carattere economico eccola servita: Pirlo ha uno stipendio basso e ancora un anno di contratto, se dovesse essere esonerato rimarrebbe a libro paga insieme al nuovo mister e al suo stipendio molto superiore. Se fossi io a dover decidere quindi, prima di esonerare Pirlo penserei a quanti al suo posto avrebbero potuto far meglio e se i primi Guardiola e Zidane allenatori, a cui Pirlo è stato più volte impropriamente paragonato, avrebbero potuto fare più di così.

Oltre all’allenatore, però, la costruzione del futuro bianconero è ancora un rebus che va dalla dirigenza, con Nedved e Paratici sempre più lontani dalla Juve, fino a nomi altisonanti della squadra, come Ronaldo, Morata, Dybala e Chiellini. Bisognerà quindi aspettare per capire come si muoverà Andrea Agnelli, ricordando che anche il suo proseguo come presidente è in dubbio e che tutte le scelte sulla Juventus dell’anno prossimo toccheranno proprio al presidente. Agnelli dovrà innanzitutto decidere se continuare in questo ruolo e poi scegliere dirigenza, allenatore e di conseguenza acquisti per la prossima stagione.

Per ora il futuro è dunque un puzzle tutto da comporre, di cui però abbiamo già a portata di mano i primi pezzi, ossia i vari De Ligt, Chiesa, Kulusevski, McKennie, Bentancur e Demiral, ragazzi giovani da cui potrebbe partire un nuovo ciclo. Diamo fiducia a questi ragazzi che arriveranno a settembre con una stagione in più d’esperienza e magari con un allenatore confermato nel segno di continuità e progettualità.