Siamo giunti al giro di boa per quanto riguarda i gironi di Champions League, ogni squadra ha già affrontato le altre tre rivali e con le classifiche alla mano ci si può già fare un’idea sulla forma che stanno prendendo i vari raggruppamenti. Tra le italiane, solo la Juventus sembra essere lanciata ad un passaggio del turno senza troppi problemi, mentre Inter e Atalanta hanno di fronte a sé qualsiasi tipo di scenario e il Milan, invece, fatica a vederne di diversi da quello dell’eliminazione.

Partiamo allora dalla Juventus. Sin qui impeccabili, i bianconeri in Champions League si trovano a punteggio pieno dopo le prime tre partite del girone, riscontro positivissimo e soprattutto inaspettato dopo un inizio di stagione a dir poco a rilento. Se in campionato la squadra di Allegri sta trovando la quadra giusta solo dalle ultime partite, in Europa l’approccio iniziale è stato molto più sorridente. Il 3-0 al Malmoe è però quasi da prassi per gli avversari degli svedesi e non aveva inizialmente entusiasmato troppo. È stata però la prima vittoria in stagione per la Juve, fondamentale per sbloccarsi e dare il là alla serie positiva che sta vivendo adesso. Da allora sono arrivati solo risultati utili ed è tornata la Juve del “corto muso”, tanto odiata dai suoi tifosi fino a due anni fa, ma poi anche tanto rimpianta e ora addirittura adorata. Sei vittorie di misura consecutive di cui le ultime quattro per 1-0, la prima delle quali arrivata contro i campioni d’Europa del Chelsea. Questo è stato il primo capolavoro di Allegri dal suo ritorno, perché se vincere con Malmoe e Zenit è solo fare il proprio dovere, trovare i tre punti contro il Chelsea significa innanzitutto spianare la strada per la qualificazione agli ottavi, e poi anche portarsi avanti per la corsa al primo posto del girone, per cui però è ancora presto parlare. Delle prime tre partite dei bianconeri, infine, lo 0-1 di San Pietroburgo di ieri sera significa confermare quanto di buono si sta vedendo ed è un’ulteriore iniezione di fiducia per una squadra che di sicuro gioca male, che è costretta sempre a soffrire fino all’ultimo, ma che si è ricordata come si vince, sia in Champions che in campionato, e anche e soprattutto contro le big, vedi Chelsea e Roma.

Tutt’altra situazione è quella del Milan, ancora imbattuto in campionato, ma anche a secco di punti in coppa. Che il girone fosse proibitivo ce lo si aspettava, ma dopo le prime due prestazioni incoraggianti, la sconfitta contro il Porto rischia di essere una forte mazzata per i rossoneri. Alla prima ad Anfield aveva pesato il fattore campo, oltre alla superiorità del Liverpool, padrone indiscusso del girone B. Poi con l’Atletico c’è stata ancora di più l’impressione che il Milan avesse raccolto molto meno rispetto a quanto seminato, a causa di episodi sfortunati e controversi, ma quest’ulteriore prestazione incoraggiante aveva fatto guardare con ottimismo alla terza sfida col Porto, dove andavano per forza portati a casa i tre punti. Ma forse, almeno per quest’anno, non è destino del Milan fare strada in Champions. La sfortuna aveva già fatto la sua parte ancora prima che la partita iniziasse: out  Maignan, Florenzi e Rebic per infortunio, Theo Hernandez e Brahim Diaz per covid, oltre a Kessié per squalifica, non il modo migliore per presentarsi ad un impegno così importante. Poi che il “do Dragao” fosse un campo difficile lo avevamo già capito dopo le ultime trasferte portoghesi di Roma e Juve, come avevamo capito che in Champions gli arbitri di sicuro non sono milanisti. Gli episodi avvenuti con l’Atletico potevano anche essere discutibili e ci sta che non sempre sia possibile prendere una decisione completamente oggettiva, ma il fallo su Bennacer prima del gol di Luis Diaz doveva essere fischiato ed è grave che, nonostante l’utilizzo del var, questi errori in Europa siano molto frequenti. Va anche sottolineata però la brutta prova del Milan, la peggiore fin qui come ammesso dallo stesso Pioli. Milan incapace di rendersi realmente pericoloso in area di rigore avversaria e spesso sofferente, ma anche con le attenuanti delle indisponibilità e della poca esperienza europea dei giocatori mandati in campo, contro una squadra che gioca praticamente ogni anno in Champions League e anche con buoni risultati. Ora però la strada è in salita e al Milan serve un’impresa riuscita solo all’Atalanta nella storia della competizione: passare il turno dopo zero punti nelle prime tre partite. Tutto può succedere, ma con queste avversarie il diavolo ha già un piede fuori dalla Champions.

Se la passano molto meglio i cugini nerazzurri, che dopo un inizio di Champions che aveva ricordato quello da incubo dell’anno scorso, hanno finalmente trovato la vittoria contro lo Sheriff. Sheriff che rimane, per ora, primo nel girone, e che ha provato a mettere in difficoltà un’Inter che però, trascinata dal calore di San Siro, è stata troppo forte per i moldavi ed è sembrata, per il carattere mostrato, molto superiore a quella delle prime due partite. Come il Malmoe per la Juve, battere lo Sheriff (pur senza dimenticarsi delle straordinarie vittorie contro Shaktar e Real) deve essere semplicemente la normalità per l’Inter, ma può essere una vittoria che permette uno scatto mentale ai ragazzi di Inzaghi, che finalmente hanno vinto e segnato in Champions, si sono portati a -2 dallo Sheriff e, almeno sulla carta, hanno molte più possibilità di qualificazione dei moldavi, che alla fine sono l’unica squadra da battere per qualificarsi, dato che lo Shaktar finora non è stato all’altezza del girone e ha perso troppo terreno e che con il Real Madrid al massimo sarà lotta per il primo posto, poiché la squadra di Ancelotti appare davvero troppo forte per buttare uno dei primi due posti.

Infine c’è l’Atalanta, la solita Atalanta che se la può giocare con chiunque e che infatti, anche quest’anno, si gioca un posto agli ottavi. In un gruppo F apertissimo, la Dea ha raccolto quattro punti, frutto della vittoria sullo Young Boys, del pareggio col Villareal e della sconfitta di ieri sera contro il Manchester United. Sconfitta che lascia un pizzico d’amaro in bocca per com’era andato il primo tempo (2-0 in favore della Dea) che faceva sperare ad un’eroica vittoria ad Old Trafford. Purtroppo anche all’Atalanta, come al Milan, hanno pesato le assenze di diversi titolari che avrebbero fatto comodo per contenere la furia dei Red Devils nel secondo tempo. Nonostante tutti i problemi che sta avendo, lo United è infatti nettamente la squadra più forte di questo girone. Quando Bruno Fernandes, Rashford e Cristiano Ronaldo hanno iniziato a scatenarsi sono arrivate le prime difficoltà per l’Atalanta, che per di più si è vista inserire a partita in corso Pogba, Cavani e Sancho, per dare un’idea della profondità e della qualità della rosa di questa squadra. Ma proprio per questo non è in questa partita che la squadra di Gasperini doveva conquistare punti. Sarebbero stati punti bonus comodissimi, ma le vittorie devono arrivare nei ritorni con Young Boys e Villareal, sperando magari di sfruttare il peso del fattore campo nel ritorno coi Red Devils, anche se abbiamo visto che con un Ronaldo così, si parte già sotto 1-0. Gasperini può comunque essere ottimista per le ottime prestazioni che stanno arrivando sia in coppa che in campionato, ma bisogna fare attenzione al Villareal, che con Emery in Europa è sempre super.