Torna la Serie A, e anche dopo un’estate magica per lo sport italiano, di quelle che si ricordano per sempre e che vorresti non finissero mai, alla fine è sempre esaltante ripartire a vivere il calcio domenica per domenica. Per gli addetti ai lavori sono in corso gli ultimi preparativi per cominciare al meglio la stagione, ma anche per chi non fa mercato o non dirige allenamenti questo è il momento in cui ci si prepara psicologicamente alla stagione che sta arrivando: chi studia il modo più economico e vantaggioso per vedere ogni partita della sua squadra del cuore, chi prepara il listone dell’asta del fantacalcio, o chi, tra una chiacchiera da bar e l’altra, traccia il primo bilancio sul mercato delle diverse squadre al via del campionato. Ed è qua che voglio arrivare io, ad un’analisi su come si presentano alla prima giornata le diverse big di A per capire quali sono le pretendenti allo scudetto, tenendo conto del mercato fatto e di eventuali cambi in panchina che quest’estate hanno toccato diverse squadre.

CHI VINCE LO SCUDETTO? NON CI SONO FAVORITI
Chiaramente quella di provare a capire quale squadra si laureerà campione d’Italia a fine stagione è la sfida che più affascina noi appassionati, ma mai come quest’anno quest’impresa appare difficile. Potremmo addirittura prendere in considerazione, almeno per adesso, per la corsa al primo posto tutte le sette big del nostro calcio, Inter, Milan, Atalanta, Juventus, Napoli, Lazio e Roma, rigorosamente ordinate in base ai piazzamenti dello scorso anno. Di queste squadre ben cinque hanno cambiato guida tecnica e me le immagino di conseguenza molto diverse rispetto alla passata stagione, mentre Milan e Atalanta, che hanno dato continuità al loro progetto confermando i rispettivi allenatori, dovranno dimostrare fin dalle prime giornate di potersi giocare la vetta della classifica, e penso quindi che solo il campo ci dirà se la continuità farà la differenza.

Partendo dalla squadra campione in carica, per l’Inter è stata un’estate di enormi cambiamenti. Prima l’addio di Conte, poi il problema cardiaco di Eriksen (che lo terrà fuori a lungo), e dopo ancora le cessioni di due giocatori fondamentali come Hakimi e Lukaku. I rimpiazzi sono di alto profilo, Inzaghi, Calhanoglu, Durmfries e Dzeko, ma bisognerà vedere come il tecnico ex Lazio riuscirà a integrare i tre nuovi innesti in squadra e come modellerà quest’ultima, partendo dal lavoro di Antonio Conte, al suo stile di gioco. La vedo onestamente una missione molto difficile per Inzaghi e i suoi, che mi fa pensare a un possibile anno di ridimensionamento per i nerazzurri, che però possono confidare nella consapevolezza che anche le rivali hanno avuto i loro problemi.

Come prima delle rivali, metto la Juventus, che mi sembra la più agguerrita e la meglio attrezzata per raggiungere l’obiettivo. Credo che l’avvicendamento tra Pirlo e Allegri possa essere una svolta positiva per questa squadra e me lo aspetto sicuramente più semplice di quello Conte-Inzaghi. Allegri ha ritrovato a sua disposizione una rosa che in gran parte conosceva, a cui si sono aggiunti, nei due anni di sua assenza, giovani come De Ligt, Kulusevski, McKennie e Chiesa che adesso hanno accumulato un anno in più d’esperienza. Inoltre dal mercato sono arrivati Kaio Jorge e Locatelli, un giovanissimo da forgiare e un giovane già affermato e che ora deve fare il definitivo salto di qualità. Potrebbe sembrare che si sia fatto poco, ma la rosa bianconera, anche se è quasi uguale a quella dell’anno precedente, ha potenzialità giganti, che Allegri deve saper valorizzare. Riguardo a ciò mi aspetto che molti giocatori, anche di quelli che finora hanno deluso, migliorino nelle prestazioni individuali e nel contributo alle vittorie, e di conseguenza faccia lo stesso la squadra. L’incognita è capire se Allegri, che è un ottimo valorizzatore, riuscirà a lavorare allo stesso modo su tutti i giocatori che devono dare di più, che alla Juve non sono pochi.

Se vogliamo continuare a seguire questa lieve preferenza, dopo la Juve, come terza candidata metto il Napoli. Un Napoli che ha salutato Gattuso e ha accolto Spalletti, che nel prestagione ha dimostrato di essere adatto alla squadra che gli è stata affidata, che è anche quella meno cambiata dall’ultimo campionato. Anche qua rivedremo il 4-2-3-1 spallettiano che ha più volte convinto e divertito. Stuzzica l’idea che Luciano Spalletti possa ulteriormente valorizzare un reparto offensivo che può contare su attaccanti come Osimhen, Mertens, Insigne e Zielinski. Ma le incognite anche qui ci sono, a cominciare dal quinto posto dello scorso anno per arrivare ai soliti problemi che riguardano il mondo Napoli, che portano sempre a una mancanza di tranquillità che è necessaria per affrontare una lunga stagione. Ora a tenere banco già da un po’è il rinnovo di Insigne, domani chissà, dopo che negli ultimi anni abbiamo visto scudetti persi in albergo, ammutinamenti e guerre fredde interne come quella tra Gattuso e De Laurentis.

Metterei poi sullo stesso piano Milan e Atalanta, che possono contare sulla continuità e anche, a mio parere, su un buon mercato fatto, volto a confermare la formazione titolare e a rimpolpare la rosa con valide alternative. Per l’Atalanta dopo tanti anni con Gasperini sembra poter essere l’anno giusto, mentre il Milan forte del secondo posto dello scorso anno non può non provarci vedendo le difficoltà estive dell’Inter. Ma poi bisogna anche essere pronti, oltre che forti, per giocare 38 partite al massimo per portare a casa almeno 84/85 punti. Bisogna essere abituati a lottare per vincere per resistere alla pressione, al doppio impegno settimanale e a tutti gli eventi che caratterizzano una stagione. Milan e Atalanta lo sono? Ce lo può dire solo il campo e penso che basteranno tre o quattro mesi per avere le idee chiare in proposito.

Infine, ci sono le due romane, che vedo indietro rispetto alla concorrenza, ma che non mi sento di tagliare dai discorsi scudetto, in quanto potenzialmente capaci di  sorprendere. Sono le uniche due fra queste che puntano esclusivamente alla Champions senza farsi distrarre dai sogni tricolori, ma con i loro allenatori, Mourinho e Sarri, potrebbero anche andare oltre alle aspettative. La Roma è già avanti in fase di mercato e più o meno la rosa ce l’ha già al completo. La Lazio è ancora indietro, ha ancora in ballo il rebus Correa e necessita di un paio di rinforzi, ma parte a mio parere da una base migliore dalla scorsa stagione. Su entrambe le romane chiudo dicendo che non mi stupirei se ci stupissero.

Non abbiamo quindi favorite. Abbiamo, salvo sorprese esterne, sette squadre che si possono giocare lo scudetto e che potrebbero spartirsi tutti i piazzamenti europei, ma è difficile puntare il fatidico euro su una di queste. Piano piano sarà il campo a stringere il cerchio e a darci a campionato in corso le vere candidate al tricolore, che però è difficile pronosticare.