Arrivati alla pausa natalizia l’attenzione passa inevitabilmente dal campo al mercato, una sessione di gennaio che sarà sicuramente molto complicata per quella che è la situazione economica del 99% delle società italiane ed europee, fortemente influenzate dalla pandemia ormai da più di un anno e mezzo a questa parte. Sarà un mercato in cui i direttori sportivi dovranno darsi un gran da fare se vorranno mettere a disposizione dei propri tecnici nuove pedine. Dovrebbe essere in linea di massima un mercato di occasioni e non di grandi spese, mentre per le squadre meglio collaudate mi aspetto un mercato da spettatori, senza prendersi rischi a stagione in corso ma valutando semmai possibilità per il mercato estivo. Per quelle squadre che invece hanno bisogno di rinforzi sfruttare le occasioni diventa un must per tappare qualche buco evitando spese impossibili.
Tra le squadre del nostro campionato che sono parse bisognose di rinforzi figura di certo la Juventus, quasi mai convincente e fino ad ora anche in ritardo in campionato, con un quinto posto che oggi vorrebbe dire esclusione dalla prossima Champions con tutto ciò che ne consegue: un ridimensionamento prima economico, poi di prestigio e quindi di ambizioni, con alcuni giocatori che in tal caso partirebbero sicuramente per una nuova destinazione, De Ligt su tutti, come ha già fatto capire chiaramente Mino Raiola. Quindi anche se adesso il centrocampo necessiterebbe un titolare in più, e difesa e attacco sarebbero comunque almeno da puntellare, bisogna fare i conti con alcuni paletti che la società è stata costretta a porre a fronte di una situazione finanziaria non delle migliori degli ultimi anni, sia per il forte impatto del covid, che per errori, anche sul mercato, nelle scorse stagioni.

“Non sarà un mercato interessante e impegnativo” ha già dichiarato l’a.d. bianconero Arrivabene, che per primo, da quando è entrato in dirigenza, ha posto determinati paletti per rimettere a posto i conti. Sostanzialmente, il monte ingaggi troppo alto sembra essere stato individuato come il principale problema da risolvere, e dal momento dell’addio di Ronaldo gli unici stipendi fuori quota concessi sono quello di De Ligt (almeno fino a giugno) e quello imminente di Dybala. Questo vuol dire che tutti gli altri elementi della rosa dovranno rimanere per forza di cose sotto un certo tetto salariale, che in questo momento sforano di certo Rabiot e Ramsey, con 7 milioni netti a testa di stipendio annuo, ma anche i 6 di Alex Sandro e i 5 di Arthur non sono affatto in linea con il contributo che i due hanno dato alla causa bianconera nell’ultimo periodo. Tra questi giocatori il caso più urgente è quello di Ramsey, che di fatto non è nemmeno più a disposizione di Allegri e di cui bisogna liberarsi al più presto anche per rispettare un altro paletto che sembra abbastanza chiaro: si compra solo se si vende. La Juventus, infatti, sa di non potersi permettere, oltre al grande stipendio di Ramsey, quello di un altro centrocampista, di cui ci sarebbe comunque estremo bisogno anche per una mera questione numerica, dato che non si può fare affidamento sulle condizioni fisiche del gallese. Rabiot e Arthur poi sembrano avere mercato, e se il primo in caso di una discreta offerta verrebbe venduto molto volentieri, il secondo in questo momento sarebbe una minusvalenza sicura, e qui allora tocca ad Allegri, come disse nella sua conferenza di ritorno, “creare valore”, quantomeno per dare un senso al ricco salario del brasiliano. Chiaramente, per alleggerire il monte ingaggi non si può fare molto di più nell’immediato, ma occorre già iniziare a porre le basi per il futuro, partendo dai giocatori in scadenza a giugno, a cui fa eccezione il solo Dybala: Perin, De Sciglio e Bernardeschi potranno firmare il rinnovo solo accettando uno stipendio inferiore a quello attuale, altrimenti si dovrà virare su alternative meno costose. Insieme a loro anche il contratto di Rugani andrà rivisto, dato che i suoi 3,5 milioni sono chiaramente eccessivi. Questi quattro sono tutt’altro che indispensabili e se non dovessero venire incontro a cifre più consone non potranno rimanere in rosa, ma d’altra parte non possono essere scaricati senza nemmeno trattare per rispettare quello che è il terzo paletto, non esplicitato, ma che comunque aggiungo io, ovvero il consolidamento del gruppo italiano in rosa, che è sempre stato alla base dei successi bianconeri e che era venuto un po’ a mancare. Ora questo zoccolo duro andrebbe riformato e quindi la parte già presente potrebbero essere un buon punto di partenza.

In sintesi, quale deve essere la nuova linea di mercato della Juve? Meno Ramsey e più Pellegrini, meno stranieri strapagati e più giovani, ancora meglio se italiani, dal salario basso e affamati di vittorie.
Ma quindi il mercato di gennaio? Non me ne sono dimenticato e adesso è proprio qua che voglio arrivare. Bisogna prendere atto delle parole di Arrivabene, che non erano di circostanza o per mantenere un profilo basso, ma semplicemente servivano a non illudere nessuno. In questo momento credo che la Juve non farà nessun acquisto, perché non può permettersi un ulteriore ingaggio da sostenere, né tantomeno un cartellino da pagare, e se ciò avverrà potrà essere solo grazie a una cessione e ad una occasione di mercato. Perciò, penso che la Juve il mercato se lo debba fare in casa. Questo vuol dire puntare finalmente sui giovani dell’under 23, che mai come quest’anno devono diventare una risorsa per la prima squadra. I vari Soulé, De Winter e Miretti devono fare minutaggio ed entrare nelle rotazioni, e se non serviranno nell’immediato, devono almeno fare esperienza per il futuro, dato che questa nuova linea di mercato la Juventus dovrà mantenerla per un po’, e non lo dico io ma il bilancio della società. I giovani rispondono all’esigenza di stipendi leggeri, di prospettiva futura e alcuni anche di italianità. Se Allegri non li ritenesse veramente pronti (e qui mi focalizzo sul centrocampo) l’alternativa potrebbe essere spingere per il ritorno anticipato di Rovella, o anche di Fagioli o Ranocchia. Più di così però non penso che si possa fare.
Queste sono soluzioni realistiche e secondo me anche efficaci per quello che stanno dimostrando questi ragazzi. Nonostante tutti i problemi che ha, in questo senso il Barcellona dovrebbe essere preso da esempio, dato che sta ricreando una base rifacendosi da sé, attingendo alla masìa. Anche la Juve dovrebbe almeno tentare questa strada e soprattutto, se non ora quando?
È arrivato il momento di dare un senso al progetto under 23.