È ricominciata ormai da una settimana la stagione del grande calcio europeo e prima che partano in questo weekend anche Serie A e Liga, gli ultimi due campionati che devono ancora prendere il via, è già iniziata la stagione anche dei campioni d’Europa del Real Madrid. Le merengues hanno iniziato esattamente come avevano terminato lo scorso 28 maggio, con una vittoria e, tanto per cambiare, alzando una coppa europea. Questa volta si tratta della Supercoppa europea, la quinta della storia del Real e addirittura la quarta per Carlo Ancelotti, che diventa così primatista di vittorie anche di questa competizione. A Helsinki è andato tutto secondo copione, con l’Eintracht che ancora una volta si è dimostrato squadra vera e almeno nel primo tempo ha impensierito il Real, ma dopo il gol dell’1-0 firmato da Alaba è emerso il divario che c’è tra le due squadre. La banda di Carletto riparte dalle stesse certezze della scorsa stagione: innanzitutto il muro belga che risponde al nome di Courtois, in questo momento senza dubbio il miglior portiere al mondo.

Basti pensare che in quattro finali giocate con la maglia del Real ha parato tutti i tiri che sono arrivati al suo indirizzo, in totale ben 19. Anche questa volta è stato decisivo in più occasioni, una su tutte quella in cui ha ipnotizzato Kamada, che si era trovato sul piede l’opportunità di mandare sotto i blancos dopo meno di un quarto d’ora, il che avrebbe reso il discorso molto più complicato di ciò che poi è stato. Davanti a Courtois poi i dieci giocatori di movimento sono stati gli stessi della finale col Liverpool, che continuano ad esprimersi sugli stessi altissimi livelli. La coppia centrale Alaba-Militao è da tempo rodata, sui tre di centrocampo ogni parola sarebbe superflua se non per ricordare che sono ormai almeno sette stagioni che “il triangolo delle bermuda”, come l’ha definito Ancelotti, si impone come centrocampo migliore del mondo e continua a farlo nonostante gli anni passino. Poi davanti il solito tandem Vinicius-Benzema promette gol e spettacolo anche per quest’anno e l’inizio è stato quello giusto, con un assist del primo per far segnare il secondo, scena già vista e rivista e che ci viene proposta anche prima di Ferragosto, quando la condizione, com’è normale che sia, è ben diversa da quella con cui i due hanno chiuso la stagione scorsa.

Se solo il fatto che il Real abbia confermato totalmente l’undici tipo e le principali alternative dell’anno scorso basta per inserirli tra i favoriti della prossima Champions League, i blancos fanno ancora più paura per i prossimi anni considerando che stanno già lavorando per aprire il prossimo ciclo vincente: salutati Marcelo, Bale e Isco, che erano giunti alla fine dei loro anni d’oro nella capitale spagnola, quando anche i vari Modric, Kroos e Benzema lasceranno, l’ossatura del nuovo Real sarà già stata formata coi tanti giovani (Rodrygo, Vinicius, Camavinga, Valverde) che già giocano con continuità, a cui si aggiungono Tchouaméni e il più esperto Rüdiger, le uniche due operazioni in entrata del mercato del Real, che ora ha anche una discreta possibilità di scelta in quasi tutte le zone del campo. Se poi Ancelotti riuscirà a vincere anche la sfida di riportare a Hazard sui suoi livelli e al centro del progetto allora davanti si troverebbe con un reparto ancora più di lusso e che in pochi hanno.

Era impossibile non aprire col Real che ovviamente, vincendo, si è preso la scena e che comunque, anche in campo, dopo l’equilibrio iniziale, è stato sempre in controllo della partita. È doveroso però spendere due parole anche per gli avversari, un Eintracht Francoforte che si è ritrovato in una della Supercoppe sulla carta più squilibrate degli ultimi anni, ma che ha giocato una buona partita nonostante questo netto dislivello. I vincitori dell’ultima Europa League venivano da un esordio shock in Bundesliga che li ha visti travolti per 6-1 dallo schiacciasassi Bayern, che ha fatto subito capire che anche dopo dieci anni di dominio non vuole abdicare dal proprio trono in Germania e  tornare ad arrivare in fondo anche in Europa. Dopo questa sonora sconfitta la squadra di Glasner ha anche perso il suo leader tecnico, il serbo Filip Kostic partito in direzione Juventus. Nonostante tutto hanno giocato per godersi un evento che difficilmente capiterà di nuovo e in cui hanno provato a dire la loro con giocatori come lo stesso Kamada e Lindstrom, diamanti ancora grezzi ma che a Francoforte possono crescere seguendo la strada di Rebic, Andre Silva e Kostic per ultimo oltre a molti altri. È di certo una delle squadre più abbordabili della prima fascia della prossima Champions, ma non è da sottovalutare e anche in Bundesliga si candida per la lotta ai piazzamenti europei.

Ambizioni molto più grandi sono quelle del Real: con il sogno del sextuple per cui è già stato messo un tassello, gli obiettivi concreti sono il mondiale per club e le conferme in Champions e nella Liga. In particolare, in Spagna la lotta si preannuncia molto più serrata dello scorso anno, in cui il primo posto del Real Madrid non è mai stato in dubbio. In primis c’è un Atletico che ha agito in maniera silente durante l’estate, ma che ha rinforzato la rosa con arrivi, magari non stellari, ma utili alla causa: Witsel, Molina e Morata. Inoltre, il precampionato, che si è chiuso col sonoro 4-0 rifilato alla Juve alla Continassa, fa ben sperare. Il cholo potrebbe avere spazzato via il disordine dell’anno scorso e aver ritrovato il suo Atletico, ma sarà da vedere se sarà già all’altezza dei concittadini. Al contrario, a Barcellona di disordine ce n’è eccome, a causa di una situazione finanziaria che per il club catalano è ormai disperata. Eppure la società blaugrana ha evitato un ridimensionamento che sembrava inevitabile e in qualche modo ha regalato un mercato faraonico a Xavi. Lewandowski è la stella più luminosa del nuovo Barcellona, che ora ha nel motore anche Kessie, Christensen, Raphinha e Kounde e da qui a fine mercato forse anche qualcun altro. Così facendo la rosa è di primissimo livello, ma ora Xavi ha il dovere di tornare a far vincere i suoi e perciò si profila un campionato accesissimo sulla solita asse Madrid-Barcellona, sempre che una quarta a sorpresa, come possono essere Siviglia e Villareal, non rovini i piani delle big.