Il 24 febbraio 2022 l'esercito Russo invadeva l'Ucraina, puntando a Kiev per delegittimare il Presidente Zelensky, troppo filo americano ed europeista, minaccia intollerabile per chi, arrogantemente, ha sempre considerato l'Ucraina come una appendice della Grande Russia. Sostituirlo, quindi, con  un loro "amico", più obbediente e accondiscendente. Putin ha applicato le uniche regole conosciute, ossia quelle della FORZA, le stesse che in passato avevano subito Ungheria o Cecoslovacchia.
Dopo otto lunghi anni, di poche trattative e molti morti, la spinta popolare russa e i suoi falchi, avevano indirizzato lo "Zar" verso una scelta così drammatica e apparentemente semplice. Troppe le accuse in patria, di essere lui stesso Europeista e troppo accondiscendente a quella espansione NATO, oramai giunta alle porte di Mosca. Prima della guerra la leadership di Putin iniziava a vacillare e il gradimento nazionale aveva raggiunto i minimi storici, arrivando al 62 per cento, oggi ampiamente risalito. Un dato, per nulla trascurabile, in uno Stato dove perdere il "comando" può facilmente essere abbinato alla propria vita.                                                                                                                  

L'Europa doveva e poteva evitare questa invasione, poichè conosceva perfettamente le intenzione di Putin, oltretutto scritte e visibili in inglese e la "Grande Russia", dalla caduta del muro di Berlino, doveva essere un interlocutore preferenziale in un reale progetto europeista e non certo una minaccia. Se ciò è stato irrealizzabile, nonostante gli sforzi di molti Presidenti Europei, è dovuto alle esigenze americane di perseguire una costante rincorsa agli armamenti per finanziare le spese militari e tutto ciò necessita di nemici, veri o presunti, dove Cina, Corea o Russia, trovano sempre il consenso popolare. Ad un anno di distanza, abbiamo dati e notizie, più che sufficienti per capire quanto, tutto ciò che è successo, sia stato pianificato nei minimi particolari. Così come la Brexit ha privato l'Europa di una delle nazioni più importanti, logicamente incentivata dall'America, così la guerra in Ucraina ha innalzato un muro, allontanando ogni possibilità, all'Europa stessa, di poter tornare al centro di un'espansione economica mondiale che ormai la colloca ai margini.                                                                                   

A quasi 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, invece di pensare a debellare ogni tipo di guerra, si fa l'inverso, rincorrendo armamenti sempre più tecnologici, eserciti privati e ogni tipo di sperimentazione, pur nella consapevolezza che ci si sta sempre più avvicinando a quel conflitto nucleare che tanto spaventa, ma che forse è più voluto di quanto si possa pensare, sempre che sia ben distante dall'America. E' il trionfo della filosofia della guerra, sulla pace, costruita con ferocia continuità, dal Vietnam ai giorni nostri.  
La "Grande America", un anno dopo, può già considerarsi ampiamente vincitrice e senza la morte di nessuno dei suoi soldati. E' riuscita ad allontanare la Russia dall'Europa e interrompere molti di quei rapporti che stavano diventando, per la loro economia, troppo pericolosi. Hanno sabotato, senza alcuna vergogna, un condotto del gas di vitale importanza per la Germania. Hanno amplificato la minaccia russa a tutti i confini Europei, allargando la NATO con l'adesione dei paesi scandinavi, tagliando la testa Europea di quella Russia, sanzionata in ogni modo e settore, indirizzandola verso la Cina e probabilmente a conseguenze ben peggiori.
Ma specialmente sono riusciti nell'intento, quasi impossibile, di smaltire miliardi di armi oramai vecchie, potendole sostituire con più moderne e costose. Neppure il più ottimista degli analisti americani avrebbe potuto preventivare un successo così ampio, in tempi relativamente brevi, prima che l'opinione pubblica potesse influenzare le loro decisioni.
Il "misero teatrino" che assistiamo giornalmente, su quali e quanti armi inviare e specialmente con quale tempistica, mentre Zelensky implora aiuto in ogni trasmissione televisiva europea, raccogliendo tante pacche sulle spalle e poco altro, è l'anticipazione del defilarsi americano da un conflitto che non è più sostenibile economicamente e di cui conoscono perfettamente l'esito finale.
Vedrete che a breve la parola PACE inizierà improvvisamente ad essere di vitale importanza. La migliore delle soluzioni, anche per l'eroica Ucraina, mandata al macello e obbligata a rastrellare i ragazzi per strada per arruolarli. Perchè è bene saperlo, nessuno racconta dei ragazzi ucraini che scappano per non andare in guerra e probabilmente morire. Nessuno vi racconta di quell'uomo che tornato a Kiev senza una gamba, si è sentito chiedere dal medico sei mila euro per il rilascio del certificato di invalidità, che lui non ha. Così come nessuno vi dirà che un anno di guerra è costato più di quello che TUTTO IL MONDO ha speso per la pandemia.

Ecco perchè siamo obbligati a sentirci responsabili di tutte queste nefandezze, di sapere che c'è gente che muore per strada causa povertà e in terra Ucraina si dilapidano miliardi in attesa di una pace che sarà inevitabile.
Volete che vi ricordi qualche "nozione pratica" sulla Russia, se per caso è sfuggita a troppi? Forse non avete visto bene l'estensione geografica, oppure è irrilevante il fatto che sia abitata da 157 milioni di abitanti, che abbia armamenti nucleari, oppure semplicemente che Cina e India, sì, non Andorra, San Marino e il Vaticano, non abbiano applicato alcuna sanzione?
Oppure credete veramente che la Russia voglia invadere tutta l'Europa? O che si stia combattendo in nome  della GIUSTIZIA e della DEMOCRAZIA, parole fin troppo inflazionate, mentre si è dato inizio ad una destabilizzazione con ben altri fini, dove i morti, i profughi e tutte le problematiche correlate, sono solo la parte visibile di questa catastrofe.
I paesi limitrofi hanno accolto con impegno e generosità le persone in fuga, da bombe e atrocità, con costi ingenti che ricadono sui cittadini. Tutto rincara e l'orizzonte si preannuncia buio, contribuendo a consolidare quell'incertezza e quella paura che è fin troppo utile a determinati sistemi politici. Tutte strategie pianificate. 

Nel fallimento della diplomazia e di quell'idea Europeista che l'America ha sempre ostacolato e senza farne alcun segreto. Serviva convincere Putin a trattare ed obbligare Zelensky a rispettare gli accordi di Minsk, non certo preparandolo al conflitto e promettendo aiuti militari infiniti, al solo scopo di prolungare la guerra, con un'Europa sempre più povera e vassalla dell'America.
Se il fine, giustifica i mezzi, c'è chi si è saputo muovere correttamente. Dove sono i sostenitori della Democrazia quando l'America si rifiuta di consegnare missili a  gittata più lunga e l'Europa non invia i carri armati Leopard?
Sono tutti Ucraini a parole, ma poi telefonano a Putin, per primo Macron, per aprire corridoi commerciali preferenziali.

In questa guerra, schifosa, come tutte le altre, in un fronte di oltre 800 chilometri, di trincee e campi minati, di uomini uccisi da droni, individuati da satelliti o in altro modo, fatto da mercenari, prigionieri o da chi ha solo pensato di poter essere utile, ci sono tutte le nostre responsabilità di rinunciare a lottare per l'unica cosa veramente importante, LA VITA UMANA.
Ecco perchè ci spetta l'obbligo di sentirci colpevoli. Incapaci di far sentire il nostro disdegno, anche semplicemente attaccando un foglio alle finestre delle nostre case con scritto, PACE.
Divisi, come i più beceri dei tifosi. Vigili se un cane sporca la strada e intransigenti se un anziano attraversa la strada lentamente, pronti a commuoversi e mostrare tutta la propria sensibilità, ma completamente assenti nella costruzione di una Società Migliore, aspettando dalla televisione i consigli per gli acquisti e quando poter gridare: PACE...