Ancora tu, maledetta tu... affermazioni di grande sconforto e tristezza quest'oggi, 1 Luglio 2023, per una giornata che ha visto volare in cielo l'ennesima persona a causa di un malattia tremenda, che solo pronunciando il suo nome suscita paura, ansia, angoscia... 

All'età di 68 anni, dopo una lotta contro un brutto male, è venuta a mancare un'altra bandiera, un uomo, un calciatore, un grande tifoso biancoceleste: Vincenzo D'Amico. A distanza di pochi mesi dalla scomparsa di Siniša Mihajlović, una figura che rimarrà per sempre nella storia della Lazio, un'altra leggenda del club capitolino è deceduta per la stessa tipologia di male. In serata, dopo il triste annuncio, è stato immediato il messaggio di cordoglio da parte del mondo biancoceleste, in particolare quello del presidente Claudio Lotito a nome di tutta la società:

Il presidente Lotito, a nome di tutto il Club, rivolge alla sua famiglia e ai suoi cari le più sincere condoglianze. Non ti dimenticheremo mai, Vincenzo! È morto un eroe della Lazio.

Vincenzino, così lo chiamavano ancora i tifosi, che non hanno mai dimenticato la dedizione, l'amore che trasmetteva in campo durante le partite, ma soprattutto la grande stagione che lo consacrò Golden Boy, quella dello scudetto, ottenuto a soli 19 anni, nella stagione 1973/1974 targata Tommaso Maestrelli.
È molta la nostalgia che suscita quest'ultimo nelle menti dei veterani tifosi biancazzurri, poiché si tratta di un uomo che portò il club capitolino al primo tricolore della storia.
Un allenatore toscano molto saggio che ebbe la fortuna di costruire un grande gruppo costituito da ragazzi giovani e talentuosi, che giocavano a Calcio nel vero senza della parola, con la voglia di successo e non quella di gonfiare il proprio portafoglio (a buon intenditor poche parole). Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D’Amico: sono questi gli undici uomini che fecero l’impresa.
Una banda di ragazzacci, così erano definiti, dei semplici giovani che senza manie di grandezza riuscirono a regalare gioie e sorprese ai propri supporter. Una stagione che sarà per sempre parte della storia calcistica delle aquile romane, si concluse con la ciliegina sulla torta in quel magico 12 maggio del 1974: Chinaglia trasformò il rigore contro il Foggia e permise di fatto alla Lazio di diventare campione d'Italia.   

A distanza di qualche anno, questo splendido gruppo si sciolse, molti diventarono importanti figure professionali, anche perché il calcio dell'epoca non era redditizio come ora. C'era chi diventa opinionista, come Vincenzo, chi dirigente sportivo, e chi troppo presto, come Mister Maestrelli ( a cui venne intitolata la Curva Sud dello stadio Olimpico di Roma), "passava a miglior vita" a soli 54 anni... 

Vincenzo D'Amico, nel suo ruolo da centrocampista, ha trascorso 16 anni con l'aquila sul petto. Ha avuto solo una breve parentesi con il Torino a causa di motivi societari della Lazio che lo costrinsero a questo trasferimento, molto sofferto, che durò solo una stagione, per poi fare ritorno a casa, dai suoi colori.
Dopo l'addio al calcio giocato egli si è sempre dedicato a questo sport in altre vesti, in particolare quelle da opinionista sportivo e commentatore tecnico, oltre che allenatore e dirigente. Infatti sono numerose le sue partecipazioni a importanti trasmissioni di Calcio, sia in emittenti locali che nazionali come quella di Rai sport.

Oggi il mondo del calcio si tinge di nero, è in lutto: è morto un uomo, una bandiera, un calciatore, un appassionato di Calcio, un grande tifoso innamorato dei colori biancocelesti...
Un altro eroe della grande squadra del maestro Tommaso Maestrelli è salito in cielo: Ciao Vincenzo...