Dalle parti del Friuli Venezia Giulia si ironizza sul fatto che il prossimo anno ci potrà il derby dei derby. Udinese contro Triestina. Ma in SerieB. Perchè ciò possa accadere la Triestina dovrebbe salire in serieB, e vista la galoppata che sta facendo quest'anno, dopo una stagione a rischio fallimento, è tutt'altro che impossibile e l'Udinese che invece dovrebbe retrocedere. Oggi sarebbe in B vista la situazione penosa in classifica. Un calo sistematico iniziato dalla scorsa stagione dopo il fumo negli occhi del girone di andata, dove addirittura si parlava di Champions League, l'Udinese è precipitata in una situazione imbarazzante che ha portato, tardivamente, il 24 ottobre, al cambio dell'allenatore con il ritorno di Cioffi che aveva lasciato l'Udinese per andare a cercare fortuna a Verona dove invece ha prodotto risultati tutt'altro che memorabili. Con tutti gli allenatori che c'erano, l'Udinese decide di affidarsi nuovamente a Cioffi. Tutte le strade sembrano portare verso la SerieB, serviranno cambiamenti più incisivi che ad oggi non ci sono stati che dovranno necessariamente passare da un calciomercato invernale di rinforzo radicale.

Ma il vero punto della questione è il progetto Udinese. Un progetto che negli anni è passato alla storia come quella società che prende giocatori per poi lanciarli, e fare cassa per mantenere la categoria. Fino ad oggi questo metodo ha funzionato, anche se Udine è una piazza che meriterebbe l'Europa ed ha uno stadio che un vero gioiellino e che necessita di essere "completato" nel suo processo di ammodernamento 4.0. Ma si ha la sensazione che il progetto storico Udinese sia giunto al capolinea.
Quest'anno si è sbagliato tutto, confermando un allenatore che andava cambiato già nella scorsa stagione visto il girone di ritorno disastroso, con un calciomercato pessimo, da serieB, il cambio del direttore sportivo, nel paradosso di record di abbonati e di una tifoseria che fino ad oggi ha avuto una pazienza encomiabile. Il FVG rischia di perdere la SerieA ad un passo dai trent'anni consecutivi, record pazzesco per una piccola regione come questa che ha gli stessi abitanti dell'intera provincia di Bologna, regione a cui deve sicuramente tanto alla famiglia Pozzo, ma arrivati ad un certo momento si deve riconoscere che forse nel calcio di oggi servono nuove visioni, diverse progettualità e che da alcuni anni dalle parti di Udine qualcosa non va, e quelle orecchie da mercante che volevano l'Udinese come in vendita, notizia smentita subito,  in realtà lasciavano intendere che forse qualcosa di vero ci potesse essere e la tifoseria chiede alla società di spendere, e nel calcio di oggi se non si spende non si va da nessuna parte. Il fatto che si sia scelto di nuovo Cioffi, dopo tutto quello che è accaduto, è solo l'ultima ciliegina sulla torta di una situazione che sembra non avere molte vie d'uscita se non quella di pensare seriamente di cambiare rotta, cercando nuove visioni, nuove progettualità, per un progetto Udinese che rischia di schiantarsi in modo deprimente dopo quasi trent'anni consecutivi di SerieA. E queste nuove visioni oramai non possono che passare dalla porta di quello che non è più un tabù. Valutare la vendita della società, una delle ultime così longeve made in Italy. Ed un discorso similare va fatto anche per una storica del calcio europeo, l'Ajax che sta vivendo una crisi epocale, era dagli anni '40 che non si trovava in una situazione del genere, zona retrocessione, crisi identitaria, societaria, una società da una storia enorme, con un modello simile a quello friulano, puntare sui giovani talenti per poi piazzarli a buon mercato. Due modelli simili in crisi giunti probabilmente al capolinea ...