6 vittorie consecutive, distribuite in 3 competizioni, 14 goal segnati e 1 subito. Per essere una squadra alla fine di un ciclo, in mano ad un inesperto (per alcuni inadatto) allenatore al primo incarico, non sembra male, ma il ritardo dalla prima e, sopratutto, dall'ultima versione di se stessa è cospicuo: 7 punti dalla banda di Pioli (potenzialmente 4) 9 punti dalla Juve di Sarri, anche questi potrebbero ridursi in caso di successo nell'unico di rinvio per Covid di questo campionato. La prima Juve di Pirlo allenatore, è leggermente più lenta della prima Juve del Pirlo giocatore (42-44) anch'essa impegnata a vedersela con un Milan a lungo pirmo. Ma la verità è che non ha nulla in comune con le precedenti, è un progetto profondamente diverso in ogni aspetto.

Tralasciando il ritorno al passato in fatto di stile, una evidente differenza la si trova nella logica aziendale, nella gestione delle risorse e dei capitali: mai come quest'anno sono noti i nomi di molti giocatori dell'U23, una risorsa e, a volte, necessità tecnico/tattica che si scrive "valorizzazzione delle risorse" e si legge "plusvalenze". Nel nuovo corso bianconero, che poggia sollidamente sulla figura dell'allenatore, è evidente la volontà di monetizzare gli sforzi fatti per creare una valida squadra B, in qualche caso pescando elementi utili per la prima Squadra, ma soprattutto utili per avere nuova forza contrattuale nel calciomercato, come cartellini ceduti cash o inseriti in scambi.

L'approccio mentale alla partita, i dettami del Mister e i risultati. Diametralmente opposti alla scorsa stagione, dove la squadra è partita molto forte per spegnersi gradualmente, arroccandosi su un gioco molto distante dalle idee del condottiero toscano; quest'anno sembra andare nella direzione opposta, partita a rilento, sta venendo fuori una squadra, ringiovanita, profondamente modificata, ma che comincia ad avere un'identità nuova, ben definita. Lo dico non a caso dopo la disputa contro la Roma, dove si è offerto un gioco lontano anni luce dai concetti di possesso, dominio del gioco, pressing alto ecc ecc. Dopo la batosta di San Siro, al di là delle motivazioni, l'orgoglio ferito e il confronto giocatori-allenatore, si è vista una guida tecnica capace di correggere i punti deboli per esaltare quelli forti. Il primo confronto Pirlo-Conte ha palesato la superiorità tecnica dell'ex capitano bianconero, studiato il modo di disporsi ed attaccare della Juve, ha trovato le contromisure ed ha finito per azzerarla. La vittoria fu del tecnico pugliese, ancor prima che della squadra. Per Pirlo era importante fare una partita come quella di ieri, e, sopratutto vincerla, così da destabilizzare le certezze degli avversari, dopo ieri è più difficile prevedere quale approccio sceglierà la Juve, probabilmente nelle partite "da vincere" sposerà un atteggiamento aggressivo, dosando le energie per gestire i tanti impegni con partite di altro tipo, spendendo meno sul pressing alto in alcune occasioni. 

Chiesa-Arthur-Bentancur-McKennie, un centrocampo con un'età media di 23 anni, non credo di averlo visto nelle precedenti 9 stagioni concluse col Titolo Nazionale, sembrava mancasse un vero Top, ma Arthur è davvero un grande acquisto, comincia a giustificare i paragoni che lo hanno accompagnato al Barça (per come è maturato: scambio con Pjanic con conguagli in base ai bonus, potrebbe rivelarsi un capolavoro) la guida del numero 21, campione del Mondo, sta probabilmente incidendo molto nella crescita del reparto. 

Una rosa di 21 giocatori (più eventuali U23) dove il solo terzo portiere non viene mai utlizzato, la rotazione è talmente ampia che a lungo è stato impossibile identificare i titolari, tutto il gruppo è coinvolto e appare compatto, anche nei confronti dell'ex compagno, oggi allenatore. E' un progetto che non trova riscontri nel passato, sbagliatissimi quelli con Ciro Ferraram anch'esso inesperto alla prima esperienza, ma chiamato a guidare una squadra che versava in una situazione totalmente differente, con idee differenti, ma altrettanto inutili quelli con Allegri e Conte, protagonisti di epoche seppur relativamente vicine nel tempo, distanti dall'evoluzione e la dimensione a cui mira oggi il Club.

20 titolari + un terzo portiere e qualche U23, sono la costruzione di una Rosa che ha visto abbattere il Monte ingaggi di 50mln lordi in 15 mesi, che ha abbassato l'età media sensibilmente pur mantenendo l'apporto dei Senatori, Chiellini in testa, da vero capitano e che, ad oggi, è ancora in gara in tutte le competizioni (con la SuperCoppa in bacheca).

E' un progetto intelligente e con un brillante futuro, Pirlo è una figura assolutamente adatta al cambiamento, seppur inesperto, senza poter fare un vero pre-campionato, ha studiato la squadra, trovato il modo di non perdere troppi punti e improntato un altro sistema di gioco, che nella sua versione migliore, a me ricorda la prima Juve di Lippi, quel pressing alto, il recupero palla per creare i pericoli maggiori, in nome del motto "la miglior difesa è l'attacco". Certo raggiungere i livelli di quell'armata formidabile è ancora un miraggio, ma sono capitate frazioni di gara dove si è vista un'intensità simile. Come su detto dopo il 2-0 l Meazza, si è reso conto di come quel gioco sia applicabile solo con la squadra al top della forma e lascia supporre che lo gestirà con meno insistenza, centellinando energia ed atteggiamento per le sfide da "dentro o fuori".