Le vicende calcistiche degli ultimi 20 anni stanno scrivendo sceneggiature degne del IV capitolo de Il Padrino, non ci sono pistole fumanti nè assassini, ma sembra diventato uno sport dove anzichè battere un avversario sul campo e volerlo nel pieno della sua forza fisica e mentale, si combatte su più fronti per indebolirlo, cancellarlo e, molto spesso, lo scontro si risolve extracampo. Non si fraintenda il discorso, chi viola le leggi deve essere punito, bisogna però che la Giustizia Sportiva garantisca uniformità di trattamento e indagini con la stesa minuzia per tutte le squadre coinvolte, viceversa, istituti come quello della prescrizione, possono generare altri obbrobri ingiustificabili e ben lontani dai valori che lo Sport deve trasmettere.

Nella fattispecie delle plusvalenze, il fatto che alcune valutazioni dei cartellini di giocatori juventini, e non, siano effetivamente esorbitanti, è evidente, ma quale regolamentazione esiste a riguardo?
Se oggi De Ketelaere, per non citare i soliti ed evitare approcci polemici, fosse valutato 35 mln e inserito in uno scambio che coinvolge un altro giocatore, potremmo dire che la plusvalenza è un'irregolarità? Oggi di sicuro si farebbe fatica a trovare un acquirente a quelle cifre, ma solo 10 mesi fa, era considerata cogrua da molti addetti ai lavori. Il concetto che si vuole esprimere è che punire in assenza di norme specifiche rischia di diventare un esercizio di simpatia: tu sei fedele al Sistema ti grazio, tu non lo sei ti distruggo, considerato il giro di affari che coinvolgono le Società calcistiche, non credo che questo modus operandi possa definirsi inattaccabile.

Quando il momento si fa particolarmente duro per una Società, non le rimangono che due opzione: affondare o trovare quelli capaci, competenti e con il piacere delle sfide difficili.
La Superlega ha la sua occasione, presto la Società Juventus verrà nuovamente sanzionata, direttamente dall'Uefa, che colpendone una, punterà ad educarne 100.
L'estromissione dalle Coppe europee sembra cosa certa, al punto che viene percepita quasi come scontata, questo potrebbe portare conseguenze anche più pesanti, come l'estromissione per più anni e il conseguente pesante ridimensionamento della capacità di spesa.

Ma forse educarne una potrebbe svegliarne 100, di quei 100 per cominciare ne servirebbero 22.
Altri Club europei hanno avuto condotte, nella gestione economica, che potrebbero portarli ad essere bersaglio facile per l'UEFA.. se non volessero correre il rischio di rimanere nello stesso Sistema? Se volessero crearne o aderire ad un altro più remunerativo e più sostenibile, ponderato sul fatturato che l'industria Calcio sposta a livello Mondiale? E' una fiche da giocare con prudenza, che dev'essere presentata con contenuti chiari, accattivante verso i tifosi, con criteri meritocratici, con una re-distribuzione dei diritti tv che sia, anch'essa, proporzionale e meritocratica, ma finito il filone stipendi, plusvalenze ecc, la SuperLega (o come si chiamerà) avrà il suo momento.

Una start-up interessante e in grado di mettere l'Uefa in seria difficoltà, potrebbe essere quella di coinvolgere tutte le squadre che hanno vinto almeno una Coppa Campioni/Champions nella loro Storia. Sono appunto 22, abbastanza per organizzare due gironi da 11 squadre da cui pescare le migliori 8 e farle accedere agli ottavi. 
La formula potrebbe prevedere solo sfide secche, senza possibilità di finire in parità già dai gironi, con supplementari e rigori in caso di pareggio e punteggi differenti per la vittoria nei 90 minuti. Garantirebbe 10 partite ad ogni squadra e durerebbe 14 incontri per chi arriva in Finale, se si volesse coinvolgere più squadre, basterebbe estendere l'invito a tutte quelle che hanno raggiunto almeno una finale della Coppa Campioni e predisporre più gironi con differente formula per il superamento del turno.
Importantissimo sarà studiare un regolamento che dia diritto a tutte le aderenti spontanee, a participare in base ai risultati sportivi stagionali già dalla stagione successiva, quando la nuova Competizione avrà testato come garantire ricavi più appetibili della stessa Champions.
Una sfida credibile ad una competizione che privata di molte di queste 22 squadre si troverebbe di fronte ad un equilibrio ribaltato.

Servirà una struttura in divenire, non potrà essere definitiva nel suo esordio, di anno in anno dovrà avere la forza e la capacità di far crescere numericamente le partecipanti. Se il primo anno la presenza delle squadre si giustifica con i meriti sportivi della loro storia, il criterio deve differire già dal secondo anno. Ad esempio le 6 eliminate al girone, possono essere rimpiazzate dalle 8 qualificate ai quarti della Champions League, con la competizione estesa a 24 squadre. Con un criterio di inserimento progressivo, il cui fine dovrà essere quello di portare alla nascita una competizione preliminare alla SuperLega, che vada a rimpiazzare la Champions. In base ai piazzamenti nei campionati nazionali, con criteri simili all'attuale massima competizione UEFA, si avrà accesso alle SuperLega B. Le migliori 8 della SuperLega B accedono alla SuperLega A.

Ultimo aspetto fondamentale, che porrebbe le basi per una competizione ad armi pari, l'istituzione di un vero fair play finanziario, maggior ricavi, maggiore capacità di spesa, ma regole rigide che evitino l'ennesima deriva dissennata dei costi, con conseguente indebitamento. Per potersi iscrivere, requisito tassativo: un bilancio sostenibile senza ricapitalizzazioni. 
Il Calcio cresce, è un'impresa che assume caratteri esponenziali di anno in anno, ma fortunatamente si gioca ancora su un campo verde con 22 uomini che inseguono il Pallone, lo spettacolo è quello e bisogna tutelarlo, con regole chiare, introiti e spese proporzionate, cosicché chi esce dal campo vincente non debba più attendere il "VAR giudiziario".
Configurata a dovere, la SuperLega avrà la sua occasione nei prossimi mesi, sperando che torvi anche un nome migliore..