Giungere al giro di Boa e non trovare la Juve in testa al gruppo è circostanza insolita negli ultimi 10 anni, rispetto alle 9 versioni precedenti di se stessa, in termini di risultati, la squadra bianconera ha compiuto un passo indietro.
Chi scrive, però, ha sempre visto un progetto dietro a questa squadra, un disegno da colorare ed arricchire di particolari, ma, dai contorni ben definiti. Allora vediamo cosa fin qui ha rallentato il cammino e quali sono i margini di miglioramento che potrebbero concretizzarsi.

Anzitutto, dettaglio da non trascurare, l'assenza di pubblico riduce di molto l'impatto dello Stadium, da Conte in poi, i successi in campionato, sono sempre nati da lì. Non a caso, un'andatura meno ricca, in termini di punteggio, si rintraccia prima che si traslocasse nel nuovo Stadio. "E' l'uomo in più" si diceva, ed in effetti la media punti è sempre stata impressionante fra le mura amiche e superiore a quella delle gare giocate in trasferta. La squadra ha raccolto il 74% dei punti in casa (20 su 27) nelle precedenti 9 stagioni viaggiava ad una media del 90% e oltre, queste percentuali oggi potrebbero significare 4/5 punti in più. Tra gli elementi che mancano a Pirlo, la presenza di pubblico allo Stadio ha sicuramente il suo peso. Qualcuno potrebbe obiettare che la stessa situazione la vivono anche le altre squadre, ma nessuna di loro, ha una media punti paragonabile: da quando utilizza lo Stadium la Juventus ne ha sempre avuto riscontri numericamente determinanti e superiori alla concorrenza. Nel confronto con i suoi predecessori questo dato, a mio avviso, penalizza Pirlo.

Il passo delle ultime 5 giornate, nonostante la disfatta di San Siro, ha portato in dote 12 punti, 4 recuperati sull'Inter e 3 sul Milan, insieme ad un assetto tattico che sembra finalmente aver trovato il suo equilibrio, con un centrocampo che comincia a comprendere l'importanza di verticalizzare e velocizzare l'azione in alcuni frangenti del gioco, senza dimenticare di gestirne altri mantenendo un possesso orizzontale.  

La Rosa. Si parla della necessità di acquistare una quarta punta, un terzino e un centrocampista e di sfruttare questa finestra di mercato per completare le operazioni. Non mi trovo d'accordo, entro nel dettaglio dei singoli reparti:

Attacco. I giocatori che possono ricoprire ruoli d'attacco sono 4, dato che con buoni risultati e un'altrettanto buona intuizione, spesso Pirlo schiera Kulusevsky come seconda punta, questo lo mette in lotta con Cr7, Morata e Dybala per una maglia, arrivasse uno Scamacca o un altro attaccante destinato alla panchina, con tutto il rispetto, quale minutaggio gli sarebbe riservato? Ha senso acquistare un altro cartellino e caricarsi un altro stipendio quando hai un quartetto bene assortito, dove tutti possono far coppia con tutti?

Difesa. L'assetto, ormai costante tattica, prevede un 4-4-2 difensivo che alza sulla linea dei centrocampisti uno dei due terzini in fase offensiva, disponendo una difesa a 3, per attuarlo al meglio servono 2 disponibili tra Cuadrado (sempre più indispensabile) Alex Sandro e Danilo, ma in caso ne fosse disponibile solo 1 si può ovviare con l'esterno a tutto campo, o con la difesa a 3 pura, inserendo 3 fra questi 4 centrali : De Ligt, Bonucci, Chiellini e Demiral.  Non mancano alternative nel reparto, la soluzione Frabotta è l'unica che mi sento di bocciare, al momento le prestazioni sono spesso coincise con problemi nati dal versante sinistro. Comunque questi 7 difensori per 3 o 4 maglie (a seconda dell'assetto) sembrano una soluzione con le giuste garanzie. Comprare solo in caso si possa concretizzare un grande acquisto, qualcuno alla Marcelo, ma sono giocatori che, come sappiamo, non si spostano quasi a mai a gennaio. 

Centrocampo. Finalmente si comincia a vedere la luce, a comprendere chi sono le prime scelte, l'equilibrio qualità/quantità. McKenny piacevole scoperta sempre più indispensabile, equilibratore dalla vena inesauribile con preziosi inserimenti e goals, Arthur che porta una buona dose di qualità, difende palla come pochi e, probabilmente seguendo i dettami del suo allenatore, comincia a manifestare una visione di gioco in netta crescita. Bentancur completa il pacchetto, unico superstite dello scorso anno, anche se Rabiot, quando in condizione, è sicuramente utile alla causa e può contendere una maglia. Questo rimane comunque l'unico reparto in cui qualcosa andrebbe fatto, qualcosa di ben preciso. Si parla della possibilità di acquistare Isco, se Pirlo crede di poterlo rivitalizzare, questo colpo andrebbe chiuso subito, facendo di tutto per liberarsi dell'ingaggio di Khedira ed eventualmente quello di Ramsey, che seppur dotato di buona tecnica e intelligenza tattica, ha sempre stentato a calarsi nel mondo bianconero, con risultati mai troppo esaltanti. Se non si arriva ad Isco o comunque un giocatore di questo livello e aspettative, meglio andare avanti così, se non si trova una collocazione a Khedira, meglio reintegrarlo, perchè se integro, in questo centrocampo, il terzo titolare è lui, magari proponendogli di ridimensionare l'ingaggio in questi ultimi 4/5 mesi a fronte del reintegro in Rosa.

A conti fatti, Pirlo ha centrato il primo trofeo stagionale sui 4 in cui compete, la SuperCoppa Italiana, ha passato il Girone di Champions col primo posto, superato, con affanno, anche il turno di Coppa Italia e qualora dovesse riuscire a battere il Napoli nel recupero del match della discordia, andrebbe a chiudere il girone d'andata a 2 punti dall'Inter favorita e 4 dal Milan capolista. Considerando il ringiovanimento della Rosa, la rifondazione del centrocampo con l'addio di Pjanic, Matuidi e, praticamente, Khedira, a lungo i tre titolari, il sistema nuovo di gioco apportato in un momento di grande difficoltà, l'inesperienza nel ruolo di Allenatore, se dobbiamo parlare d'insuccesso, se vogliamo considerare i risultati come deludenti, la situazione ha i tratti della temporaneità, perchè il progetto che comincia ad emergere vede Ronaldo segnare a raffica, il centrocampo crescere, la difesa poter puntare sul rientrante maggior talento in circolazione (De Ligt) un vestito tattico cucito sulle caratteristiche degli interpreti e un gruppo che appare unito, a differenza della scorsa stagione, dove nella seconda parte il calo fu evidente e condizionato in parte anche dal gelo tra spogliatoio e allenatore.