Quando in estate, la dirigenza bianconera contrattualizzava, per la seconda volta nella sua storia, il tecnico livornese per molti dava un chiaro messaggio di ritorno alle sue certezze: lo scudetto, abbandonato dopo 9 anni, sembrava dovesse subito tornare a casa. 5 anni di contratto a 9 mln, praticamente la garanzia di "non esonerabilità" di cui mai nessuno, nemmeno Marcello Lippi, aveva goduto.
Un all-in del tutto ingiustificato, non per la scelta del tecnico in sé, ma per i connotati dell'accordo, è profondamente cambiata la Juve in questi 3 anni, non era Max a vincere allora, e non è lui a perdere oggi, ovviamente è la squadra, quindi trattarlo al pari di un top player in grado di spostare sensibilmente gli equilibri, che senso aveva? Con esborso minore si poteva contrattualizzare Donnarumma, assicurandosi un portiere per i prossimi 15 anni, senza esborso e si poteva, a parere di chi scrive, doveva, proseguire il percorso iniziato con Pirlo, non si può bruciare così una carriera...

Allegri rincorre ancora Pirlo nel punteggio, può al massimo eguagliarne il risultato in Coppa Italia, non ha alzato la Supercoppa ed è uscito in maniera decisamente peggiore dagli ottavi di Champions. L'ex regista ha pagato la sua inesperienza alzando comunque 2 trofei, per l'attuale tecnico non esiste nemmeno questa attenuante.
Dalla prima di campionato, contro l'Udinese (come esposto nel mio articolo "Serva da lezione.. ma a chi?") i dubbi sulla bontà della scelta erano molteplici, il tutto condito da una qualità dello spettacolo davvero ai minimi storici. Certo, si può intervenire sul mercato, sicuramente bisogna colmare l'ormai storica lacuna qualitativa a centrocampo, ma prendere Jorginho, come leggo in questi giorni, per il modello "corto muso" ha senso? Allegri ha l'ideale di un centrocampo dove Van Bommel toglie il posto a Pirlo.. lo stesso Arthur, molto criticato, inserito in un altro impianto di gioco, sono convinto, farebbe valere le sue doti tecniche, è una mezz'ala che si adatta a fare il regista, ma non puoi chiedere a due brasiliani (qualora arrivasse il regista del Chelsea) di giocare quel calcio apatico che propone oggi la Juve.

Il coraggio di cambiare! Questo manca, non è grave non vincere per un paio d'anni, è grave avere abortito un progetto in questo modo, la smania di vincere produce questi ibridi senza senso.

L'abilità dei dirigenti non si misura prendendo i migliori, per quello ci vogliono anzitutto i fondi, l'operazione Vlahovic è stata fantastica, ma ci vogliono le idee e il coraggio di vederle maturare. Da due anni scrivo che nel centrcampo juventino, un giovane come Fagioli avrebbe meritato più spazio, lo sta dimostrando alla Cremonese e spero che nel prossimo anno si trovi il coraggio di rischiarlo in prima squadra. Pirlo sarebbe stato il mentore perfetto, così come per Rovella, costruire passa da una buona dose di coraggio, per investire sui grandi nomi non ci vuole coraggio, per costruire una Squadra ed una identità sì. 

La Juve di Lippi, la più bella che ricordo, era una Squadra, ed era stata costruita nel tempo e con coraggio, Lippi diede un'identità, ma il gruppo era stato assemblato con abilità, gente come: Del Piero, Ravanellli, Di Livio, Torricelli erano giovani atleti pescati dalle serie minori, Zidane praticamente scoperto, Deschamps parametro zero e ci sono ancora tanti esempi, così si costruisce una Squadra, come in parte fecero Marotta e Paratici nelle prime stagioni. 

Non credere nel progetto che voleva dare nuova dimensione e gioco alla squadra, ha restituito una realtà che mina anche le certezze del passato, un Gattopardo che però si morde la coda... mai come oggi la sensazione è che la strada giusta, sarebbe quella di staccarsi da quel passato e riprovare a costruire, con più pazienza, quanto pensato prima dell'Allegri-bis, salviamo gli spettatori dalla noia, i risultati arriveranno.