Poco più di un'ora alla quinta partita di Champions per la Juve di Pirlo, dopo sarebbe facile scrivere, quindi preferisco farlo ora. 
La partita in sé non ha poi molto da dire: qualificazione raggiunta e caccia al primo posto, che di per sé non è sinonimo di sorprese, e che, in ogni caso, passa da una vittoria al Camp Nou. Eppure questa partita delle indicazioni importanti sul progetto potrebbe darle.

Pirlo ha parlato di deficit di personalità da parte della sua Rosa, con poche, implicite, eccezioni (Cr7, Chiellini, Bonucci probabilmente) quelli di questa sera saranno 90 minuti senza pressioni particolari, sembrerebbe non essere un appuntamento per sole personalità spiccate, tutto sembra disegnare una buona occasione per valutare l'impianto di gioco senza condizionamenti di sorta. 

Lo sostengo dalle primissime uscite, a Pirlo le idee non mancano, anzi ha creato abbondanza di soluzioni in una Rosa che, anche a causa degli infortuni, è stata spesso numericamente ridotta. Discutibili alcune scelte, non mi convince, onestamente, l'utilizzo frequente di Frabotta e lo scarso impiego di Kulusevsky, aggiungo, sapendo che non dipende da lui soltanto, che trovo controproducente l'esclusione di Khedira, ad oggi, se in condizione, è il più completo, esattamente quello che manca, ma per valutazioni del genere bisogna aver modo di valutare situazioni ed equilibri in modo maggiormente ravvicinato.

La personalità, che da stasera si deve monitorare, è quella dello stesso Pirlo, i trascorsi da giocatore sono un'altra storia. Se la squadra fornirà una valida prestazione sul piano del gioco, ancora più convinto delle sue idee dovrà essere bravo a lavorare sulla testa, a "far crescere" come sembra lasciar intendere lui stesso sia necessario, se non dovesse essere così, sarà importante capire cosa, delle sue idee, la squadra fatica a metabolizzare e intervenire imponendo la leadership dell'allenatore stesso. Perchè un meccanismo di gioco funzioni, la libera iniziativa può essere ricondotta a brevi frammenti di gara, ma per trovarsi ad occhi chiusi servono automatismi, che solo l'autore, cioè colui che siede in panchina, può avere chiari in testa, da qui la necessità di imporre certi movimenti e, sopratutto, farli rispettare. 

Sono sicuro che il gioco di Pirlo, ribadisco nuovamente, poggi su idee ben chiare, non facciamoci ingannare dalla scarsa esperienza come allenatore, ha giocato e creato gioco ai massimi livelli per anni, in partita avrà avuto mille spunti per pensare "se quel compagno facesse ora quel movimento..." oppure in fase difensiva, si sarà chiesto il perchè di un determinato piazzameno e di come si possano prevenire situazioni pericolose con la giusta occupazione degli spazi.

Il nodo personalità, alla Juve, in questo momento coinvolge lui per primo, e sarà l'ago della bilancia. Sa bene, l'ex numero21 l'importanza di coinvolgere anche emotivamente i suoi elementi di maggior talento, l'importanza di un gruppo unito, e quanto la sua figura possa incidere nel crearlo. Dybala è l'esempio del momento, ma ce ne sono altri in grado di fare la differenza in un senso o nell'altro.
Mi espongo in un momento di scetticismo generale e dico che, l'esperienza, è vero, non si compra, ma Pirlo ha delle basi solide per bruciare le tappe d'apprendimento e, anche questa volta, saprà trovare la posizione nel (bordo)campo. Infine, chiudo, con una mezza battuta "ma non troppo": lo aiuterà trovare anche un'espressione più decisa nel dare le sue indicazioni, non può più disegnare le traittorie col pallone, dovrà farlo con lo sguardo.