Difficile salutare il Campione Gianluca Vialli, praticamente impossibile salutare l'uomo. Ho sempre pensato che chi raggiunge una buona dose di popolarità, contestualmente ha la grande occasione di rendere il Mondo un posto migliore. Chi, oltre ad un grande talento artistico, sportivo o di qualsiasi altro tipo, possiede qualità umane ha l'occasione di lasciare il meglio di sé a tante persone, così che molti possano raccoglierlo.
Ho sperato ed atteso il suo arrivo alla Juve ben più di quello di Cristiano Ronaldo
, ho seguito e letto molte sue interviste, ne ho tratto insegnamento per darmi io stesso dei valori e, sopratutto, un modo di reagire alle sconfitte. Quando leggo Del Piero riferire che le novità e regole comportamentali dello spogliatoio juventino introdotte da Vialli furono mantenute nel tempo, capisco perchè quella squadra vinse per molti anni.

Non ho mai conosciuto Luca Vialli, nemmeno l'ho mai visto di persona, ma leggere della sua scomparsa mi addolora profondamente, mi è stato Maestro nella determinazione e nella mentalità, anche se lui non lo sapeva. Non poteva sapere di esserlo per me, ma sapeva di esserlo per molti. 
Era impensabile relegarlo a comparsa, il 9 che piangiamo oggi, voleva fare la differenza e la sua determinazione, la sua capacità emotiva insieme alla sua intelligenza, lo portavano a farla, ancora più dei sui mezzi tecnici e atletici.
Non era mai banale il suo apporto, segnava i goals che serviva segnare. Era nel rettangolo verde, come è stato nella vita, per primo avrebbe spinto un compagno a calciare al posto suo, se lo percepiva più pronto. Da come si muoveva in campo portava un'aura con sè, come un codice noto solo alla sua squadra e col mantra finale: "uniti si vince" e alle parole seguivano i fatti, come quella volta nel Derby o nella storica rimonta contro la Fiorentina, nella partita di Coppa col Real o in tutti i successi con la Samp e poi con la Juve: "uniti si vince" e Vialli univa. 

Come tutti i leader carismatici, sapeva anche dividere ovviamente, o l'amavi o l'odiavi. Non ricordo esplicite dichiarazioni di suoi ex compagni contro di lui, ma ricordo che come sempre, con la dignità che viene dall'Uomo e non dal Campione di Calcio, quando Sacchi decise di riconvocarlo, rifiutò la Nazionale. Era circolata voce che, oltre ai dissapori con Sacchi (non fu l'unico, ma fu il primo in Nazionale a contestarne i metodi) qualcuno avesse avuto rimostranze riguardo al suo ritorno nello spogliatoio azzurro e lo avesse espresso durante il referendum proposto allo spogliatoio dal ct azzurro.
Questo lo porterà a rinunciare finanche alla sua più grande rivincita: la riconquista della Nazionale, persa a causa della prima stagione bianconera, disputata sottotono e, sopratutto, dell'infortunio nella stagione 1993/94 che portava ai Mondiali di Usa '94 e che lo vide rientrare solo nelle ultimissime gare di Campionato. "Non possono essere i miei colleghi a decidere il mio futuro in Nazionale".. dal suo personaggio è l'unica risposta possibile, Vialli ha sempre parlato da leader e una guida si assume la responsabilità delle scelte, senza delegarla. Questo si aspettava dal selezionatore, "se convocarmi o no, dovevi deciderlo tu".
Non avrebbe potuto incidere in quel gruppo, e così ha lasciato che a "calciare" fosse qualcun altro, perché in fondo un Signore sa anche farsi da parte dove non è gradito.
Era reduce dal successo in Champions con la Juve, l'Europeo del '96 poteva essere un'ulteriore consacrazione, ma il suo ritorno avrebbe creato tensioni e così si limitò a mandare il suo messaggio.
Vialli sapeva perdere, e a renderlo eccezionale era come, dopo una sconfitta, non si arrendeva mai, nemmeno dopo tanti anni; così la Nazionale, alla fine, se l'è ripresa, per vincere l'Europeo: "Uniti, ancora una volta, si è vinto!"

Della sua malattia non voglio parlare, sarebbe irrispettoso, non so nulla di quello che può aver passato, ma è splendido leggere che anche nella disgrazia ha lasciato un messaggio meraviglioso al Mondo; come diceva un suo vecchio allenatore... Partita finisce quando arbitro fischia e questo Uomo, che ha superato il Campione, ha corso e scritto pagine di speranza fino all'ultimo secondo del recupero.
Grazie Capitano, adesso cambia le regole anche lassù e continua a vincere.