Sta per concludersi la "Stagione degli Assenti" in casa Juve: il pubblico, il bel gioco, lo scudetto. Per molti, forse tutti, il progetto Pirlo è un falllimento, a conferma di questa sentenza nelle ultime ore leggo come certo il ritorno di Allegri e con lui si pensa tornino i trionfi. E' possibile, Max è un grande gestore di campioni, ma è difficile pensare che risolva tutti i problemi, anzi, proprio lui che suggeriva un cambiamento netto già due estati fa, si presta ad un'altra stagione di transizione, per ricostruire una macchina che ha perso troppi ingranaggi vincenti. Ma la Juve dimostra ogni anno che non esistono stagioni di transizione, o si vince o si cambia, a volte si cambia anche vincendo, quindi l'idea di proporre un gioco differente, lanciare, ogni tanto, qualche giovane talento, da questi parti non sembra poter avere seguito. Certo, Pirlo da questo punto di vista è stato coraggioso, anche se quando insisti su Frabotta e concedi appena due mezze apparizioni a Fagioli, mi viene da dire che se devi osare, fallo dove puoi pescare il jolly.

L'avvio contro la Sampdoria aveva fatto sperare in un altro tipo di stagione, ma a tratti si è comunque vista una Juve che può funzionare. Personalmente l'ho persa dai radar dopo la sconfitta col Benevento, perfino l'amarissima eliminazione dalla Champions, senza attenuanti per la caratura dell'avversario, si è comunque consumata in modo rocambolesco, se si pensa alla traversa di Cuadrado o al rigore clamoroso negato all'andata. Si è detto molte volte che Pirlo non è un allenatore, di conseguenza non ha dato un'impronta alla squadra, in realtà proprio la doppia sfida col Porto e quella col Benevento a me hanno fatto rivedere il Pirlo giocatore, che prendendosi molte responsabilità se incappava in un errore concedeva all'avversario campo facile. In campo compensava le poche giocate negative con le molte positive, da allenatore deve crescere e capire che, nella rosa A, non ha centrocampisti che si prestano a quella idea, sopratutto non ne hanno la personalità in termini calcistici. Ma non si può dire che la sua impronta, la sua idea di gioco, sia inesistente, si vede eccome, deve maturare, come fece da giocatore, dandogli però anche interpreti all'altezza.

Sulla qualità della rosa, la colpa è del fantasma "plusvalenze" e di chi, ad un certo punto, ha procurato una sproporzione incolmabile tra risultati sportivi e bilancio, con operazioni che hanno finito per impoverire il tasso tecnico oltre alle casse. Pirlo ha comunque avuto la rosa peggiore degli ultimi 5/6 anni, per quanto in Italia aveva tutto per vincere ancora, ma la dimostrazione della confusione alla base di questa esperienza è proprio nell'organico: si vuole imporre il "bel gioco" e si trascura completamente il pacchetto di centrocampo? Un atto di coraggio avrebbe dovuto essere il reintegro di Khedira e il lancio del giovane Fagioli, e se sul primo Pirlo doveva attenersi alle disposizioni aziendali, per il secondo, viste le alternative, doveva osare. Così come dovrebbe osare più spesso nello schierare Buffon, che in quanto a personalità alza il livello come pochi altri possono fare.

Questo mi aspetto nelle ultime partite da chi in campo non si è mai tirato indietro, prendendosi ogni tipo di responsabilità: il coraggio delle idee, senza guardare in faccia chi deve giocare per forza: Chiesa è il suo uomo, Cuadrado il suo jolly irrununciabile, Danilo mi ha smentito e fatto un'ottima stagione, a patto di non schierarlo mediano.. Buffon quando chiamato in causa ha dato solidità, Dybala adesso c'è, Chiello non vuol mollare, De Ligt non si tocca, Arthur è l'unico con qualità, anche se col Benevento ha fatto la peggiore pirlata che potesse fare. Riparta da qui. La difesa è ancora una delle migliori, il centrocampo è quello che è, lì ci vuole un po' di sfrontatezza nelle scelte, le ha provate tutte il Maestro, rischi il ragazzo, per il resto la squadra è fatta, e se Cr7 per una volta non è in condizione, anche lui può restare in panchina. Credo che Pirlo, in parte comprensibilmente, si sia fatto condizionare anche dagli umori dello spogliatoio, ma se dovesse esprimere finalmente un calcio ordinato e concreto per le restanti 6 partite (Coppa inclusa), arrivare secondo e alzare la Coppa Italia, per un esordiente parlare di disastro sarebbe almeno inopportuno: può ancora farlo, dopo di ché la società è libera di affrontare l'ennesimo progetto senza appello (pensi oltre al tecnico, a come rinforzare il centrocampo) ma si sarà visto un Maestro che guida la sua classe con coraggio, non la classe a cui il Maestro perdona troppo, che cerca di coprirlo dall'intervento del Preside.