Mettiamola sul ridere, un po' per sdrammatizzare e un po' per rendere più evidente la debolezza delle posizioni di Torino e Roma, nonchè dei loro sponsor.

Ora, le pretese di Torino e Roma ricordano quelle di uno cui piace una bella donna già sposata che, di propria iniziativa e senza che la donna abbia promesso nulla, quando viene a sapere che l'oggetto del suo desiderio è in crisi col marito, le fa sapere che deve prendere presto una decisione, perché la vita futura va pianificata. Un comportamento da stalker. La donna probabilmente non risponderà, perché una simile faccia tosta (di corna, diceva la buonanima di mia madre) non merita risposta. Se rispondesse, il tono della replica sarebbe: "Ma tu chi sei? Cosa vuoi? Che diritti hai? Chi ti ha promesso nulla? E a parte il fatto che le crisi coniugali si possono anche risolvere e il matrimonio proseguire meglio di prima, se decidessi di lasciare mio marito, deciderei io come e quando farlo.". E per quanto possa sembrare un ragionamento semplice, esso può risultare ostico per qualcuno, come uno stalker, per esempio.

Ora, il Milan è arrivato precedendo di 2 posizioni il Torino nel rispetto della normativa della FIGC, che determina il diritto di iscrizione alle coppe. Il Torino quindi non ha un diritto soggettivo  a partecipare all'Europa League e, pertanto, ça va de soi, deve programmare la stagione tenendo conto che non deve fare le coppe. L'Adjudicatory Chamber UEFA, organo di disciplina di un'ente internazionale non governativo, quindi di natura privata, ha in corso un procedimento nei confronti del Milan al termine del quale può, nell'esercizio di un potere discrezionale, non irrogare sanzioni o deciderne di diverse dall'esclusione dalle Coppe per la stagione prossima.
Oltretutto la UEFA ha discrezionalità anche quanto ai tempi di decisione. Solo se l'Adjudicatory Chamber adottasse un provvedimento di esclusione, il Torino acquisterebbe un'aspettativa di diritto che si trasformerebbe in diritto soggettivo solo in seguito all'esito negativo del ricorso rossonero al TAS (o allo spirare dei termini per il ricorso senza che il Milan lo presenti). Solo in questa fase e a tutela della propria aspettativa di diritto il Torino può intervenire nel procedimento arbitrale (il TAS è un collegio arbitrale, come prova della natura privatistica della UEFA e dei rapporti con gli affiliati), presentando una memoria con le proprie deduzioni, ma senza acquistare il ruolo di parte nel procedimento. Ciò vale , mutatis mutandis, anche per la Roma.
Il resto non è rilevante dal punto di vista giuridico e, poichè il diritto è ciò che chiamiamo genericamente "legge", tutto il resto non è rilevante punto. Anche questo dovrebbe essere un ragionamento chiaro, ma non per coloro che, se raggiungono il risultato, bene, altrimenti si mettono a piangere, battono i piedi per terra e chiamano la mamma. Non per coloro che, schierandosi a favore dei pupetti afflitti, parlano di uno scandalo che, alla luce di quanto sopra, non esiste.

Tutti sembrano avercela contro il Milan (UEFA, Torino, Roma, la stampa di riferimento di questi club, tutti gli altri che, per ragioni di rivalità, fanno comunque la forca ai rossoneri), ma lo stesso Milan sembra avercela con se stesso. E' in mano a una proprietà distaccata, quasi gelida, cosa che di per se è comprensibile per un fondo di investimenti, ma è un problema. Per di più gli agganci nel mondo del calcio, quantomeno italiano, sono molto pochi e deboli. Gravina chiese pubblicamente la squalifica di Kessié e Bakayoko, che chissà chi avrebbe favorito nel convulso finale del campionato, mah!. Il Milan è visto come il fumo negli occhi da SPQR-TV, ovvero la RAI, senza parlare di SKY  e senza godere più delle comprensibili simpatie di Mediaset. In un certo senso, dà l'impressione di un uomo con una ferita sanguinante in un fiume dell'Amazzonia, esposto all'arrivo dei piranha, ma in uno stato di confusione tale che non prova neanche a salvarsi finchè è in tempo. I piranha sono già accorsi affamati e, a dispetto del fatto di non avere titolo per pretendere nulla, pretendono... pretendono...

Penso che alla fine il Milan sarà escluso dall'Europa League, ma quel giorno Roma e Torino avranno trovato, diciamo così, per terra la qualificazione diretta e quella al preliminare. Che si organizzino all'ultimo momento, no? Non possono certo pretendere che sia il Milan ad accelerare la propria fine e a favorire società così premurose nei suoi confronti. C'è un limite alla faccia di corna e poi un brocardo latino dice: "nemo tenetur se detegere" nel senso che nessuno è tenuto ad accusarsi.

Attendete qualche giorno, torinisti e romanisti, perchè avrete ciò che volete, ma per ora lasciate che i rossoneri agonizzino in pace! E' cbiedere troppo?