Perché la Macedonia del Nord si è storicamente separata dalla Macedonia del Sud? Perché "Macedonia" fa assonanza con "McDonald"? Perché la Macedonia ha sconfitto l' Italia? Troppo tardi per investigare, ispettore-capo.

A distanza di quattro serate, il malumore non s' è ancora frenato (logico-logico). Tutti dicono degli Azzurri e della loro "pancia piena" o delle scelte di Roberto Mancini viziate da evidenti patti di fedeltà o che determinati errori sotto-porta dei nostri non siano semplicemente concepibili o che non si dovesse proprio giungere agli spareggi. Io dico che "so di non sapere". Non vi so spiegare razionalmente come la Macedonia abbia sconfitto l' Italia, piuttosto credo che alcune sconfitte contengano un bel nulla di razionale e, beh, che "il calcio è strano". Perché, ancora razionalmente, un' Italia campione d' Europa che, pure svogliata o mal consigliata, non verrebbe mai sconfitta dalla Macedonia in una gara da dentro-o-fuori. È che, come piace dire a me, "il sonno della ragione genera mostri". Credo che gli innesti di cui si è tanto parlato ci avrebbero condotto alla vittoria sulla Macedonia, proprio come avrebbero fatto i titolari di giovedì sera.

D' altra parte, posso trovare tanta razionalità sull' episodio del gol di Aleksandar Trajkovksi, pseudonimo di "Catastrofe". E poi, in un singolo secondo, sapete quante gocce d' acqua potrebbero scendere da una doccia qualunque? Non lo sapete, vero? Bene, in un singolo attimo quelle sono venute tutte giù insieme: è partita la "doccia fredda". Un bis, dopo i bollenti geyser svedesi.

Dunque, le spiegazioni dei guru che si trincerano dietro prose d' endecasillabi calcistici non hanno alcun significato, il tragico gol subito sì: l' analisi riparte da lì. E non tanto dal goffo balzo di Donnarumma, impreparato dai trenta metri. Perchè la mentalità della Macedonia è stata chiara per 90': opporsi ad ogni tiro e porre corpo, animo e spirito tra la porta e la palla. E magari non erano forti, ma erano duri come i cristalli di boro. Erano tutto il contrario, ma credevano di essere la scogliera di Dover. Erano dei Jonathan Livingstone, erano convinti di incarnarsi in ciò che credevano. Volevano essere degli opponenti. La ricostruzione riparte dalla corsa di Jorginho dopo il 90'. Che non significa "la ricostruzione parte da Jorginho". Non significa "cacciamo Jorginho". No, no.  

Al 93' Jorginho si lascia passare Trajkovski davanti: perché è stanco e perché non ce la fa, probabilmente. Lo lascia passare perché è solo Trajkovski da trenta metri, e lo lascia tirare. Addirittura rallenta. Jorginho non ha il libretto delle istruzioni aperto a pagina 5: "opponiti, non lasciarlo tirare". E va bene, lo ripeto, era stanco. Ed aveva "la pancia piena" e rallenta, ripeto anche questo. E solo allora Trajkovski tira, perché non gli si è opposto nessuno. Questo è stato l' atteggiamento di quasi tutti gli Azzurri nella gara. Al contrario ci fosse stato Lorenzo Pellegrini da trenta metri al 93', qualche macedone in -ovski, non meno stanco di Jorginho, lo avrebbe rincorso per impedirgli la conclusione. E non perché Pellegrini potesse essere pericoloso dai trenta metri e Trajkovski no. Ma perché i macedoni si dovevano opporre, sicuramente. E qui è stato il fallimento di Roberto Mancini perché, poi, la Nazionale aveva concluso le ultime 4 gare con 4 pareggi, e questo vizio peccaminoso lo aveva mostrato più volte. Gli Azzurri già non avevano avuto il fuoco nelle vene, solamente che prima non c' era la pressione da dentro-o-fuori. E poniamo che giocando con gli innesti, magari Raspadori e Zaniolo o Zaccagni e l' infortunato Scamacca, si superasse la scogliera di Dover della Macedonia. Non penso, sinceramente, che questo piano B sarebbe stato peggio del piano A di giovedì sera. Ma sarebbe stata comunque un' altra Italia, non all' altezza con la Nazionale delle prime scelte, la Nazionale dell' Europeo. Ecco, quest' ultima è andata perduta.  

A proposito dei recenti Oscar, che si chiacchierano tanto, come pronunciò il premiato J.K. Simmons nel pluripremiato Whiplash di Damien Chazelle: "Non esistono in nessuna lingua del mondo due parole più pericolose di bel lavoro." La colpa per il mancato mondiale va data alla gloria da Europeo.

Proprio la gloria è un peccato di gola. Ed ha estinto la fame. Quindi, la vittoria ha estinto la fame. La vittoria ha estinto la mentalità della Nazionale. Non è "troppo poco" per perdere la propria identità. Vincere l' Europeo è stato troppo. È mangiarsi le provviste invernali dell'Overlook Hotel, ma tutte in un giorno, e poi rimanere senza fame per un anno. Quindi, è oggettivo che Mancini non sia riuscito a rilanciare l' appetito degli Azzurri e che, anzi, una gloriosa vittoria abbia sottratto il principio d' identità del gruppo. Ed ora, l' identità dell' Europeo sarà da spazzare con la ramazza, è andata perduta.
È tutto da ricominciare. Per questo, personalmente, avrei esonerato Mancini. Perché dovrà ricominciare da capo, proprio come se fosse "uno sconosciuto". Ebbene la vittoria dell' Europeo era tanto grande, ma questa sconfitta è una demolizione molto più grande. Che me ne faccio di Italia-Turchia?  

Ciò che ti uccide, non ti rende più forte. Ti azzera del tutto.  

 

Damiano Fallerini