Full Milan Jacket

Napoli Milan 0-1 (Giroud 49')  

Giroud come il calabrone di Einstein che non può volare: perché "Giroud non può correre, ma lui (non) lo sa e segna lo stesso".
Giroud come Antoine nel Batman di Tim Burton, eppure Napoli-Milan non contiene proprio nulla di favolistico, ma per favore chiamate qui Michael Keaton: "ma che notte di fuoco vicino a te, Antoine! Che notte infuocata!"
Quando dimenticheremo Giroud con il piede destro che, da ferito, non si svaluta bensì aumenta il volume della propria prestazione? Quest' anno non di certo. E poi il gol pesante come un rombo di un pianoforte che esegue capriole sul parquet? Perché Giroud-Giroud-Giroud... e da dove incominciare se non da Olivier Giroud, Mr. Gol-Partita? Non che la rete preziosissima del Grand Gourmet di Chambery sia della grazia del circ du soleil, ma il calcagno di Giroud al minuto 49' ha avuto fiuto per gol e tartufi, nonostante una ferita da golok malesiano. E soprattutto, annotazione non delle meno importanti, ha fatto vincere il Milan che poi, da lì, ha giocato a "tira il risultato", se lo è trascinato fino al 95'. Davvero, Napoli-Milan non ha mostrato proprio nulla di favolistico, ma per il Diavolo è stato un proverbiale "prima il dovere, poi il piacere". "Poi" significa tra 94 minuti, significa Saelemaekers che fallisce il 2-0 peccando di accidia (tratteremo più avanti il peso dell' errore in questione).

Pioli schierava un 4-3-3 dove risultava Apedemak Kessiè come un dadaista della scuola di Marcel Duchamp: infatti rompeva gli schemi. Il Dardanide aveva alterato la forma del Milan per permettere di sbarrare le avanzate dei centrocampisti avversari trough the barricades, ovvero Ruiz, Lobotka e Zielinski. Tonali si occupava dal secondo, Bennacer del terzo, mentre il curioso caso di Franck Kessie era una strategia che, onestamente, non ho tanto inteso. Accadeva che, con Giroud a rotolare tra Koulibaly e Rrhamani, rimanesse libero di volare il secondo; allora Kessiè giocava a separarsi da Fabian Ruiz ed a rimanere tra i due, dunque stava nel mezzo come la verità. Non è che lo stratagemma funzionasse granché e avveniva con la frequenza delle onde del Pacifico, così il Napoli, nella sua metà campo, combinava da lì. È vero che la mossa del Cavallo non sembrava generare sinceri successi e che il Napoli puntasse ad infilarsi da lì, ma la sagoma di Kessiè, pure poco convinto nelle corse, non ha prodotto danni. Comunque, dopo un tempo che il coccodrillo di J.M. Barrie facesse tic tac, Ruiz ha finito per esaurire le energie. Era rimasto senza carboidrati. Solo il tempo ha aggiustato il guasto sulla destra.

Tonali aveva cominciato da vertice basso poi, dopo venti minuti, Pioli si era convinto a scambiare Tonali e Bennacer come due palline da tennis in due palmi di mano. Il Milan aveva cominciato un pressing morbido che le maglie dei partenopei sembravano XL, che quelli nei primi venti minuti erano d' un altro passo al nostro passo d' uomo, poi i Ragazzi hanno incominciato ad inseguire i napoletani da palle al piede. Il Milan aveva cominciato domandando ad Orsato un rigore, risposta: no. Il Napoli aveva cominciato chiedendo ad Orsato un rigore, risposta: no. A noi veniva ammonito Pioli per proteste. Tra i due contatti, devo affermarlo, mi pareva molto più rigore quello richiesto da Osimhen con Tomori che affonda gli stivali non sulla sabbia nè sulla palla, ma sulla caviglia di Osimhen. Al contrario, Bennacer accorrendo era andato a scontrarsi su Koulibaly, ma nemmeno facendo un "boooom!" da Looney Tunes, poi il difensore del Napoli non si era neppure mosso. Mi sento meno convinto ricordando il gol annullato a Kessiè nella gara d' andata, quid pro quo? E poi, per Orsato c' era da maltrattare chiunque si rivolgesse all' assistenza nella reception degli arbitri.

Nel primo tempo non accadeva tanto, praticamente nulla dalle parti delle porte. Osimhen tutta-energia si portava dietro Kalulu e Tomori che faticavano assai a contenerlo. La Fortuna del Milan infatti si chiama "dovere del mestiere": mai Politano e Insigne riuscivano ad aprire il rubinetto della superiorità numerica sugli esterni. Calabria poteva premere il tasto help- Junior Messias, Theo Hernandez sembrava essersi incarnato secondo i principi dell' orfismo, e nella carne di un gran difensore. Al 24' Giroud cadeva dopo un tackle con Koulibaly (poi ammonito), rimaneva disteso e finiva per guardarsi la caviglia, allora si contorceva in preda all'abominio: "ho un buco al piede" sembrava credere. In effetti preoccupava tanto anche me: "toglilo, cambialo, sostituiscilo" ripetuto cento volte, ma niente. L' immagine era delicata, il taglio da golok malesiano si mostrava profondo ma... alla faccia dei deboli! Giroud sfogliava l' almanacco e si poneva di fianco al Larry Legend Bird cuore Celtic, che combatteva i Lakers con noti problemi alla schiena:"let it Bird". Pioli mi sembrava matto, eppure Giroud sembrava più presente nelle trame di gioco da Olivier gamba di legno, che da pesce sano dei primi 30'. E perché? Boh. Mistero.
Intanto, fino al 45', mentre Leao cresceva, i nostri davanti si impicciavano con la palla: troppo dietro, troppo alta, non ti sento, non ho capito, che ore sono, quando fischia? Orsato fischiava e si concludeva il primo tempo.

Nella ripresa, tipo fino all'80', lo stile di combattimento non cambiava parecchio. Ma in una mischia da calcio piazzato del minuto 49', da batti e ribatti viene fuori un ri-ribatti ed un ri-ri-batti e Calabria tirava accidentalmente su Giroud che vivo come il ricordo di uno spoiler, ingannava il Fuorigioco e mostrava la faccia cattiva da pazzo-psicopatico (quella della copertina) sotto il settore ospiti: il Milan si sarebbe posto quello 0-1 sulle spalle come in Death Stranding, lo avrebbe portato via. Lo avrebbe trascinato. Senza tentare di oltrepassare il Lete o il Rubicone, il Diavolo tifava il quieto vivere. Giroud aveva scritto la partita che, occasioni assenti, era un' era glaciale da scongelare. Intanto Hernandez era campione di sorpassi e fuoriclasse di tattica difensiva, Bennacer aveva paletta e rastrello per sistemare il prato, Giroud diceva "non è un addio. Solo un arrivederci" e Rebić ne prendeva il posto.

È che il Milan è cambiato. Chiaramente, non in quanto alle abitudini a vincere le partite complicate. Il Milan vince fuori casa e contro le big, soffre di più a Milano e contro le squadre che "non vogliono altro che un pareggio". Il Milan nel 2022 è cambiato nella costruzione della manovra, dietro. Modello Klopp, modello Guardiola, modello tantissimi altri che si parte da chissà quanti decenni fa: Tomori e Kalulu si dilatano ed un mediano si pone centrale. A dicembre era Calabria a restare vicino-vicino alla coppia dei centrali, ora agisce simmetrico allo Shanghai Maglev (il treno più veloce del mondo!) Theo Hernandez.
Dunque, quanto all'essenza del match ho già descritto: doveri, impegno, fatica. Nel finale è capitato un paio di volte chd il Napoli abbia sfondato, incontrando il fondale dell' area di rigore. Oppure che Osimhen tentasse di divincolarsi come una renna stretta per le corna. Eppure, (un non brillante) Tomori con nessun grado di separazione ha chiuso i valichi ipotizzabili dentro l' area piccola di rigore. ​​​Oppure un paio di volte Osimhen ha sparato fuoco e Maignan si è chinato sulla sfera. Ed il Diavolo è stato indeciso, quando temendo il gol del 90' minuto, buttava palla avanti per augurio. È entrato pure Ibra. Il sentiero conduce al minuto 94', avviene Il Grande Peccato: Foglia di Mirtillo Saelemaekers trova solamente Ospina di fronte, ma viene colto dal panico e tira da passero solitario. Tira di prima intenzione. Tira dalle parti delle mani di Ospina. Tira e guadagna un angolo prezioso. E si divora il gol del 0-2. Ma su dai, che fa? Ma quello era il gol del vantaggio ped gli scontri diretti, diamine! All' andata era stato 0-1, al ritorno è 0-1 e quindi...

Quella rete mancata da Saelemaekers è un peccato, ora al Diavolo, in caso di parità di punti con il Napoli non sarà permesso di trovarsi davanti in classifica. Penso a Denzel Washington in "Fino all' ultimo indizio che asserisce al collega Rami Malek:
"Le piccole cose che ti distruggono Jimmy, sono loro quelle per cui ti scoprono".
Bah. Ma sai che c'è? Bah. Che io me la spasso! Bis: "Ma che notte di fuoco vicino a te, Antoine! Che notte infuocata!" Ricordo il sorriso di Giroud e... Diavolo, vai forte ora! Sei (più o meno) primo!

Damiano Fallerini