Full Milan Jacket  

Inter Milan 1-2 (Perisić 38', Giroud 75', 78')  
Mi è naturalmente già capitato di riflettere sul senso della vita, immagino che sia accaduto anche a voi. Mi è anche capitato di interrogarmi sul "da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?"  Poi sabato e tutti i giorni prima mi è venuto invece da domandarmi: "che combina il Milan nel derby?" Fidatevi che anche questa parrebbe una domanda esistenziale per un milanista, non è seconda alle altre.

Inter-Milan era uno scontro da spacca-stagione. Ed io "ero solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di cauto pessimismo". Anche perché per la partita prima mi era stata necessaria una pizza diavola come tirami-su, ed io l' avevo tolta dal piatto senza aiutarmi con un bicchiere d' acqua. Pensavo e ragionavo: sì, mi doveva essere rimasta della frustrazione, mi avanzava ancora della rabbia repressa, l' avevo lasciata in surplus per la sera del derby? Perché se il Milan avesse perso contro i cuginacci, sarebbe stata la "fine dei giochi" definitiva o quasi, guardando il primo posto. Guardavo il rientrante Kessiè eseguire esercizi di stretching: "Damiano, vanno bene gli hamburger per cena?" Io a casa mia ho risposto di sì, ma veramente non sapevo se, due ore dopo, mi sarei battuto i pugni sul petto come un King Kong furente su New York, ricercando intorno al divano guacamole o peperoncini. C' era una parte di me che, dentro, si era distesa nella vasca da bagno e s' era improfumata allo specchio, aspettava il via libera delle ore 20. Ma dopotutto io credevo.
E poi il Milan vince. La vittoria del derby, amici miei, sì che è meritata.  
Pioli Dardanide naturalmente schierava il miglior 4-2-3-1 di casa, quello buono, e Díaz che poco aveva convinto nelle ultime prestazioni sedeva in panchina. Kessiè lavorava sulla trequarti con il rientrante Bennacer a completare il triangolo isoscele di centrocampo. Calabria aveva la meglio su Florenzi, invece Tomori veniva risparmiato tra le seggiole di chi è solo convocato, infine Rebić ed Ibrahimović erano out.  
I primi 5 minuti mi illudevano di vedere due squadre fronteggiarsi alla pari, invece tutto il primo tempo è stato un incubo da Nightmare con Freddy Krueger. L'Inter è rimasta corta in 30 metri per 40 minuti, il Milan giocava a rincorrere. Il Biscione trovava in Brozović la fonte d' acqua favolistica alla Esopo. E se il croato avesse avuto i capelli alla Gullit, allora Kessiè gli si sarebbe appeso tante e tante volte. Dzeko veniva contenuto bene da Romagnoli ed aveva successo nelle sponde, a volte tornava indietro a prendersi il pallone, Lautaro giocava rapido ed era origine di scambi rapidi ma Cloruro Kalulu gli era ben aderente, come una FFP2. Eppure, il copione della sceneggiatura era sempre lo stesso con Perisić che era come sotto un potenziamenti da shop dei videogiochi: "sprint +25%", allora seminava Calabria con gran passo e crossava profondo verso Dumfries. Dall' altra parte infiammava la corsa dell' olandese con uno stile di gioco prepotente, Hernández era ostaggio della marcatura del diretto avversario. Il Milan si specchiava su quel 3-5-2 avversario così diverso, dove l' Inter riusciva a difendere in tre ed ad attaccare in quattro o cinque per ogni manovra, non si trovavano le misure sulle corsie laterali, con Leao e Saelemaekers totalmente fuori dall' impianto difensivo. E quelli di Inzaghi scappavano larghi, al 10' Dumfries segnava l' azione tipo, poi annullata per fuorigioco.  

Pensatela come preferite, ma lo svantaggio come 1-0 (e non di più!) è meritato, non immeritato. Le ragioni per cui il Milan non ne ha prese di più sono da rintracciarsi negli istinti dei guantoni di Maignan, un portiere da Monte Olimpo. Uscite dai pali con anticipi straordinari, riflessi che non reggerebbe neppure il vetro, una lucida consapevolezza in fase d' impostazione e, soprattutto, si è eretto come Ostacolo principale dell' Inter. Su Dumfries, su Brozović, su Lautaro, la sua forma aveva un' aurea mitica come la biografia di Wilt Chamberlain, io credo che il suo acquisto pee 14 milioni sia stata la migliore tra le mosse di calciomercato del più recente Milan.
Gli unici squilli milanisti avvengono quando Fedro Tonali sparava al 35', trovando il balzo scenico di un attento Handanovic e, pochi secondi dopo, Leao mancava la zampata da rapinatore d' area. Su corner il Milan insisteva con la consueta marcatura a zona e, sì che era un po' colpa di Kalulu che non trovava di testa l' impatto con la sfera, ma ritrovando un replay possiamo osservare Saelemaekers partire da vicino di casa di Perisić, poi allontanarsi compostamente dall' area di rigore. Perisić a quel punto ha avuto licenza di uccidere a rete.  

Al termine del primo tempo, la ragnatela di marcature milaniste faticava a trovare le misure soprattutto su Perisić e Dumfries, gli interisti andavano raddoppiati e trovavano sempre un altro "simile" di razza, contento in solitudine. In fase di possesso Tonali suonava costantemente la carica con il corno da annuncio di combattimento, ma Leao restava tagliato fuori e Saelemaekers era subliminale alla partita, infine Kessiè recuperava pochi palloni e li buttava via di fretta, alla disperata ricerca di Leao o Giroud. Grand Gourmet Giroud fin dal primo tempo rispondeva presente, tentava possibili sponde e duellava con la scimitarra tra i denti, ma intorno sembrava non trovare il solito campo gravitazionale terrestre. Era un altro pianeta quel Milan insomma, non bloccato al cubo di Rubik, ma domato e contratto. L' Inter convinceva parecchio.  

Eppure succedono pure cose strane nel calcio, che ti fanno riflettere. Nel secondo tempo, Inzaghi predicava calma e non chiedeva ai suoi di affondare la katara nella pelle milanista, i protagonisti sul terreno di gioco cambiavano e fino al 70' accadeva poco d' importante, la gara era diventata equilibrata. Solamente che l' Inter si trovava in vantaggio. Tuorlo in camicia Romagnoli e Kalulu rimanevano diligenti, Tonali era un fedele spirito combattivo, impazzava il duello tra lo yin e lo yang: Theo Hernandez versus Denzel Dumfries. Mi dispiace aver dato tanto rilievo a quanto combinava l' Inter nello scacchiere tattico, ma fino a quel momento era l' Inter che andava decidendo i ritmi di gioco.  

Eppure accadono pure cose strane nel calcio, che fanno avanzare tutti i propri interrogativi. Pioli voleva scrollare l' insicurezza del Milan, mediante le sostituzioni, Inzaghi pensava d' aver già vinto ed immagino che in tanti non saranno d' accordo con me. L' Inter aveva la partita tra le mani come un laccio delle scarpe, poteva vincere: no problem? Invece incominciava a soffrire la stanchezza inevitabile. Inzaghi decideva di optare per dei cambi per far recuperare fiato ai suoi uomini migliori e, fatto incredibile, è tra i primi allenatori nella storia del calcio a sottovalutare una partita come "il" derby. Perché, diamine, il derby di Milano che è così significativo per chi gioca, e chi mai avrebbe potuto immaginarsi che Inzaghi avanti di un solo gol potesse immaginare d' aver già vinto? Il fratello di Pippo vedeva erroneamente un avversario finito, ma quel Milan era come il Vesuvio: "covava magma, a riposo". Messias e Díaz erano entrati da una parte per Saelemaekers e Kessiè. Dall' altra prendevano il posto dei "grandi protagonisti" Calhanoglu, Perisić e Lautaro, alcune tra le riserve come Vidal, Dimarco e Sanchez.  
Succedono cose strane nel calcio, che possono sembrare ingiuste. Ma il calcio non era ingiusto quando Sanchez vagava per il centrocampo e veniva travolto legittimamente da Giroud (molto legittimamente!). Tonali guidava verso Handanović, Alegría Díaz non aveva un controllo felicissimo e colpiva di destro, sulla deviazione piombava lo stesso Giroud da pochi passi. Insaccava il pareggio. Come è possibile, l' Inter che tanto aveva combinato? Invece, poteva accadere eccome. La partita scivolava dalle mani dell' Inter quando Calabria ora fiducioso per la prima volta, imbeccava Giroud, protagonista a sorpresa. Mai nessuno, nemmeno io per la verità, avrei pensato ad un controllo di palla così composto, che sembrava di vedere un etoile del Bolshoi. Ma quello era Giroud, e l' altro era De Vrij che si arrendeva disteso. Handanović ci era sembrato l' Elbrus ma la sua mano andava piegandosi come carta e la palla diceva "è gol". Ed il Milan aveva fatto il giro del campionato in 80 minuti.
Succedono cose strane ed a volte straordinarie, niente guacamole per quel sabato sera. Io che tre minuti prima avevo la testa tra le mani, ora urlavo il "Girouuuuuuuuud" più lungo mai pronunciato sul Pianeta Azzurro. Inzaghi aveva creduto d' aver vinto, ma il Milan aveva assemblato fiducia, sfoderandola quando gli avversari erano sulle ginocchia. Il Milan credeva bene, quale momento migliore per chiedersi ora "da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?", per rispondersi alle domande esistenziali, ora che ci si trovava bloccati in attimi di meraviglia? Insomma, era tutto l' opposto del pessimismo (quello era finito ad Altrove). Io penso che il nostro scopo è di rendere felici gli altri, Giroud e Inzaghi erano due volti simili sulle due facce della stessa medaglia. Ma così opposte. Entrambi erano stati capaci di renderne altrettanti di tifosi tristi. E questa era un evento straordinario, qualcuno doveva pur sempre soffrire. Che poi, molti che soffrivano erano quelli che pensavano di aver già vinto. Succedevano cose strane a casa mia, in classifica. Il Milan vedeva un Perry Mason Bennacer molto ordinato e Diaz era ambizioso, il Diavolo ne aveva incassate di tutti i tipi durante i giorni precedenti, che "non fosse all' altezza dell' Inter", ma ora si trascinava verso la vittoria nel derby.​​Meritata.
Penso che se Díaz fosse partito titolare non avrebbe inciso granché, in realtà, ma da uomo subentrato colmo di energia verde è stato fondamentale per la rimonta. Oltre a Giroud, rimarrà indimenticabile Tonali, Maignan è stato il migliore, tenendo il Milan a galla quando era semplice affondare. E Pioli Dardanide sorrideva anche a vedere Theo che stendeva Dumfries da dietro con un po' di cattiveria e tanto cinismo, faceva pure bene a negare la ripartenza dell' Inter al 95'. Perché lo faceva per un bene comune, ma poi veniva espulso.  

Vincere un derby dà sempre una sensazione d' euforia. Ma... allora, qual era il senso della vita? Non ne sono certo, ma almeno deve essere straordinario quel senso, perché i milanisti pensano ai loro interrogativi e sorridono... ricordano il secondo gol di "Girouuuuuuuuuud!"  

 

Damiano Fallerini