Le ultime uscite dell'Inter non sono state delle più felici, la cosa che più mi ha colpito è l'assenza di animo, di interismo. Parola usata in passato da mister Spalletti per spiegare lo spirito Inter, che sembra essere sparita e con essa la squadra neroazzurra.
Spesso è complicato spiegare una sensazione, una fede e non lo si può fare con una parola o qualche discorso. Ad una fede si crede ciecamente, senza esitare, seguendola nel bene e nel male. Una fede come quella per l'Inter è un fiamma crescente che in pochi possono capire, ci si nasce o la si vive difendendola e onorandola. Quando tutto sembra andare male e le vittorie non arrivano, ecco che questa fiamma deve essere il fine comune, l'orgoglio che ti spinge in campo.
Prendete Ranocchia, privato della fascia, mandato in prestito, ultima scelta, entra in campo con il coltello tra i denti e ci crede su ogni pallone sfiorando un goal meritato. Secondo voi cosa sarà passato in testa al ragazzo? Entro e la faccio pagare a Spalletti e dirigenti? Faccio il minimo, tanto a Luglio vado via? O semplicemente non ha pensato ed è entrato per onorare la maglia, la fede e la sua dignità? Credo abbia dimostrato quest'ultima cosa.
La reazione di Ranocchia la si ritrova in quella logica di interismo menzionato dal mister. L'interismo di Andrea nasce da quella fascia al braccio ereditata da Zanetti, dal vivere l'Inter da dentro, nel bene e nel male. L'esempio di Ranocchia, oltre che al famoso "caso Zaniolo" deve far riflettere non poco i dirigenti dell'Inter.
Negli anni molti ragazzi sono cresciuti in casacca neroazzurra, diventata una seconda pelle e l'Inter una famiglia da onorare. Alcuni di questi ragazzi li ritroviamo in Serie A e da avversari sfoderano prestazioni maiuscole, magari la maglia dell'Inter li carica ancora o semplicemente il karma ricorda puntuale che una famiglia non abbandona i propri membri. Allora credo sia il caso, tempo, di riportare a casa i ragazzi, coloro che hanno difeso l'Inter in campionati giovanili coltivando il proprio interismo negli anni.
Uno di questi ragazzi è Bessa Daniel, italo-brasiliano ignorato da Mancini, autore di un goal (alla Juventus) e 4 assist in 20 gare. Da giocatore della nostra primavera era l'uomo derby, giocatore di "visione" europea e tecnica brasiliana, negli anni affiancata da una buona educazione tattica. Un giocatore come lui sarebbe una buona componente di centrocampo con numeri superiori agli attuali centrocampisti in rosa Inter. Altro giocatore di quella fantastica giovane Inter targata Stramaccioni era Alfred Duncan, giocatore forte, straripante che ha saputo umilmente aggiungere goal al suo lavoro di copertura a centrocampo.
Più giovani sono Di Marco e Pinamonti, si sono affacciati da poco in A e hanno dimostrato che il talento c'è, ed anche la voglia di prendersi il futuro. A loro si affiancherebbero senatori, leader dell'attuale Inter come Skriniar, Brozovic e Handanovic tra gli altri, a spalleggiarli e fare gruppo nel segno dei nostri colori e della nostra fede.

I ragazzi in curva sarebbero i primi sostenitori di chi porta l'interismo dentro e mette l'anima in campo. In un calcio malato di denaro, povero di qualità, bisogna riscoprire i valori del calcio, dalla nostra storia.
Se non volete farlo per questo, riportateli a casa in nome del FFP o di lista UEFA, ma credeteci in questi ragazzi perchè non avete nulla da perdere.