Rieccoci qui, dopo un anno, con nuovi giocatori super osannati e talenti persi a giocarsi la Champions all'ultima giornata.
Voi direte, eh ma un progetto necessita di tempo, serve tempo per fare gruppo, assimilare tattica e sviluppare gioco. Il problema è che dopo un anno se possibile vi è stata una involuzione su tutti i fronti. Lo scorso anno il buon Ausilio con un miracolo rattoppava la squadra a Gennaio con un talento puro sulla trequarti che fece la differenza nella volata Champions. Lo fece nel rispetto del FFP, in ogni caso gli acquisti di Gennaio sono sempre importanti per chi deve svoltare (vedi Piatek!!!).
Lo scorso anno avevamo un Icardi in forma e un Cancelo a tutta fascia che creava almeno 2-3 azioni interessanti a partita. Lo scorso anno con fortuna andammo in Champions. Un anno è passato, sono entrati i giocatori richiesti da Spalletti, non ruoli ma nomi e cognomi, abbiamo giocatori in abbondanza, ma siamo ancora qua.. senza gioco e senza identità. Per guidare un gruppo ci vuole oggigiorno un leader che sappia anche veicolare le emozioni in campo e fuori, che prenda decisioni importanti ma che lo faccia in modo oculato.
Un allenatore non può pretendere di avere uomini di fiducia in campo, lo devono essere tutti, non si possono escludere giocatori dal progetto e dal gruppo.
Spalletti aveva a disposizione molte opzioni per gestire le 3 competizioni ed arrivare a fine anno ad acquisire l'obiettivo con estrema tranquillità. Poteva ad esempio impiegare di più Dalbert e J.Mario, che sembravano in rampa di lancio e poi inspiegabilmente spariti dai radar dell'allenatore di Certaldo. Credete che questo non pesi su un gruppo? Certo che sì, il messaggio che ne vien fuori è uno, non giocherai mai con me! Questo demoralizza un giocatore e quelli a lui vicino, portando a mille pensieri e non certo positivi. Certo poi i pensieri sono ancor meno positivi se vedi sempre in campo Perisic e Nainggolan, anche in prestazioni horror, loro il campo non lo lasciano mai. Fare delle esclusioni, dei favoritismi, in qualsiasi lavoro è un clamoroso autogoal!
Nessuno darà tutto per un capo così! Passando alla tattica, sì quella serve e come, qualcuno mi saprebbe spiegare l'idea tattica e di gioco dell'Inter? Io ad oggi non l'ho capita ma provo a dare una mia interpretazione.
Il gioco tipico dell'Inter parte dal portiere in stile videogiochi, anche quando non vi è la possibilità di farlo. Si sviluppa poi sulle fasce dove agiscono due centrocampisti esterni (Perisic e Politano) che ovviamente attaccano l'area come tali e spediscono cross al centro. Al centro agisce una punta e se capita un centrocampista che si inserisce lasciano il trequartista a rimorchio. Tale schema non cambia neanche in condizioni meteo avverse o se il tuo avversario pressa alto (tipo Napoli e PSV).
Ora, dico io, ma un piano B? Una variazione sul tema? Niente, non si intravedono all'Inter nuove idee tattiche e di gioco neanche a parlarne. Riassumendo il tutto, l'Inter priva di idea di gioco e tattica, con un gruppo demoralizzato e frammentato scende in campo e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Le colpe non sono solo del mister, in campo ci vanno sempre i giocatori e da loro si vede poco interesse alla causa, il che è sufficiente per mandarli via direi.

Si è parlato molto del futuro tecnico dell'Inter e di quello che verrà, il punto è che qui serve una rivoluzione culturale più che tattica. Bisogna dipingere regole sui muri e non frasi motivazionali, bisogna che il potere sia nella proprietà e che gli allenatori si adeguino collaborando con essa. Serve un leader che possa trasmettere valori intellettuali più che calcistici perché l'intelligenza permette di valutare in modo corretto le varie situazioni. Trasmettere valori sani al gruppo, educazione, renderebbe l'anarchia che vige ora un motivo di imbarazzo per quei giocatori. Avendo un gruppo aperto mentalmente si potrebbe anche osare con il gioco, connettendo le menti e creando quel bel gioco unito alla capacità di soffrire tipica delle grandi squadre.

Credo sia giunto anche il tempo di aprire il calcio a non calciatori, a gente che impara ad essere leader nella vita e che potrebbe trasmettere valori ai giocatori.
In ogni caso spero l'Inter possa trovare la sua identità con un leader in panchina, possa trovare ancora giocatori a combattere per l'Inter e dirigenti a guidarli ed incitarli. Spero ancora di vedere una grande Inter.