Qualche mese fa mi chiedevo se la SuperLega fosse davvero il male assoluto del calcio e ricevevo pollici in basso per aver insinuato il dubbio. Dopo gli ultimi risvolti del calciomercato, vorrei sapere se l'opinione pubblica la pensa uguale e se pensa davvero che il calcio sia ancora uno sport. Sappiamo tutti quanto sta accadendo, squadre che possono spendere centinaia di milioni e altri depredati dei simboli e della storia. La UEFA cosa dice? nulla, anzi forse si compiace di operazioni di mercato da nababbi, di ingaggi superiori al PIL di molti paesi e dell'accentramento di potere. Non si chiede certo la democrazia alla UEFA, non è loro dovere e non lo sarà mai, magari lo si potrebbe chiedere ai vari politici che parlavano di industria calcio e minacciavano fuoco e fiamme per proteggere lo sport dei tifosi.

In tutto questo il calcio "dei tifosi" resta schiacciato sotto la prepotenza di pochi uomini che ne decidono le sorti a colpi di banconote, forse comprando coscienze oltre che consensi. I tifosi che tanto criticavano la Super lega non battono ciglio dalle località balneari accettando lo strapotere di chi ha comprato il loro calcio e probabilmente anche le loro idee. Parlo di loro idee perchè il concetto di Superlega si basava sul controllo di pochi club del calcio europeo, adesso non sembra tanto diverso ma nessuno proferisce parola, come se questa azione subdola fosse più gradita di una ufficiale. Contenti loro contenti tutti, per deformazione devo guardare oltre il mio naso e ciò che vedo non è tanto positivo. Di questo ovviamente dovrebbero preoccuparsi anche i giornalisti se non per il calcio in sè per il proprio lavoro, non servono tanti giornalisti per commentare un campionato mediocre. 

Detto questo, chi ci perde davanti a queste offensive di mercato? Sappiamo davvero tutto? Beh, da appassionato di scacchi cerco sempre di vedere incastri e mosse oltre il consueto e mi sono fatto delle idee a riguardo. Ovviamente chi perde sono club storici, Barcellona, Juve, Inter, Real a discapito di chi la storia vuole forse comprarla, comprando i migliori giocatori. Forse questi clubs avevano visto lungo, affidandosi a fondi americani (quindi forti) volevano contrastare lo strapotere di pochi club difendendosi dagli assalti di ricchi proprietari. Con la SuperLega avremmo avuto Messi al Barcellona, Lukaku all'Inter e conti supportati da fondi americani, ora invece ci ritroviamo difronte ad una SuperPremier (ed un super PSG), conti in rosso e Liga e SerieA depotenziate. Far saltare la SuperLega ha probabilmente giovato alla Premier e all'Inghilterra che si appresta a fare incetta di giocatori e trofei, lasciando il resto d'Europa in una coltre di incertezza. Se poi pensiamo che i club inglesi hanno fatto saltare la SuperLega, qualche dubbio potrebbe sorgere. Ovviamente noi ci appelliamo alla storia e speriamo in molte altre Wembley, in molte altre manifestazioni del dio del calcio, in molte altre vittorie italiane. 

Di sicuro, il calcio non se la passa bene, forse siamo ad un punto di svolta ad un bivio. Forse da questo scossone ci si ritroverà abbattuti, nell'ammirare i trionfi altrui, nell'umiliazione di "non veder la palla", nell'incertezza del futuro. Potremmo però anche trovarci davanti una svolta positiva, in cui le squadre punteranno sui giovani, senza pressioni e potremmo rivivere un calcio vero, con valori sportivi, portato in alto dall'orgoglio di chi lo ama.