Dopo l'estasi europea la nazionale italiana ha inevitabilmente mostrato limiti nel gioco e nel carattere costati la qualificazione al mondiale oltre che una magra figura nella Finalissima. L'europeo di calcio è stato oggettivamente un miracolo sportivo, una congiunzione astrale che ha esaltato le individualità e la solidità difensiva dell'Italia. Chiaramente il tutto era retto da un entusiasmo quasi spirituale, una condizione dettata dal non aver molto da perdere e tutto da vincere. In effetti la nazionale, un po' provinciale, quando parte da sfavorita riesce a dare il meglio di se, come una squadra di metà classifica in Maggio, quando le menti sono più sgombere. Nelle partite importanti, terreno di campioni, scompare in una coltre di paura, nervosismo e insicurezze che annebbia letteralmente i nostri giocatori.

Questa nazionale trasformista, da far invidia al buon dr. Jackyll, inevitabilmente è caduta in una spirale di pochezza ed incertezza sul futuro, soprattutto guardando alle nazionali giovanili. Come da buona abitudine nel bel Paese si è partiti con la caccia alle streghe, con il grande torneo delle accuse e delle giustificazioni che tanto male ha fatto e continua a fare al nostro paese. Considerando che il coach è sempre lo stesso, dubito sia una sua colpa diretta o meglio abbia indotto lui tale ridimensionamento. I calciatori sono a loro volta gli stessi ammirati agli europei, anche se sembrano ancora alle prese con la sbornia di successo e vittoria a cui in molti non erano abituati. Il problema principale è adesso decidere cosa fare: continuare l'agonia o rivoluzionare? Puntare sui giovani a prescindere o creare un gruppo di senatori?

Prima di intraprendere un cammino, a mio avviso, si dovrebbe capire dove sta il problema. In molti puntano il dito contro i big clubs che preferiscono stranieri ad italiani. A questi rispondo che in Argentina c'è stata una partita nella partita. Lautaro 1 goal, 1 assist e tanto spettacolo contro Belotti che ha fatto molto poco. L'udinese Molina ha surclassato gli esterni come l'ex-udinese De paul ha annichilito il centrocampo italiano. Per quale motivo i nostri clubs dovrebbero puntare sui nostri giocatori e non sugli stranieri, di molto superiori? non vedo il motivo. Se la maggior parte dei nostri giocatori si destreggia tra Sassuolo, Torino o Verona ( con tutto il rispetto per i clubs), evidentemente non sono da Juve o Inter. I giovani hanno una attenuante: la futuribilità e possibile miglioramento. Ecco questa è una prospettiva ma in Italia viene usata come un pregio del giocatore che inevitabilmente lo elegge a grande giocatore di assicurato valore e futuro. Questo è un problema, l'essere giovane non è un pregio ne un difetto ma solo una fase di vita in cui migliorarsi. Se volete fare del bene ai giovani parlategli chiaramente evidenziando i loro limiti e insegnandogli come superarli. Esaltare un giovane per farne un idolo o gallina dalle uova d'oro nuoce al ragazzo e a tutto il movimento. I giovani devono in tal senso prendersi delle responsabilità, crescere ed essere consapevoli che il tempo corre e che solo ambizioni e duro lavoro ti portano alla vetta. Chiaramente se volete fare gli influencers su instagram basta un telefonino e due foto con le giuste angolazioni, sarete grandi nel settore ma scarsi calciatori. Ma quindi il problema in Italia sono i giovani? colpa loro o di chi non li fa giocare se siamo messi così male? Non credo proprio.

Giovani capaci giocano e giocheranno sempre perchè faranno del lavoro il motore delle loro ambizioni e questo li porterà in vetta. Prendete Bastoni, qualsiasi allenatore lo ritiene forte e schierabile a poco più di 20 anni. Questo perchè Bastoni è forte in campo e di testa! quindi smettiamola con le polemiche, lui gioca a 20 anni perchè forte e se gli altri suoi coetanei non sono considerati è perchè non sono all'altezza. In molti diranno che Bastoni è un caso isolato, un talento naturale e per questo favorito. A questi rispondo con l' esempio di Gennaro Ivan Gattuso, uno che non aveva grande tecnica o fisico ma che ha lavorato triplo per diventare uno dei migliori centrocampisti degli ultimi anni. Se non sei dotato devi lavorare triplo, quadruplo per arrivare e non limitarsi a qualche presenza nell'anonimato della serie A. Io sono e sarò sempre favorevole nel dare opportunità ai giovani, vederli titolari quando meritano e non a prescindere perchè giovani. Bisogna ristabilire la serietà del ruolo di calciatore, soprattutto tra i giovani atleti, sempre più votati al gossip che al calcio giocato. 

Se vogliamo ripartire che lo si faccia in maniera seria ed organizzata. Si promuovano le seconde squadre, evitando di lucrare sui grandi clubs, si dia spazio ai giovani che meritano. Bisogna parlare chiaro e smetterla di esaltare un ragazzino che per puro caso segna un goal o che esordisce in serieA da minorenne. Continuare a strumentalizzare i giovani calciatori non li renderà migliori e soprattutto non aiuterà la nazionale. Che si proceda verso la meritocrazia, verso la giusta valutazione di un atleta e verso i valori dello sport, fatto di sudore e ambizione. Siamo alle porte di una nuova stagione, spero all'insegna della serietà e del lavoro,  e tutti devono dare il proprio contributo per dare un futuro migliore al nostro sport preferito.