Il post partita Borussia Inter è stato, se vogliamo, ancor più imprevedibile della stessa gara, lo sfogo di Conte si è abbattuto come un uragano sulla sconfitta dell'Inter. L'allenatore salentino notoriamente sanguigno si è lasciato andare a dichiarazioni rabbiose che non nascondevano la frustrazione di non aver raccolto quanto seminato e sudato.
Il day after è il giorno delle analisi a mente fredda, si cerca di capire gli errori commessi in campo e gli strascichi di una partita letteralmente buttata via. Partendo dalla partita, perchè il campo non mente, l'Inter ben ha figurato all'Induna Park, gestendo e ribattendo colpo su colpo agli arrembaggi del Dortmund, per poi sciogliersi alla prima difficoltà.

La partita di ieri ha evidenziato una netta mancanza di equilibrio nell'Inter, incapace di sostenere attacco e difesa ordinata, mancanza di collegamenti tra i reparti ed alternative di manovra. La mancanza che però deve far pensare Conte è di carattere mentale, l'Inter non ha saputo riorganizzarsi e resistere agli attacchi tedeschi, è mancata compattezza e lucidità nel leggere la partita. Il tecnico ha provato a scuotere i suoi con urla e cambi con scarso successo, neanche un assetto maggiormente difensivo con Politano per un attaccante ha portato stabilità alla squadra.
Da questo è facile capire la frustrazione del tecnico interista, provare e riprovare a salvare una partita che sta sfuggendo di mano senza avere il minimo successo, un senso di impotenza tramutatosi in rabbia al termine della gara.
Conte poteva fare di più? Difficile dirlo oggi, avrebbe potuto schierare una difesa a 4, chiudere gli spazi, ma non avendo terzini di ruolo e una condizione fisica precaria hanno ridotto di molto le frecce nell'arco del mister. Quindi forse Conte ha ragione a lamentarsi? Forse sì, indubbiamente i giocatori a disposizione non sono da Champions, in molti sono alle prime apparizioni e peccano di personalità ed esperienza, 3 competizioni necessitano di avere ricambi in ogni ruolo e l'Inter non li ha.
In estate sono state fatte scelte, forse si è perso troppo tempo ed energie in alcune trattative (Lukaku) che ha compromesso il prosieguo del mercato e della preparazione.
Una squadra mercato come quella dell'Inter deve avere le idee ben chiare e una rosa pronta al primo di Luglio, non al 31 di Agosto, bisogna avere gente pronta in ogni ruolo con caratteristiche fisiche congeniali al gioco del mister.
In questo Marotta&Co. hanno delle colpe, l'Inter ha praticamente fatto la preparazione con attaccanti poi venduti e centrocampisti aggiunti progressivamente, non il massimo per creare un gruppo solido e capire le lacune. Certo, perchè non avere giocatori e non poterli testare limita molto l'analisi della rosa, giocatori che potenzialmente si pensavano "da Conte" non lo sono ed ora è difficile rimediare. Se da un lato questo può giustificare lo sfogo di Conte, il rovescio della medaglia dice che il tecnico era stato proprio ingaggiato per sopperire a tali mancanza e lavorare con lo stretto necessario.
Conte con l'ingegno di un "McGyver" ha sopperito alle mancanze del mercato rigenerando giocatori a disposizione in alcuni casi, fallendo in altri. Di sicuro avrebbe fatto bene ad aumentare il minutaggio di alcuni giocatori (Politano, Lazaro, Biraghi) in partite secondarie, così da averli pronti in partite difficili o utili al turnover. Avrebbe potuto sperimentare giocatori in altri ruoli, Lazaro o Skriniar a centrocampo ad esempio, cambiare schemi e modo di giocare così da poter abbassare la saracinesca se necessario e far rifiatare alcuni giocatori. In ogni caso, i processi e le analisi hanno il potere di evidenziare limiti ma non devono assolutamente sminuire quanto di buono fatto dall'Inter.

I ragazzi e Conte, ma anche la dirigenza, hanno fatto qualcosa di straordinario, hanno riportato entusiasmo, spirito e gioco ad una Inter che nonostante idoli vari faticava a vincerne 3 di fila e raccoglieva misere prestazioni incolore.
Giusto o sbagliato, lo sfogo di Conte difende e protegge il gruppo, attirando le critiche su di sé (mi ha ricordato il buon Mou) e sulla dirigenza, allo stesso tempo fa riflettere sulla differenza che esiste entro la potenzialità e la realtà. Perchè bisogna essere realisti, non si può pretendere di vincere pur avendone le potenzialità, si deve costruire una vittoria, pezzo dopo pezzo e ben vengano le sconfitte se utili alla crescita.

I meriti e i limiti di Conte stanno tutti in uno sfogo che si spera manterrà alta la concentrazione, traghettando l'Inter alla pausa invernale sperano in regali natalizi dal mercato.