Nasce la SuperLega, progetto elitario guidato da una manciata di clubs che propongono una nuova visione del calcio europeo. Le reazioni non si sono fatte certo mancare, tra pro e contro, il dibattito si prospetta infuocato e ovviamente io mi ci tuffo. Ho letto le prime reazioni di opinionisti, giornalisti ed ex calciatori, tutti concordi nel condannare una lega non meritocratica e ingiusta che favorirebbe solo pochi clubs penalizzando lo sport. 

Ok, analizziamo i vari punti.
Partiamo dalla meritocrazia, forse il principio più tradito della storia dell'umanità, tanto recriminata ma spesso tradita in nome del denaro. Alla fine si sa, bisogna pur sopravvivere e sembra che in molti non si facciano problemi di meritocrazia quando si tratta delle proprie finanze o ambizioni lavorative. Come si suol dire, chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Tralasciando la tanto bistrattata meritocrazia, in molti hanno puntato il dito contro la fantomatica scelta di creare una superLega per vincere facile a discapito delle sorprese sportive. Quali sarebbero state le sorprese sportive degli ultimi 50 anni? Steaua Bucarest e Stella Rossa vincenti in una champions senza Inglesi e con una formula quantomeno discutibile(tanto da essere poi modificata)? L'Atalanta ai quarti? Alla fine vincono sempre le stesse, i migliori giocatori sono quasi sempre gli stessi. Probabilmente ci piace vivere di illusioni e favole, di filosofie e parole forti ma questo non cambia i risultati, a vincere nel calcio come nella vita sono pochi, meritando o no! Gli analisti che preferisco sono quelli che parlano dell'aspetto monetario. I soldi, sin dai tempi antichi hanno sempre determinato le sorti del genere umano e qui non si fa differenza. I 12 clubs coinvolti tra debiti e rifinanziamenti di fondi sono quelli che più hanno perso dall'attuale format di leghe nazionali ed europee. I top clubs hanno visto abbattuto il potere di acquisto da uno squilibrio totale in fatto di sponsor, Fair play, infrastrutture e procuratori super-potenti. I fondatori sembra si siano trovati spalle al muro contro giocatori e procuratori esigenti dovendo mettere a bilanci quote monstre di commissioni le autorità ovviamente hanno fatto spallucce. Sempre i fondatori si sono trovati difronte situazioni diverse dipendenti dallo stato di appartenenza, tra burocrazie e potere economico c'è chi aspetta uno stadio da10 anni in Italia mentre in Germania si costruivano già nel 2006. In tutto questo la Fifa usava la mano pesante con una stretta finanziaria, concettualmente giusta, ma che si è rivelata un fardello per le medio piccole non avvilendo molto le politiche dei top clubs. Quindi di che parliamo? I fondatori probabilmente hanno pensato di far da soli! Si son trovati finanziatori per lo spettacolo che mettono in scena, così da tenere il passo di chi è rappresentato da proprietà o paesi economicamente forti.

Ultimo punto da analizzare è il fair play. Qui mi vien da ridere, anche se non c'è niente di divertente. Si dice che questi clubs pare vogliano farsi regole proprie non rispettando gli altri. Perché fino ad ora le regole erano chiare? Pare (e dico pare) che alcuni giocatori siano stati acquistati tramite finanziamento di fondazioni che sponsorizzerebbero eventi calcistici (tipo un mondiale). Vi sembra fair play? Vi sembra fair play se una squadra può spendere 80 milioni per un difensore mentre altre a stenti possono pagare gli stipendi? Voi difensori del calcio che vedete la morte del calcio in una SuperLega, vi siete mai curati dello stato di salute del calcio? No perchè forse siete amanti distratti e non volete ammettere che il calcio ha ormai perso l'anima sportiva originale.

Concludo dicendo che sono ovviamente contrario ad una SuperLega, la trovo un atto di puro entertainment tipico di altri realtà sportive, ma non posso biasimare chi mette da parte meritocrazia, buonsenso e sportività  per rifinanziarsi.
In ogni caso, serve toccare il fondo per poter risalire, chi vivrà vedrà.