Esprimere le proprie opinioni in democrazia è fondamentale oltre che salutare nel mantenere intatto il diritto di opinione. Chiaramente le opinioni devono sempre essere contestualizzate e supportate da profondi fondamenti, altrimenti si rischia di esprimere giudizi sommari.
Negli ultimi giorni è montata la polemica sui 5 cambi effettuabili durante le partite di Serie A, come anche di Champions ed EL, rei di favorire le grandi squadre con rose attrezzate. Come già annunciato in un commento ad un articolo ieri, mi schiero dalla parte della regola dei 5 cambi e cercherò di argomentare questa mia opinione. 

Il 2020 è stato un anno particolare, a tratti orribile, che ha stravolto le nostre più semplici abitudini e minato le più solide consapevolezze. La scorsa Primavera abbiamo vissuto la quarantena, qualcosa di cui avevo letto solo sui libri, l'isolamento, l'impotenza dinanzi ad un evento silenziosamente catastrofico. Tutto si è fermato, anche il calcio, un mondo spesso distaccato dal quotidiano, elevato dal fascino sportivo e dal potere economico, quasi indistruttibile con il suo rinnovarsi annualmente in avvincenti competizioni. Per un istante si è temuto il peggio, la cancellazione di tutte le competizioni, la possibile fine del calcio e di quel mondo fatto di sportivi, giornalisti e tifosi. La voglia di calcio e gli interessi economici hanno accettato la sfida posta dal virus e sapientemente guidati da professionisti studiosi dell'epidemia ha concluso i campionati. Un piccolo miracolo sportivo che forse in molti hanno già dimenticato. Questo sacrificio ha sconvolto i calendari anche dell'anno in corso soprattutto riguardo riposo e preparazione estiva, praticamente non effettuata.
Consci dell'importanza di mettere benzina nelle gambe i direttivi delle maggiori competizioni hanno optato per il prolungamento della regola dei 5 cambi. Questo permette rotazioni dei giocatori evitando sovraccarichi e potenziali infortuni. Questa inoltre sarà una stagione infinita, la scorsa Champions è terminata in Agosto, i campionati ripresi a Settembre e la prossima estate si spera di assistere agli Europei. Una quantità di partite che richiederebbe un mese di preparazione, impossibile da fare e parzialmente ovviata con i 5 cambi. 

Questa regola per alcuni favorisce le "grandi" con rose maggiormente qualitative e lunghe. Anche in questo non sono d'accordo. Se è vero che Inter o Juve possono schierare a partita in corso gente come Vidal e Arthur, è pur vero che una piccola può ricambiare o aumentare le forze difensive schierando fino a 10 difensori (5 titolare e 5 sostituti a partita in corso) ingolfando il gioco delle "grandi". Se fossimo poi meno proni all'invidia e più aperti al pensiero positivo potremmo pensare che con 5 cambi si avrebbe la possibilità di lanciare giovani con più facilità avendo ora 4 slot più uno classico da spendere a fine gara. 
Capisco la frustrazione di veder entrare veri e propri corazzieri dalle panchine, ma che siano 3 o 5 cambia poco. Magari Pirlo e Conte avrebbero iniziato con un 11 titolare diverso e un'attitudine meno allegra e più concreta. I trionfi di una società non possono riassumersi in mere sostituzioni (che poi vanno azzeccate comunque, eh!) ma rientrano in una programmazione pluriennale. Sportivamente si accettano le polemiche perché parte del gioco ma cerchiamo di essere ponderati e pensare alle conseguenze. Cambiare ancora, ora sarebbe come cancellare quanto vissuto 4 mesi fa e pretendere con un colpo di straccio di rimettere a lucido un sistema ancora molto provato. Purtroppo, il problema maggiore della nostra società è la mancanza di pazienza, vogliamo tutto e subito anche a costo di distorcere il reale.

Siamo in piena pandemia, l'emergenza non è finita e non finirà a breve. Sappiamo poco di quel che ci aspetta, socialmente dobbiamo rispettare le regole e difendere le nostre comunità. A livello sportivo bisogna razionalizzarsi, capire che avere partite di calcio è un gran regalo, non una necessità, che va preservato. Bisogna tornare alla normalità gradualmente, con calma e pensieri lucidi, tutti devono dare il proprio contributo ricordando l'importanza del proprio ruolo sociale.