E' trascorso solo un anno da quando il Milan usciva sconfitto e umiliato da Bergamo. Il 5 a 0 inflitto dai "ragazzi" di Mister Gasperini, alla vigilia di Natale, ma alla 17° giornata di un Campionato iniziato malissimo e continuato peggio, sanciva il punto più basso di una Società che appariva in difficoltà, sia in campo che fuori, obbligandola a prendere delle drastiche soluzioni, che fortunatamente, si sono dimostrate vincenti.
Complice il fatto che Leonardo fosse stato allontanato, Gattuso avesse presentato le dimissioni e la decisione di Maldini, in merito al suo incarico, non fosse stata immediata, il mercato estivo non era stato articolato in modo sufficiente e la scelta di Mister Giampaolo il più classico dei salti nel vuoto, con conseguente licenziamento dopo poche giornate. E' stato dunque il mercato invernale a dare una forma ben definita al Milan e non solo grazie agli acquisti di Ibra e Kjaer, dimostratisi fondamentali, nella guida di una squadra giovanissima, ma specialmente grazie alle cessioni, molto vantaggiose, di giocatori non funzionali al gioco che voleva proporre Mister Pioli.
Questo è il grande merito che va riconosciuto alla Dirigenza. Comprare, non è difficile, molto più complicato è vendere o convincere giocatori a lasciare il Milan per andare in prestito in qualche altra squadra. Le vittorie di oggi, è bene ricordarlo, transitano dalle cessioni di Suso al Siviglia e Piatek all'Herta di Berlino, così come una rosa sfoltita dalle partenze di Reina, Caldara e Borini, dimenticando sicuramente altri. Lavoro completato in questo mercato estivo, dove la cessione di Paquetà è stato il fiore all'occhiello e l'acquisto di Tonali un segnale confortante sul percorso intrapreso.

Se i 41 punti realizzati nel girono di ritorno, dello scorso campionato, sono stati entusiasmanti, ma non sufficienti a convincerci sulle qualità messe in campo dalla Nostra squadra, i 40 punti attuali, quando mancano ancora due giornate all'assegnazione del titolo di "Campione di inverno", con i rossoneri in vantaggio di tre punti, oltre allo scontro diretto, sulla seconda in classifica, l'Inter, sgomberano qualsiasi incertezza sulla tenuta e qualità di questo gruppo.
Abbiamo trascorso un anno cercando giustificazioni, quasi i risultati fossero fortuiti. L'arrivo di Ibra, gli stadi vuoti, o i calci di rigore, tutte motivazioni facilmente contestabili, trascurando che il Milan gioca un calcio spumeggiante, bello e rivolto all'attacco, senza risparmiarsi e lottando fino all'ultimo minuto, ed anche oltre.
Nonostante le numerossime assenze, fra Covid, infortuni e squalifiche, il Milan non ha mai mutato il suo modo di giocare, ottenendo splendidi risultati che certamente hanno colto di sorpresa molti addetti ai lavoro, ma questo non autorizza a non riuscire a coglierne i meriti.
Le operazioni di mercato che si stanno mettendo in atto, in questi giorni, rafforzano ulteriormente la qualità del lavoro proposto. Una rosa numericamente più che sufficiente, vedeva la presenza di giocatori non funzionali, Duarte, Musacchio e Conti rischiavano di restare ai margini, mentre in alcuni ruoli era indispensabile rafforzare una squadra impegnata in tre competizioni. Operazioni non di semplice attuazione poichè lasciare una squadra come il Milan non è mai piacevole. Duarte sistemato in Turchia, Conti verso Firenze e Musacchio, che a fine stagione concluderà il suo rapporto lavorativo, richiesto da molte società, ma restio a muoversi da Milano, consentono di investire le risorse economiche su altri giocatori, più utili e funzionali.

Vincere e convincere, è questo il percorso intrapreso, facendo scelte anche rischiose e coraggiose, ma che stanno dando ottimi risultati. Dopo molti anni ai margini, tornare protagonisti riempie di gioia ogni tifoso. Vincere è sempre difficile, le avversarie sono forti e attrezzate, ma con la filosofia proposta dalla Società: "Una partita alla volta, giocata come fosse una finale", senza guardare tanto lontano, dando il massimo delle proprie capacità, difficilmente si concluderà la stagione senza cogliere risultati utili.
Quindi ora il Torino e la Coppa Italia, pronti a stupire gli scettici del pallone.
FORZA MILAN