È da poco iniziato il nuovo anno, ma le emozioni che regala il calcio sono sempre le stesse, anzi si amplificano con il passare del tempo, un pò come il coro di una tifoseria globale che non smette più di crescere. Ci troviamo dentro un martedì sera di un gelido gennaio, sembra una sera come tante altre, da passare sul divano davanti all'aggrovigliarsi delle morbide fiamme di un camino: mi finirà con la solita serie TV mi convinco, mentre mi appresto ad accendere il pc, direzione Netflix. Poi mi accorgo che in effetti non si tratta di una serata tranquilla, l'istinto mi spinge ad aprire la schermata di calciomercato.com, così magari nella speranza di vedere Eriksen nerazzurro chissà, e mi accorgo che proprio in quel momento stanno per iniziare alcuni match del campionato di calcio più sensazionale al mondo, la prima divisione inglese, meglio conosciuta con l'appellativo di Premier League. E allora che lo spettacolo abbia inizio con il kick off dell'arbitro che mette la parola fine ad ogni dubbio di formazione, ma anche se il divano è lo stesso, la sensazione che da un momento all'altro l'equilibrio, che di nome fa 0 e di cognome pure, possa rompersi rende l'ambiente circostante tutto un'altra cosa. Mi concentro su di un match in particolare, un terreno di gioco da cui si percepisce il calore del pubblico trasferirsi come per osmosi dallo schermo, e così direi che è giunto il momento di raccontare lo spettacolo del Villa Park di Birmigham, in cui si disputa l'incontro salvezza tra Aston Villa e Watford.

I padroni di casa si presentano al terzultimo posto in classifica, alla disperata ricerca di punti dopo 4 partite senza l'ombra di una vittoria, mentre al contrario gli ospiti non perdono da 7 gare consecutive tra campionato e coppe, dimostrando di essere come non mai in stato di grazia. Non è un caso infatti che a passare in vantaggio siano proprio i calabroni dell'Hertfordshire, con la zuccata di Troy Deeney, il capitano che colpisce ancora contro i leoni di Birmingham, sesta volta in carriera e quinto centro in campionato, su assist del solito imprendibile Gerard Deulofeu. Allo scadere del primo tempo il Watford ha l'occasione per raddoppiare ma proprio lo spagnolo ex Milan, si divora una ghiotta occasione contro un altro ex dei rossoneri, il portiere Pepe Reina, che copre bene lo specchio della porta. Prima frazione in archivio con zero occasioni create dalla formazione di casa, che però si scuote nell'intervallo e inizia il secondo tempo con un piglio diverso: al minuto 52 è Konsa che spaventa l'estremo difensore avversario Foster, che spera ed è fortunato, perchè la conclusione violenta del difensore ex Brentford termina di poco largo alla destra della porta. Un primo segnale di quello che succederà di poco in avanti, con l'Aston Villa tutto riversato in avanti, più con il cuore che con la tattica nella ricerca del goal della speranza che possa riaprire il discorso 3 punti.
E così l'allenatore dei padroni di casa, Dean Smith decide di pescare dalla panchina, inserendo il 21enne centrocampista brasiliano Douglas Luiz: mai scelta fu più azzeccata, perché dopo essere stati vicino alla capitolazione, con una super parata di Reina su Deeney, che salva l'Aston Villa dallo 0 a 2, i suoi ragazzi trovano il pareggio con il subentrato carioca che sigla il terzo goal del suo campionato. Ma il cronometro spinge il tempo che scorre inesorabilmente, pochi minuti alla fine ed il risultato è ancora fermo sulla parità, con i padroni di casa che cercano disperatamente la vittoria che possa rilanciarli in un campionato in cui al momento hanno raccolto più applausi che punti: neanche a dirlo, giunge il 95 esimo, così praticamente a recupero scaduto l'Aston Villa trova il goal della vittoria con la classica sciabolata disperata dell'ultimo secondo, con il pallone raccolto in area da Mings che si lascia andare al minimo contatto con l'avversario, e quasi inconsciamente regala un assist perfetto per il destro piazzato all'incrocio di Konsa, che fa esplodere di gioia il Villa Park in una serata magica come poche. E forse se lo stesso Mings, non avesse involontariamente deviato quel pallone, mentre da terra sperava che gli venisse fischiato un penalty a favore, magari quella traiettoria non sarebbe stata così imprendibile per il talentoso portiere ospite, che nonostante un tuffo stilisticamente ineccepibile, non riesce a conservare il punteggio di parità a pochi attimi dal fischio finale, a conferma che il calcio non è solo un gioco, ma pura follia.