L’avventura di Edin Dzeko con la maglia dell’Inter inizia il 14 agosto del 2021, quando la società nerazzurra annuncia l’ufficialità dell’affare stipulato con la Roma.

Biennale da 5 milioni all’anno per il Cigno di Sarajevo, tra lo scetticismo dei più, che non si capacitano di come un 35enne al tramonto della propria carriera, possa sostituire appieno lo straripante Romelu Lukaku.

Ma che il bosniaco stesse attraversando una fase discendente in maglia giallorossa non era soltanto una sensazione, piuttosto un’evidenza certificata dai numeri: in ben 27 presenze, sono soltanto 7 le reti realizzate da quest’ultimo nel campionato 2020/21 di Serie A, con un rapporto ormai ai minimi termini con il suo allenatore, Paulo Fonseca, che spesso gli preferisce il meno blasonato Borja Mayoral.

E così, quando la dirigenza dell’Inter decide di puntare su di lui per riempire il vuoto lasciato dal gigante belga, a Milano inizia a prender piede la definizione di “ridimensionamento”; secondo il parere di alcuni “esperti”, la formazione di Inzaghi farà fatica a qualificarsi per la prossima Champions League.

Il campionato comincia giusto una settimana dopo il suo arrivo, il 21 agosto, con un 4 a 0 ai danni del Genoa, in una partita in cui Edin Dzeko, non soltanto segna il suo primo goal in nerazzurro, ma gioca in modo magistrale, partecipando all’azione come un ingranaggio che si incastra perfettamente con il resto del marchingegno.

Con lui davanti, si può affermare che l’Inter giochi addirittura meglio di prima: ripulisce palloni apparentemente impossibili, difende la posizione con forza e intelligenza, per non parlare della sua precisione nei passaggi che lo rende un vero e proprio playmaker offensivo.

Può segnare indifferentemente con entrambi i piedi, oltre al colpo di testa, ulteriore fondamentale in cui è maestro come pochi nel mettere il pallone al di là del portiere: iconica la sua prestazione contro lo Shakhtar Donetsk in Champions League, in cui segna una doppietta e regala alla sua squadra una storica qualificazione agli ottavi, obiettivo che mancava dal lontanissimo 2012.

In quell’occasione, lo spettro di un altro pareggio a reti bianche aleggia su San Siro, con gli ucraini che soltanto un anno prima, relegarono la formazione, poi campione d’Italia, ad un’amara eliminazione dalle coppe europee: stavolta nulla può il portiere Trubin, né tanto meno i legni della porta che in più di un'occasione lo avevano salvato, il risultato finale è una distanza netta, 2 a 0.

Nel corso di quella stagione, l’Inter lotta per uno scudetto che il Milan vince all’ultima giornata, esce a testa alta dalla Champions League sul campo del Liverpool, mentre trionfa in Coppa Italia, battendo i cugini rossoneri in semifinale, e poi la Juventus nella finale dell’Olimpico.

Ma l’avventura di Edin Dzeko con la maglia nerazzurra continua anche nel corso della stagione successiva, a testimonianza di un impegno da vero professionista, oltre ad un talento clamoroso che continua ad incantare; sono principalmente goal pesanti quelli che mette a referto, segna meno in termini di quantità, ma colpisce nel momento giusto, scrivendo ulteriori pagine della storia dell’Inter.

Non a caso apre le danze sul terreno di gioco del Viktoria Plzen, nella prima trasferta di Champions League, gara fondamentale in chiave qualificazione: alla Doosan Arena piazza un destro micidiale all’angolino, su assist di Correa, sfilandosi dalla marcatura asfissiante dei centrali della formazione ceca.

Poi si ripresenta, anche al ritorno, ma stavolta alza l’asticella e colpisce due volte al fianco dei malcapitati del Viktoria, che perdono 4 a 0 in casa di un’Inter che festeggia nuovamente la qualificazione agli ottavi.

Da qui, un cammino fantastico fino alla finale di Istanbul, passando per il doppio confronto in semifinale con il Milan, battuto in entrambe le occasioni, con il bosniaco decisivo fin da subito, grazie alla volé che spiazza Maignan sul calcio d’angolo del solito Çalhanoğlu.

Avventura che termina con l’amarezza di una finale persa per pochi centimetri, gli stessi che sarebbero bastati per mandare in porta almeno una delle tante occasioni create dall’Inter all’Atatürk Stadium. 

Nella prossima stagione, il cigno di Sarajevo ripartirà dal Fenerbahçe, formazione che milita nella massima serie turca; si chiude così il capitolo che lo ha visto guidare l’attacco interista, da vero centravanti moderno, poiché Dzeko non è soltanto un bomber d’area di rigore, è un giocatore totale, di quelli che ne nascono pochi, di quelli che quando vanno via… un po' li rimpiangi.

Da tifoso nerazzurro, nonché amante del calcio, non posso che concludere con un sincero ringraziamento, per un attaccante quasi unico nel suo genere, che sono certo non dimenticheremo.

Grazie Edin.