“Febbraio nevoso, estate gioioso”- recita così un antico proverbio, volutamente ritmato, in cui la stagione più calda diventa al maschile, per assecondare la natura stessa del mese più gelido.

Per certi versi una forzatura, anche un po’ bambinesca, ma quasi divertente alla pronuncia; sembra quasi un gioco di parole, tanto semplice quanto efficace, utilizzato per storpiare comicamente la lingua italiana.

Ma dove si trova il senso logico di questa insolita introduzione, quanto bizzarra quanto in apparenza fuori luogo, considerando anche la data di oggi?

In realtà, tutto ruota attorno al protagonista del seguente articolo, la cui storia nasce proprio in estate, nel luglio del 2019, quando il Real Madrid, in piena fase di ricostruzione tecnica, presenta uno dei suoi principali volti nuovi: stessa nazionalità dei giovanissimi Vinicius Jr e Rodrygo, ma mestiere diverso, perché Éder Militão è un difensore centrale, con qualche esperienza anche da terzino destro, per cui la società ha accettato di versare una cospicua clausola rescissoria da 50 milioni nelle casse del Porto.

Ma la notizia del suo approdo a Madrid desta subito qualche sospetto, con il dubbio che possa rivelarsi un clamoroso flop ancora prima di cominciare a solcare il prato del Santiago Bernabeu.

Pensieri che si insinuano maligni all’interno della stampa spagnola, così come tra la tifoseria delle merengues, con il ricco assegno staccato da Florentino Perez per convincere i “dragões”, che sembra la più classica delle spade di Damocle.

Un processo che potremmo definire quasi del tutto naturale in un club come il Real Madrid, il sogno di molti, la realtà dei pochi che possono permettersi di indossarne la maglia: nella stessa estate arrivano anche Eden Hazard e Luka Jovic, pagati rispettivamente 115 milioni il primo, e 63 milioni il secondo, due nomi caldi al centro del progetto post Cristiano Ronaldo, partito nella precedente sessione di mercato.

Sulla panchina dei “blancos” c’è ancora un certo Zinedine Zidane, in quella che rappresenta la sua ultima stagione da vincente con lo stemma dei madrileni stampato sul petto: vince infatti La Liga, con un vantaggio finale di ben cinque punti sul Barcellona secondo in classifica.

Eppure, quando a fine stagione si tirano le somme, la 34esima volta del Real Madrid campione in Liga, racconta di un romanzo diverso rispetto a quello che in molti potevano attendersi ad inizio campionato: l’attacco segna poco, anzi pochissimo, al punto che il secondo miglior marcatore in Liga dei blancos si chiama Sergio Ramos (11 reti), non esattamente un centravanti.

I nuovi acquisti deludono, quasi tutti, a cominciare dal clamoroso flop di Eden Hazard, il quale non solo non gioca quasi mai (soltanto 1545 minuti in stagione), ma segna anche meno, realizzando un solo goal in tutte le competizioni; non convince neanche Luka Jovic, che riesce a fare anche peggio del collega ex Chelsea, con uno score di 2 reti e soli 800 minuti giocati.

La forza di quel Real Madrid proviene infatti da tutt’altri calciatori, forse meno altisonanti poiché già presenti in passato, ma capaci di ripresentarsi in campo come squadra solida, padrona del gioco e del risultato: Éder Militão non fa parte di quei protagonisti, anzi recita un ruolo da comprimario nello spogliatoio amministrato da Zizou, che lo manda in campo solo quando un titolare getta la spugna per infortunio.

Lui stesso non sembra essere all’altezza della situazione, come quando in quel di luglio del 2019, in piena conferenza stampa di presentazione, aveva accusato un malore, provocato probabilmente dalla troppa emozione, seguito dall’impossibilità di proseguire con l’intervista; soltanto 15 le presenze in Liga in quella stagione, di cui molte da subentrato, senza mai lasciare il segno, senza mai convincere.

Ed è così, che il giovane difensore verdeoro entra ufficialmente nella cerchia di quei calciatori sopravvalutati per cui il Real Madrid ha speso una fortuna; una sorta di inverno gelido per il ragazzo, che continua anche nella stagione successiva, in cui deve fare i conti anche con alcuni infortuni, oltre al corona virus.

Il suo destino sembra un film già visto, un altro bidone da cestinare il prima possibile con la classica girandola di prestiti infiniti pronta a manifestarsi, ma agli esordi della passata stagione qualcosa cambia, all’addio di Zidane si accompagna l’arrivo di Ancelotti. 

Nasce una scintilla: l’uomo della decima decide di credere nelle mai espresse qualità di Éder Militão, a cui assegna un ruolo fondamentale, le chiavi della difesa del Madrid, da custodire gelosamente insieme al compagno di reparto David Alaba.

Il rendimento del brasiliano cresce di partita in partita, non si ferma neanche di fronte al Paris Saint Germain in Champions League, così come davanti al Manchester City semifinalista: eliminato anche il Liverpool in finale, con il Real Madrid che anche da sfavorito, vince per l’ennesima volta la Coppa, in quella che è la quattordicesima volta nella sua storia.

Divenuto un punto di riferimento nella formazione dei blancos, l’ex difensore del Porto vince anche la Liga da protagonista, consacrandosi uno dei migliori nel suo ruolo.

Nel corso dell’attuale stagione è riuscito addirittura a migliorarsi ulteriormente, aggiungendo alle sue qualità, già straordinarie, anche il vizio del goal: sono 5 le reti messe a segno in campionato fino a questo momento, con un minimo comune denominatore, il colpo di testa, accompagnato da un terzo tempo degno dei suoi predecessori più illustri.

Nell’ultimo match vinto dal Real Madrid in campionato, il raddoppio sul Celta Vigo è una cartolina perfetta per raccontare le sue doti atletiche fenomenali: calcio d’angolo di Asensio che spiove al centro dell’area, travolti difensori avversari e portiere, che nulla può sulla conclusione micidiale del centrale verdeoro che vola letteralmente in cielo, in un mix perfetto di potenza e precisione.

A differenza della Liga, che quest’anno si tinge nuovamente di blaugrana con il Barcellona che ha già ipotecato la vittoria finale, il Real Madrid è ancora in corsa per conquistare la sua quindicesima Champions League, ma l’avversario è di nuovo il più temibile di tutti; stesso abbinamento di un anno fa, con il destino che presenta al Manchester City l’opportunità di vendicarsi, in termini sportivi s’intende, per l’eliminazione subita.

Sarà un esame speciale anche per Éder Militão, che stavolta dovrà vedersela con Erling Haaland, anche se il centrale brasiliano dovrà saltare il match di andata per la squalifica rimediata per somma di ammonizioni contro il Chelsea.

L’estate non è ancora iniziata, ma la carriera di questo ragazzo sembra aver definitivamente superato ogni reminiscenza del suo inverno, raccontando di una bella stagione tutt'ora in corso, in attesa di entrare più che mai nel vivo della sfida.