A volte le coincidenze si divertono a scherzare con i sentimenti delle persone, al punto di creare dei veri e propri ostacoli emotivi, che purtroppo, in certi casi, possono anche trascinarsi anche delle amare conseguenze dietro di sé. 

È il caso della nostra nazionale, impegnata stasera da un match quanto mai decisivo per il passaggio del turno, in vista di Euro 2024: gli azzurri affronteranno l’Ucraina di Sergiy Rebrov, reduce da un pareggio per 1 a 1 contro l’Inghilterra.

Stesso risultato anche per noi, con l’enorme differenza rappresentata dal nome dell’avversario in questione, poiché il pareggio maturato con la Macedonia del Nord è l’ennesimo passo falso di una squadra smarrita, che rischia di non partecipare ad un torneo, di cui tra le altre cose, detiene il titolo.

Fantasmi del passato che non soltanto emergono date le circostanze, ma si divertono a scherzare con il destino, poiché l’Italia giocherà un’altra partita decisiva al Meazza, lo stesso stadio della clamorosa dipartita del 2017, di fronte ad un’avversaria, che se vista dal quarto anello dell’impianto milanese, potrebbe apparire la stessa, data la somiglianza nei colori indossati.

Paranoie che si mescolano ad ansie, paure, che in fin dei conti sono tristemente giustificate dal rendimento sottotono della nostra nazionale, reduce da un primo tempo discretamente incoraggiante a Skopje, che però non ha comunque permesso di arrivare a questo match con un filo di tranquillità in più.

Nell’ipotesi nefasta in cui non dovesse arrivare una vittoria da 3 punti questa sera, per gli azzurri si aprirebbero le porte di uno scenario sportivamente drammatico, perché diventerebbe necessario vincere tutte le partite rimanenti, ad iniziare dalle trasferte con Inghilterra ed Ucraina, che potrebbero anche accontentarsi di un pareggio, visto il vantaggio maturato.

Analizzando la formazione del tecnico Rebrov, quest'ultima si presenta con un assetto equilibrato, tipico di chi sceglie il 4-4-1-1, con un grande lavoro da parte degli esterni “offensivi” che devono aiutare il reparto arretrato, raddoppiando le linee insieme ai centrocampisti. 

Questi ultimi sono indubbiamente due calciatori temibili nell’uno contro uno, molto più pericolosi, almeno sulla carta, rispetto ai macedoni affrontati nell’ultimo incontro: da una parte Mudryk, dall’altra Tsygankov, entrambi mancini con caratteristiche diverse;
il primo, esplosivo e rapido, punterà maggiormente ad andare sul fondo per mettere degli interessanti cross indirizzati al centravanti, che potrebbe essere Dovbyk oppure l’ex Benfica Yaremchuk, entrambi molto abili soprattutto nel gioco aereo.

Il secondo, in forza al Girona, è un calciatore abile nel venire dentro al campo, quindi bisognerà fare attenzione anche alle sue conclusioni dalla distanza, oltre alla possibilità di imbucate che potrebbero favorire l’inserimento della punta.

Non meno pericolosi, sono da preventivare anche gli inserimenti dei centrocampisti, in particolare quelli di Zinchenko, allievo di Guardiola, che lo ha trasformato in un jolly a tutto campo, e reduce dal goal del provvisorio vantaggio ucraino contro l’Inghilterra.

La buona notizia invece, se così si può definire, potrebbe essere rappresentata dalla non irresistibile tenuta difensiva avversaria, che probabilmente si presenterà sul terreno di gioco senza il talentuoso Trubin tra i pali, poiché l’allenatore gli preferisce il più esperto Bushchan.

Quest’ultimo avrebbe potuto affrontare Ciro Immobile nel 2018, in un ottavo di Europa League disputato contro la Lazio, ma un infortunio lo tenne lontano dal campo, quindi quest’oggi affronta per la prima volta il centravanti azzurro.

L’attaccante della Lazio, rinfrancato dalla rete realizzata contro la Macedonia è forse il punto interrogativo principale in questa nazionale, che aspetta di vederlo consacrarsi come trascinatore ormai da troppo tempo: ma con un Mondiale che manca ormai dal 2014, ed un Europeo a rischio, caro Ciro, forse è vero che in certi casi “non è mai troppo tardi.”