E' una cosa che ho già fatto notare più volte, tanto quando Spalletti allenava a Napoli, quanto dopo l'ultimo incontro fra gli Azzurri e l'Ucraina: le squadre di Spalletti durano 30-35 minuti, poi devono rifiatare e, comunque, proseguono senza brillantezza.

Martedì l'Italia ha confezionato 30 minuti iniziali scintillanti, culminati in quel Berardi-Di Lorenzo-Frattesi-Scamacca con cui è passata in vantaggio. E' stata un'azione da manuale che ha miscelato la manovra aggirante a corna di bufalo del terribile Chaka Zulu, con una finalizzazione alla mano a uno sputo dal fondo. Di Lorenzo e Frattesi hanno fatto scorrere orizzontale per Scamacca che, al centro dell'area, è andato idealmente in meta come in un match di rugby.

Il problema è stato che, a differenza di quanto avvenuto contro l'Ucraina, l'Italia non è riuscita a raddoppiare, anche perché l'Inghilterra era un cliente più difficile da soddisfare dei pur dignitosi Ucraini. Quando, con sinistra puntualità, l'Italia è calata alla mezz'ora per rifiatare, l'Inghilterra ha colpito senza scampo con un movimento di Kane, il quale a lanciato Bellingham verso la conquista di un rigore solare. Gli Azzurri hanno provato a ripassare in vantaggio, più con i nervi che con lucidità, ma senza successo.

Le squadre di Spalletti concentrano gli sforzi in mezz'ora, massimo 35', concentrati quasi sempre nella fase iniziale. Cercano di stendere l'avversario in quel lasso di tempo, ma poi sono costrette a rifiatare, perché le percussioni continue e i rapidi movimenti senza palla richiedono accelerazioni dispendiose. Nel secondo tempo, dopo il riposo, riprendono a macinare gioco, senza tuttavia la brillantezza dei 30' iniziali. Ogni tanto, la gestione del match è diversa. Del resto, capita che il calo si noti meno o non si noti se il divario con il perfido inimico è  molto marcato. Però nella maggior parte dei casi, ragionando sui grandi numeri, le cose stanno così.

L'Inghilterra aveva Bellingham e Kane, che si mangiano a colazione tutti gli attaccanti azzurri, mentre Scamacca e Berardi valgono al massimo Rushford. Nella ripresa, quindi, anche un'Italia riposata ha finito per scompaginarsi di fronte alla debordante inventiva del trio Rushford, Bellingham e Kane. Tanto Bellingham, lanciato da Foden per l'apertura verso Rushford, quanto Kane, fiondatosi verso la terza rete, hanno scherzato di anticipo i triarii dell'ultima fila azzurra. E se è vero che giocatori del genere sono difficilissimi da tenere, è anche vero che la dinamica dei gol ci racconta di riflessi annebbiati dalla fatica per i giocatori italiani.

Contro l'Ucraina fare overboost all'inizio aveva pagato, ma contro l'Inghilterra no. Da un lato ci sta, perché se ti presenti in casa della perfida Albione con El Shaarawi sopravvissuto a una carriera quasi finita... be' devi mettere in conto che Kane e Bellingham ti dicano: "Si metta in quell'angolino e impari". Dall'altro la cosa ci dice che Spalletti non è diventato il Mago Helenio Herrera per il campionato vinto l'anno scorso anno, in cui tutto gli è andato a meraviglia e alla perfezione.

Sarebbe superficiale puntare il dito contro la difesa italiana, come è stato fatto, perché se spremi il limone, dopo non puoi lamentarti che il succo è finito. E poi ai giocatori azzurri non manca la bravura, bensì difettano l'inventiva e l'intuizione. Parlo del lancio di Rivera, dello spunto di Baggio, del cambio di passo di Mazzola o della capacità di apparire dove nessuno può aspettarselo di Inzaghi. Sono caratteristiche, invece, ampiamente presenti nel pacchetto avanzato britannico, laddove il pacchetto arretrato mi è sembrato più statico o con meno prospettive di crescita di quello italico.

Il direttore di gara ha sbagliato nel non espellere Phillips per il brutto fallo su Scalvini (che ha avuto anche la beffa crudele di un'ammonizione per proteste), però poco prima il signorTurpin ci aveva graziato, non avendo concesso un evidente secondo rigore all'Inghilterra. Non pretendiamo sempre la luna.

Questa lunga premessa, peraltro, vi dice che, in fondo, il sottoscritto non è un nemico giurato di Pioli in quanto Pioli, perché non fa sconti a nessuno, neanche a Spalletti. Entrambi sono allenatori efficaci, perché negli ultimi anni hanno portato dei risultati, come fanno notare i loro innumnerevoli fan. Entrambi, però, sembrano non appartenere alla categoria degli allenatori efficienti, come Ancelotti o Capello. In entrambi si nota un certo spreco di energie o potenzialità, per quanto, quando tutto va bene, riescano anche a entusiasmare.

E qui si arriva a Pioli e al Milan, entrambi impegnati a fronteggiare la Juventus. 

Come in tutti gli eventi agonistici, la forza dell'avversario sara il principale ostacolo da superare. Si gioca in due, in sostanza. e la mia forza inizia dove finisce quella dell'avversario. Sembra una banalità, ma non è così scontata, almeno per alcuni. 

Allo stesso modo, non bisogna trascurare neppure il rebus legato alla gestione della sosta, perché se è vero che Pioli sembra soffrire l'Inter in quanto tale, è anche vero che l'ultima débacle nel derby è venuta proprio al primo match dopo una sosta per le nazionali.

Il nocciolo della questione, tuttavia, risiede nell'assenza dei portieri... e non del titolare e della sua riserva, ma dei veri portieri.  Quando aveva l'età di Mirante, nessuno contava più su Valerio Fiori come calciatore in attività. E' da maggio 2021 che Mirante non gioca una partita ufficiale da titolare. Non lo ha mai fatto nel Milan, del resto, dove non è stato mai impiegato neanche quando Tatarusanu prendeva valanghe di reti ed era contestatissimo. E' un problema grave, perché nelle ultime partite, quelle del felice filotto, abbiamo registrato una o due parate decisive a match da parte degli estremi difensori. Un numero altissimo che non può non aver influito sul risultato.

Mirante ha tantissima esperienza, ma la domanda è: se l'esperienza insegna, quanto contano i suoi insegnamenti per consentire a Mirante di sfangarla nonostante gli inevitabili limiti dell'età? Si spera tanto tanto tanto, ma davvero tanto.

E Pioli tenga presente che, come il collega Spalletti, non ha poteri taumaturgici. Se lo farà, non sbaglierà.